Categoria: Crescita personale

  • Libretto delle Poste: guida completa e consigli utili.

    Libretto delle Poste: guida completa e consigli utili.

    Sei alla ricerca di informazioni dettagliate sul libretto delle Poste? Se sì, sei nel posto giusto! Nonostante personalmente preferisca altri sistemi di risparmio, il Libretto postale spesso viene impiegato per cominciare a far risparmiare I giovani. Ne parlo quindi perché lo trovo uno strumento propedeutico, per avvicinare anche I più Piccini al mondo della finanza personale.
    In questa guida completa, ti forniremo tutte le informazioni di cui hai bisogno sul libretto delle Poste, insieme a consigli utili e suggerimenti.

    Il libretto delle Poste è uno strumento finanziario popolare in Italia e offre una soluzione semplice per risparmiare e gestire il proprio denaro. Nel corso di questo articolo, esploreremo come aprire un libretto, quali vantaggi offre e come massimizzare i tuoi risparmi.

    Scoprirai che il libretto delle Poste è accessibile a tutti, con un processo di apertura rapido e facile. Ti spiegheremo anche come eseguire prelievi e depositi, come monitorare i tuoi risparmi e come utilizzare al meglio i servizi online delle Poste Italiane.

    Sia che tu sia interessato a salvaguardare i tuoi risparmi o a creare un fondo di emergenza, questo articolo ti fornirà tutte le informazioni di cui hai bisogno sul libretto delle Poste. Continua a leggere per scoprire come può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi finanziari.

    Cos’è il libretto delle Poste?

    Il libretto delle Poste è un prodotto finanziario offerto da Poste Italiane, concepito per facilitare la gestione dei risparmi personali. Si tratta di un conto di risparmio molto accessibile, che consente ai titolari di depositare e prelevare denaro in modo semplice e veloce. Questo strumento è particolarmente apprezzato per la sua facilità d’uso e per la sicurezza che offre, rendendolo una scelta popolare tra gli italiani, sia giovani che anziani.

    A differenza di altri tipi di conti bancari, il libretto delle Poste non richiede una minima giacenza per mantenere aperto il conto. Questo lo rende ideale per chi desidera avere una gestione flessibile delle proprie finanze. Inoltre, il libretto può essere utilizzato per effettuare pagamenti e ricevere bonifici, rendendolo uno strumento versatile per la vita quotidiana.

    Un altro aspetto interessante del libretto delle Poste è la sua semplicità nell’apertura e nella gestione. Non è necessario essere clienti di una banca tradizionale per aprire un libretto, poiché Poste Italiane è un ente pubblico che offre servizi a tutti i cittadini. Questo rende il libretto delle Poste un’opzione inclusiva per chiunque desideri iniziare un percorso di risparmio.

    Vantaggi del libretto delle Poste

    Uno dei principali vantaggi del libretto delle Poste è la sua accessibilità. Chiunque può aprire un libretto, indipendentemente dalla propria situazione finanziaria. Non ci sono costi di apertura e le spese di gestione sono minime, il che lo rende un’opzione conveniente per chi desidera risparmiare senza impegni economici elevati.

    Inoltre, il libretto delle Poste offre tassi di interesse competitivi rispetto ad altri conti di risparmio. Questo significa che i tuoi risparmi possono crescere nel tempo, permettendoti di accumulare un capitale maggiore senza dover investire in prodotti finanziari più complessi. La sicurezza del capitale è garantita, poiché i fondi depositati sono coperti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi fino a un certo limite.

    Un altro vantaggio significativo è la possibilità di accedere ai propri fondi in modo immediato. Puoi effettuare prelievi in qualsiasi momento presso gli sportelli delle Poste o utilizzare la carta associata al libretto per acquisti e prelievi automatici. Questa flessibilità è particolarmente utile per chi ha bisogno di un accesso rapido ai propri risparmi.

    Come aprire un libretto delle Poste

    Aprire un libretto delle Poste è un processo semplice e veloce. Puoi recarti presso un ufficio postale e richiedere l’apertura del libretto, oppure farlo online se hai già un account con Poste Italiane. È importante portare con te un documento d’identità valido e il codice fiscale, poiché sono necessari per la registrazione.

    All’ufficio postale, un operatore ti guiderà attraverso il modulo di richiesta e ti fornirà tutte le informazioni necessarie sui diversi tipi di libretti disponibili. Puoi scegliere tra diverse opzioni, come il libretto ordinario o il libretto a risparmio, a seconda delle tue esigenze finanziarie. Una volta completata la registrazione, riceverai immediatamente il tuo libretto, pronto per essere utilizzato.

    Se decidi di aprire il libretto online, il processo è altrettanto semplice. Accedi al sito di Poste Italiane, seleziona la sezione dedicata ai prodotti di risparmio e segui le istruzioni per la registrazione. Dopo aver compilato il modulo online e caricato i documenti richiesti, riceverai conferma della tua richiesta via e-mail.

    Requisiti e documenti necessari per aprire un libretto delle Poste

    Per aprire un libretto delle Poste, ci sono alcuni requisiti e documenti che devi presentare. Innanzitutto, è necessario avere la cittadinanza italiana o essere residenti in Italia. Questo è un prerequisito fondamentale per accedere ai servizi di Poste Italiane.

    I documenti richiesti includono un documento d’identità valido, come la carta d’identità o il passaporto, e il codice fiscale. Se stai aprendo il libretto per un minorenne, sarà necessario anche il documento d’identità del genitore o del tutore legale. È consigliabile portare con te anche una prova di residenza, come una bolletta recente, per facilitare il processo di registrazione.

    Inoltre, se desideri effettuare operazioni online, potrebbe essere necessario registrarsi per un account sul sito di Poste Italiane. Questo richiede la creazione di un nome utente e di una password, oltre all’inserimento di ulteriori dati personali. Assicurati di avere tutte le informazioni a portata di mano per rendere il processo il più fluido possibile.

    Come depositare denaro nel libretto delle Poste

    Depositare denaro nel libretto delle Poste è un’operazione semplice e veloce. Puoi farlo recandoti presso un ufficio postale, dove un operatore ti assisterà nel processo di deposito. In alternativa, puoi utilizzare gli sportelli automatici presenti in molte sedi di Poste Italiane. Questi sportelli consentono di effettuare operazioni di deposito in modo autonomo, senza dover attendere in coda.

    Per effettuare un deposito all’ufficio postale, ti verrà richiesto di compilare un modulo di deposito, indicando l’importo che desideri versare. Una volta completato il modulo, consegnalo all’operatore insieme al contante o all’assegno. L’operatore provvederà a registrare l’operazione e ti fornirà una ricevuta come prova del deposito effettuato.

    Se utilizzi uno sportello automatico, il processo è altrettanto semplice. Seleziona l’opzione di deposito sullo schermo, inserisci il tuo libretto e poi il denaro o l’assegno. Al termine della transazione, riceverai una ricevuta che attesta l’avvenuto deposito. Questo ti permette di tenere traccia dei tuoi risparmi in modo facile e veloce.

    Come prelevare denaro dal libretto delle Poste

    Prelevare denaro dal libretto delle Poste è altrettanto semplice. Puoi effettuare prelievi in qualsiasi ufficio postale, presentando il tuo libretto insieme a un documento d’identità valido. L’operatore procederà a verificare la tua identità e a registrare l’operazione di prelievo. È importante notare che esistono dei limiti giornalieri per i prelievi, quindi assicurati di controllare queste informazioni prima di recarti all’ufficio postale.

    Inoltre, puoi prelevare denaro anche utilizzando la carta associata al tuo libretto, se disponibile. Questa carta ti consente di effettuare prelievi presso gli sportelli automatici di Poste Italiane o di altre banche convenzionate. Puoi semplicemente inserire la tua carta e seguire le istruzioni sullo schermo per completare l’operazione in modo rapido e sicuro.

    Infine, è possibile anche richiedere un bonifico per trasferire denaro dal tuo libretto a un altro conto, sia esso intestato a te o a un’altra persona. Questo processo può essere effettuato in ufficio postale o online, a seconda delle tue preferenze. Assicurati di avere a disposizione tutti i dati necessari, come l’IBAN del conto destinatario, per facilitare l’operazione.

    Limiti e condizioni del libretto delle Poste

    Sebbene il libretto delle Poste offra molti vantaggi, ci sono anche alcuni limiti e condizioni da tenere in considerazione. Ad esempio, esistono limiti di prelievo giornaliero che possono variare a seconda del tipo di libretto e della normativa vigente. È importante informarsi su questi limiti per pianificare le proprie operazioni finanziarie in modo efficace.

    Inoltre, il libretto delle Poste non è un conto corrente, quindi non è possibile emettere assegni o effettuare pagamenti tramite carta di credito. Questo significa che per alcune transazioni più complesse potresti dover ricorrere a un conto bancario tradizionale. Tuttavia, il libretto rimane un’opzione valida per la gestione quotidiana delle finanze e per il risparmio.

    Infine, è bene ricordare che gli interessi maturati sul libretto possono essere soggetti a tassazione. Assicurati di informarti sulle normative fiscali in vigore riguardanti il risparmio e sui tassi di interesse applicati al tuo libretto, in modo da avere una chiara visione del tuo capitale e dei potenziali guadagni.

    Consigli utili per gestire il tuo libretto delle Poste in modo efficace

    Gestire un libretto delle Poste in modo efficace richiede alcune pratiche consigliate. Innanzitutto, è utile tenere traccia dei movimenti, sia in entrata che in uscita. Puoi farlo utilizzando il servizio online di Poste Italiane, dove puoi monitorare il saldo e le operazioni effettuate. Questo ti permetterà di avere sempre sotto controllo le tue finanze e di pianificare meglio i tuoi risparmi.

    In secondo luogo, stabilisci obiettivi di risparmio chiari. Che si tratti di un fondo di emergenza, di un viaggio o di un acquisto importante, avere una visione chiara dei tuoi obiettivi ti aiuterà a mantenere la motivazione e a gestire meglio le tue spese. Considera di impostare delle somme di denaro da depositare regolarmente nel tuo libretto per raggiungere i tuoi traguardi.

    Infine, sfrutta al massimo i servizi online offerti da Poste Italiane. Oltre a monitorare il tuo saldo, puoi anche impostare avvisi per le operazioni e gestire i tuoi risparmi con maggiore facilità. Questo ti permette di essere sempre aggiornato sulle tue finanze e di prendere decisioni più informate riguardo ai tuoi risparmi.

    Alternative al libretto delle Poste: altri strumenti di risparmio

    Sebbene il libretto delle Poste sia un’ottima soluzione per molti, ci sono anche altre opzioni di risparmio che potrebbero adattarsi meglio alle tue esigenze. Una delle alternative più comuni è il conto di risparmio tradizionale offerto da molte banche. Questi conti spesso offrono tassi di interesse competitivi e la possibilità di effettuare operazioni come bonifici e pagamenti online.

    Un’altra opzione è il deposito vincolato, che consente di bloccare una somma di denaro per un periodo di tempo stabilito, in cambio di un tasso di interesse più elevato. Questa può essere una buona scelta se sei certo di non aver bisogno di accedere ai tuoi risparmi nel breve termine. Tuttavia, è importante considerare che i fondi non saranno disponibili fino alla scadenza del vincolo.

    Infine, i fondi comuni di investimento rappresentano un’altra alternativa interessante per chi desidera far crescere i propri risparmi. Questi fondi permettono di investire in un portafoglio diversificato di attività, riducendo il rischio rispetto agli investimenti diretti. Tuttavia, è fondamentale informarsi bene sui rischi associati e sulle spese di gestione prima di scegliere questa opzione.

    Il libretto delle Poste come strumento finanziario conveniente e sicuro

    In conclusione, il libretto delle Poste si presenta come uno strumento finanziario conveniente e sicuro per la gestione dei risparmi. La sua accessibilità, unita ai vantaggi legati ai tassi di interesse e alla facilità di utilizzo, lo rende una scelta ideale per chi desidera iniziare a risparmiare senza complicazioni.

    Nonostante i limiti e le condizioni specifiche, il libretto delle Poste offre una soluzione flessibile per le esigenze quotidiane di risparmio. È particolarmente utile per chi cerca un modo semplice per tenere sotto controllo le proprie finanze e per accumulare fondi nel tempo.

    Infine, è sempre consigliabile valutare anche altre opzioni di risparmio, in modo da trovare la soluzione che meglio si adatta alle proprie necessità. Con una gestione attenta e informata, il libretto delle Poste può essere un valido alleato nel raggiungimento dei tuoi obiettivi finanziari.

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  • Come Valutare e Gestire il Rischio negli Investimenti

    Come Valutare e Gestire il Rischio negli Investimenti

    Investire è un’attività intrinsecamente legata al rischio. Comprendere come valutare e gestire il rischio è fondamentale per qualsiasi investitore, sia esperto che alle prime armi. Un approccio consapevole al rischio può fare la differenza tra il successo e il fallimento finanziario.

    1. Comprendere il Rischio

    Il primo passo per gestire il rischio negli investimenti è comprendere le diverse categorie di rischio. Esistono vari tipi di rischio, tra cui:

    • Rischio di mercato: La possibilità che il valore di un investimento diminuisca a causa di movimenti nel mercato.
    • Rischio di credito: Il rischio che un emittente di obbligazioni o una controparte non sia in grado di adempiere ai propri obblighi finanziari.
    • Rischio di liquidità: La difficoltà di vendere un investimento senza dover accettare un prezzo significativamente inferiore a quello di mercato.
    • Rischio specifico: Associato a un particolare settore o azienda, come i problemi di gestione o di competitività.

    2. Valutazione del Rischio

    Per valutare il rischio di un investimento, è essenziale condurre un’analisi approfondita. Le seguenti tecniche possono aiutare:

    • Analisi fondamentale: Valutare i dati finanziari dell’azienda, la sua posizione di mercato, le prospettive economiche e i fattori macroeconomici che possono influenzare la sua performance.
    • Analisi tecnica: Studiare i movimenti del prezzo e i volumi di scambio per identificare trend e modelli.
    • Diversificazione: Investire in una varietà di asset per ridurre l’esposizione al rischio. Un portafoglio ben diversificato può attenuare l’impatto negativo di un singolo investimento.

    3. Misurare il Rischio

    Diversi strumenti possono essere utilizzati per quantificare il rischio degli investimenti, tra cui:

    • Deviazione standard: Misura la volatilità di un investimento. Un’alta deviazione standard indica che il prezzo dell’asset è soggetto a fluttuazioni significative.
    • Beta: Strumento che misura la sensibilità di un titolo rispetto a movimenti del mercato. Un beta superiore a1 indica una maggiore volatilità rispetto al mercato.
    • Value at Risk (VaR): Stima la massima perdita potenziale di un investimento in un determinato periodo, con una certezza prefissata (ad esempio, il95% o il 99%).

    4. Strategie di Gestione del Rischio

    Gestire il rischio richiede l’implementazione di strategie efficaci. Ecco alcune delle più comuni:

    • Asset Allocation: Suddividere gli investimenti tra diverse classi di attivo (azioni, obbligazioni, immobili, ecc.) per ottimizzare il rendimento per un dato livello di rischio.
    • Stop Loss: Impostare ordini di vendita automatici per limitare le perdite su un investimento che sta performando male.
    • Revisione periodica del portafoglio: Monitorare regolarmente le proprie posizioni per apportare modifiche necessarie in risposta a cambiamenti nelle condizioni di mercato o nelle circostanze personali.

    5. Mentalità e Comportamento

    Infine, è importante considerare l’aspetto psicologico del rischio. Gli investitori devono essere pronti ad affrontare periodi di volatilità e a mantenere la disciplina nel seguire la propria strategia d’investimento. L’avversione alla perdita, ossia la tendenza a sentirsi più colpiti da una perdita che soddisfatti da un guadagno equivalente, può influenzare le decisioni di investimento.

    La gestione del rischio negli investimenti è un compito complesso ma essenziale. Comprendere i diversi tipi di rischio, valutarli con strumenti adeguati e implementare strategie efficaci sono passaggi cruciali per gli investitori. Adottare un approccio proattivo al rischio non solo aiuta a proteggere il capitale, ma può anche contribuire a massimizzare i rendimenti nel lungo termine.

  • Devi avere obiettivi se vuoi raggiungerli

    Devi avere obiettivi se vuoi raggiungerli

    Se non hai obiettivi non c’è nulla da raggiungere se non la fine della giornata!

    Non sto scherzando e nemmeno dicendo fesserie! Lì fuori c’è un’elevatissima percentuale di professionisti che brancolano nel buio in attesa che il guru e il social media manager della situazione o del momento possano fornirgli soluzioni veloci!

    Non avete obiettivi e non sapete cosa volete raggiungere dalla vostra professione. Questo è il problema!

    Non ci sono altri problemi e la cattiva notizia è che se non lo capisci, nemmeno il miglior marketer può aiutarti.

    Una volta si masticavano i chewing gum.

    Io stesso ero un fruitore accanito di questo formato che poi ho abbandonato col tempo. Oggi tutti masticano parole inglesi messe a caso come: Personal branding, business coaching, life coaching e chi più ne ha ne metta.

    La cosa terribile è che ne hanno sentito parlare e fa figo! tutti si vorrebbero servire di queste figure! Guardano gli account social dei loro competitor e rosicano.

    Rosicano perché i loro account non sono all’altezza! hanno pochi like o follow…come se nel 2022 fosse ancora necessario spiegare che i follow e i like non servono a nulla se poi non convertono.

    Ecco…ho appena scritto l’altra parola che continua ad essere masticata e sputata! Le conversioni.

    Tutti vogliono conversioni ma quando gli viene chiesto quali conversioni si vogliono ottenere, la risposta è ferma al medioevo:

    Vendere di più

    Magari guadagnano anche molti soldi perché hanno avuto fortuna o sono addirittura capaci nel loro mestiere tanto da far scattare il famoso passa parola…ma non hanno la minima idea di cosa vogliono raggiungere con il loro lavoro o con i loro soldi.

    Il vuoto totale.

    Certo ora alcuni di voi potrebbero pensare: ma vabbè Andrea…ma uno può decidere di avere come obiettivo solo il guadagnare e stop?

    Certo…tutto si può nella vita ma ha senso pagare dei professionisti per farvi raggiungere il nulla solo per il gusto di averli a libro paga e concludere la giornata da italiano medio?

    La mia risposta è no.

    Tra parentesi se non avete visto Italiano medio di Maccio Capatonda vi consiglio vivamente di andarlo a vedere immediatamente! Scoprireste molte abitudini nascoste di noi italiani soprattutto legate al raggiungimento di obiettivi.

    Nessun professionista è in grado di fare qualcosa che non conosce, nessun professionista è in grado di portarvi dove nemmeno voi sapete. Bisogna avere degli obiettivi.

    C’è stato un momento in cui nella mia vita girava tutto storto e finivo depresso le mie giornate perché, come si dice dalle mie parti, ballavo in giro. E ballare in giro è un’attività che costa tempo e denaro…quindi diventava sempre più frustrante portarla avanti.

    Per comprendere un fallimento bisogna viverlo

    Ho cominciato a modificare le mie abitudini quando ho capito che nella vita non volevo collezionare fallimenti. Ai fallimenti ci si arriva in un sacco di modi ma il primo in assoluto è non avere obiettivi.

    Tutto gira attorno agli obiettivi e quando pensiamo di averne forse non sono ancora così forti da farci diventare determinati.

    Vi siete mai innamorati nella vostra vita? Se siete fortunati di aver costruito qualcosa di fantastico con la persona amata avete assaggiato cosa significa desiderare una cosa al punto da raggiungere un obiettivo. E non vale solo per l’amore vale per tutto il resto.

    Se una cosa la vuoi ottenere la devi desiderare, ci devono essere dei motivi. Se temporeggi non è la cosa giusta oppure se perseveri forse hai solo poca stima in te stesso.

    Forse hai vissuto un fallimento ed hai paura che la cosa possa ripetersi ma la vita in fondo è fatta di vittorie e fallimenti e un fallimento può definirsi tale solo se una volta caduti non se n’è capita la ragione e di conseguenza non si ha imparato a gestire l’ennesimo errore…se pensi sia arrivato il momento di cambiare devi toglierti le paure e cambiare. (ne parlo anche in questo articolo)

    Ciò che oggi sembra innovativo non è detto che debba esserlo per sempre, consideriamo il mercato del chewing gum (trovate qui un articolo che ne parla) oggi è un mercato in perdita (con gli sbalzi di petrolio ancora di più)…forse non sono l’unico ad aver smesso di masticarlo.



  • Cambiare vita: Dicembre buoni propositi, ma Marzo come va?

    Cambiare vita: Dicembre buoni propositi, ma Marzo come va?

    Cambiare vita e Anno nuovo vita nuova…ma come va la vostra nuova vita?

    E’ normale mettere in chiaro i nostri buoni propositi, alimentando la fiducia in se stessi mentre si pianifica di cambiare vita! Molto spesso, alla fine dell’anno ci facciamo un sacco di promesse, rincorrendo il detto: anno nuovo vita nuova, ma finite le feste e digerito il panettone ci ritroviamo altrettanto spesso: travolti dalla solita routine.

    Per questo quasi ogni fine mese credo sia lecito chiedersi: Ma come sta andando? Qualcuno ha abbandonato? sono tutti sul pezzo?

    C’è da dire che non dovrei essere io a chiederlo ad ognuno di voi ma ognuno di voi dovrebbe chiederlo a se stesso!

    Cambiare vita: Questione di volontà

    E’ la continua procrastinazione che ci fa fare i conti con l’oste. Abbiamo questa cattiva abitudine: dare priorità al nuovo rispetto al vecchio, anche se il vecchio ha solo un mese di vita ed è frutto di ciò che vorremmo realizzare nella nostra vita.

    Forse ci si sente maggiormente concreti a prendere ciò che ci capita quotidianamente ma il rischio di cominciare a vivere alla giornata diventa troppo reale e a questo si aggiunge anche l’insoddisfazioe del non aver realizzato quanto più si desidera nella propria vita.

    Non è un errore questo?

    In molti dicono che se non realizzi i tuoi obiettivi forse è solo perché non sono davvero i tuoi obiettivi…forse non ci credi così tanto.

    Non è sbagliata come considerazione ma credo che la cosa vada approfondita maggiormente.

    Non sono un professionista per dirlo ma per come ho vissuto io certe esperienze a volte la procrastinazione è quasi ai livelli patologici.

    Non lo facciamo apposta a non voler raggiungere i nostri obiettivi.

    Forse abbiamo poca fiducia in noi stessi e di conseguenza poca fiducia nello sperare di portare a casa un successo perseguendo i nostri obiettivi.

    Il rischio è che tutto sia legato alla nostra autostima.

    Cari miei credo proprio che la questione si fermi qui…sulla nostra autostima.

    Possiamo mettere in tavola tutte le scuse che vogliamo:

    • Devo lavorare per vivere
    • Non ho tempo
    • Ho bisogno di soldi e il mio progetto al momento non me ne da
    • Il mio progetto ha bisogno di soldi e al momento non ne ho (via col circolo)
    • Mi è capitata un’occasione a cui non posso rinunciare
    • Il mio capo mi ha promesso un aumento
    • Un mio cliente mi ha detto che mi passerà molti dei suoi clienti e devo restare libero
    • I sogni, purtroppo li realizzano sempre e solo gli altri
    • Tanto i soldi non fanno la felicità
    • Quando sistemerò queste cose mi rimetterò in gioco

    Insomma…chi più ne ha ne metta…non è così?

    E un peccato credere nelle aspettative come del resto è sbagliato mettere da parte se stessi per dare tempo o spazio agli altri!

    Cambiare vita si può

    Mi auguro di parlare a un’infimissima (lo so che non si può scrivere) realtà e che tutti voi stiate portando con tutte le forze i vostri progetti al successo.

    Qualora alcuni di voi fossero rimasti indietro ci terrei che pensaste immediatamente che siamo solo all’inizio di Marzo e che l’anno è appena cominciato…l’importante è avere un buon progetto, dagli il giusto timing e monitorarne l’andamento.

    Se non sei pratico di questo chiedimi pure qualche consiglio…sarò felice di poterti aiutare…oppure se ti va dai un’occhio al mio corso sulla realizzazione di un business model. Qui parlo tanto di obiettivi e pianificazione e soprattutto è gratuito!

    Chi ha tempo non aspetti tempo! Oggi questa affermazione è quanto mai vera!

    a presto!

  • Cambiare atteggiamento per migliorarsi: la dura verità

    Cambiare atteggiamento per migliorarsi: la dura verità

    Cambiare atteggiamento è un processo naturale come naturale è anche: porsi delle domande quando si arriva ad una certa età. C’è chi inizia prima e chi inizia tardi e purtroppo c’è chi non inizia mai.

    Fino a qualche anno fa ero in grado di prendere colpi e bastonate per poi rialzarmi in fretta con nuove idee per mettermi in gioco, ma ad un certo punto mi sono sentito vuoto.

    Non erano le idee a mancarmi e nemmeno professionalità o clienti e soldi. Mancavo io.

    Dovevo cambiare atteggiamento

    Ero entrato in una routine inconcludente. Una routine che è stata capace di portarmi da ambizioso a frustrato in brevissimo tempo. Davanti ai clienti, agli amici dimostravo la mia sicurezza ma quando restavo da solo mi sentivo in una scatola.

    Se hai un carattere simile al mio dovresti conoscere bene questa sensazione di frustrazione. Ti assale senza un preciso motivo. O meglio con un motivo ben definito ma poco chiaro a te stesso.

    Non voglio fare discorsi psicologici. Non sono uno psicologo e nemmeno vorrei esserlo. L’esperienza di vita degli ultimi anni mi ha fatto mettere tutto in discussione…e mi va solo di raccontarlo.

    E’ da qui che sono partito.

    Prima incolpavo chi mi circondava e l’ambiente in cui vivevo delle mie disfatte ma mi sono dovuto ricredere, Ero io il mio problema.

    Non sono l’unico! e non mi rincuora.

    Però sono tra quelli che ha compreso da che parte stavo andando e da che parte volevo andare e posso garantirti che non è poco.

    Sono partito leggendo qualche libro di crescita personale, psicologia, filosofia. Mi riconoscevo in qualsiasi problematica che andavo ad approfondire. Ogni autore pareva scrivesse per me. Mi sono fatto anche qualche menata. Mi pareva di vivere in un film dove il protagonista ero io.

    Poi ho avuto una piccola intuizione. Se tutti parlavano del mio problema era solo perché era un problema comune.

    Ai problemi comuni si trova spesso una soluzione!

    Detto fatto!

    Cosa diavolo sbagliavo nella mia vita?

    Comprai un’agenda dove ogni mattino e ogni sera appuntavo cosa volevo fare e cosa ottenevo. L’avevo letto su un sacco di libri questo metodo. Mi fidai proprio perché ogni dannato libro che leggevo consigliava di fare proprio così.

    Lo feci!

    Il risultato fu quello di comprendere che i miei obiettivi venivano sempre dopo gli obiettivi altrui.

    Ho regalato per tutta la vita le mie conoscenze e il mio tempo per aiutare gli altri senza avere nulla in cambio.

    Anche l’aspettativa di avere qualcosa in cambio oggi posso riconoscerla solo come una cattivissima abitudine, un’atteggiamento da cambiare.

    Non passava giorno in cui non portavo a termine ciò che avevo deciso di fare.
    Me ne fregavo completamente dei miei obiettivi.

    Mi rimisi in gioco in modo diverso dopo l’ultima caduta.

    Mettendomi davanti. Ma davanti sul serio.

    Guardavo l’agenda diventare sempre più pregna di giornate portate a termine positivamente.

    Giornate dove ciò che avevo preventivato di fare al mattino lo gustavo concretamente alla sera.

    Ma ancora qualcosa non mi tornava. Ancora non bastava.

    Atteggiamento sul lavoro

    Per lo più mi muovevo così a livello professionale, non che la cosa mi desse fastidio, tutt’altro. Io amo il mio lavoro e come ogni amore che si rispetti ho goduto e sofferto di tantissime circostanze.

    E’ normale per uno come me partire dal lavoro. Il lavoro è parte di me.

    Sia chiaro! conoscevo bene anche al tempo cosa significasse darsi degli obiettivi e raggiungerli. Per lavoro lo andavo a raccontare ogni santo giorno a tutti quelli che mi stavano attorno ma come molti predicatori razzolavo male e portavo più successi agli altri che a me stesso.

    Mi mancava un vero obiettivo. Un obiettivo ben definito…qualcosa a cui volevo e dovevo ambire per appagare realmente me stesso.

    Ecco cosa mancava!

    Ero arrivato persino a dirmi: il mio obiettivo è far vincere gli altri.

    Per carità! un onorevole obiettivo ma che vista la mia insoddisfazione non poteva essere certamente il mio.

    Non ho trovato l’ obiettivo dietro l’angolo ma sto vivendo giorno per giorno il suo raggiungimento.

    Nessuno può aiutarti come te stesso

    Psicologi, psicoterapeuti, coach e chi più ne ha ne matta possono darti tutte le nozioni del caso. Farti ragionare o inculcarti i loro vocabolario ma nella realtà dei fatti ti fanno solo confezionare un abito da metterti addosso. Per farti bella figura al cospetto della vita.

    Sei comodo col vestito confezionato dalle tue mani?

    Forse l’unica cosa che sei riuscito a costruire. Ma quando sei a casa, nudo…tutto torna come prima.

    E’ bello citare grandi frasi e grandi pensieri a tavola con amici e familiari. Mascherarsi da introspettivo e darsi un tono di mistero ma quando resti da solo cosa te ne fai di questi accessori?

    Siamo esseri umani. Reali.

    Viviamo una vita reale e abbiamo il bisogno di toccare il nostri obiettivi. E in primis dobbiamo avere degli obiettivi concreti da poter toccare.

    Usiamo spesso dire mi piacerebbe realizzare un sogno, oppure ho realizzato un sogno ma i sogni non sono materia e con l’astratto possiamo solo pulirci il fondo schiena.

    Oggi posso dire di essere convinto che tutto dipenda da noi. L’ho provato su di me e lasciami dire che non credo di avere dei connotati diversi dai tuoi.

    Il “Se vuoi puoi” rapportato a obiettivi realistici è reale, tangibile ma deve partire davvero da te.

    Finché ti nascondi dietro gli altri che non fanno o il luogo in cui vivi che non ti permette di fare…stai solo perdendo tempo e arrancando scuse.

    Smettila di pensare di essere vittima di un complotto, datti degli obiettivi, togliti la paura che ti fa sempre dipendere dagli altri e datti da fare.

    IO non ho più paura di incolpare me stesso.

  • Sono Positivo.

    Sono Positivo.

    In molti, in queste ultime di giornate di Dicembre stanno facendo i conti con ciò che è accaduto nell’anno e ciò che vorrebbero accadesse nell’anno successivo.

    E’ una cosa che faccio anch’io ma mentre fino a l’anno scorso, le cose importanti le preferivo elaborare all’inizio del mio anno biologico, quest’anno è come se mi fossi regalato una sorta di tredicesima.

    Sto facendo per la prima volta i conti con me stesso a Dicembre dopo averli già fatti in Aprile, mese del mio compleanno.

    Come molti italiani mi trovo in quarantena. Non posso non pensare che forse a questo giro abbiano trovato il metodo di metterci in quarantena senza darci la possibilità di incolpare qualcuno se non noi stessi e il covid stesso.

    Ma che dire…nonostante questi anni insoliti pare abbiano portato a poco e niente, io non riesco a lamentarmi proprio. Non parlo solo di soldi ma parlo di ciò che ho seminato e che mi accingerò a curare nei prossimi mesi fino ad arrivare al tanto atteso raccolto.

    Perché è così che mi pongo obiettivi.

    Da parte di mia Mamma discendo da contadini e quando d’estate si passavano le giornate in campagna; Zii e Nonni si impegnavano a raccogliere.

    Per quanto mi riguardava credevo lavorassero solo in quel mese. Per me era estate e andavo a fare vacanza proprio mentre i miei parenti sgobbavano come i matti.

    Mi faceva ridere questa cosa ma crescendo ho capito che non era proprio così e soprattutto che non c’era una mazza da ridere.

    I miei parenti, in Basilicata lavoravano tutto l’anno ed io arrivavo proprio nel momento in cui loro stavano raccogliendo i frutti del loro lavoro.

    Molti di noi si lamentano del covid e della crisi ma non pensano che i contadini ogni anno possono avere a che fare con cigni neri ben più disposti a fare visita.

    Il contadino raccoglie se ha seminato bene e se la natura gli da la possibilità di raccogliere…poi ciò che mettono in tasca dopo tutta la fatica fatta è solo un dettaglio.

    Come dei contadini noi dovremmo chiederci: Cosa vorremmo raccogliere prima di tutto?

    In un luogo o in un terreno non cresce ciò che si vuole e questo è il motivo per cui è difficile piantumare aranci in Lombardia.

    Questo significa che dobbiamo ragionare bene su cosa stiamo per seminare.

    Peter Drucker nel lontano ’54 ha cercato di aiutarci a riguardo donandoci un sistema che aiutasse a definire gli obiettivi senza incappare in questi problemi.

    SMART, che non ha nulla a che vedere con le piccole auto in plastica che costano come l’oro, è proprio l’acronimo da Lui creato per definire i binari da seguire per evitare di deragliare.

    Specifico

    Misurabile

    Raggiungibile (Achievable)

    Rilevante

    Temporizzabile.

    Ora, non starò qui a spiegarti di cosa si tratta perché Google è stra-carico di queste informazioni e se proprio non puoi fare a meno di me 🙂

    Ho fatto un webinar qualche tempo fa dove discutevo di questo. Puoi trovarlo all’interno del mio corso sui modelli di business proprio qui: https://bit.ly/3FjOGrA (non ti preoccupare…è tutto gratuito).

    Dal 1954 ad oggi sono passate un sacco di anni, crisi, guerre ma quando guardo chi mi sta attorno noto che nessuno ha riportato gravi cicatrici e nessuno ha modificato le proprie abitudini.

    Non voglio generalizzare, sia chiaro…ma sento che ti lamenti ogni giorno e vivi gli anni come se aspettassi che i terreni del Nonno ti portino frutto senza mettere piede nella terra.

    Non hai obiettivi, questa è la verità.

    Perché per una volta nella vita non provi a ragionare dandoti degli obiettivi SMART?

    E’ frequente parlare con persone che annuiscono quando parlo di obiettivi SMART (a volte con fare tipico del…ancora con sta storia!) ed è altrettanto frequente che gli stessi non applichino la regola.

    Quindi se stai pensando che il mio articolo è banale, prova ad applicare una volta nella tua vita questa semplice regoletta!

    Non posso andare per il sottile a fine anno, non posso usare mezzi termini quando ancora, un sacco di persone attendono i complimenti su Linkedin per aver postato un cambio di lavoro o l’ennesimo attestato di frequenza e poi vivono la vita con l’unico obiettivo di ricevere lo stipendio o la fattura pagata dal cliente.

    Ma in fondo il clima natalizio dovrebbe un po’ oliare il mio stato d’animo.

    Darsi degli obiettivi è importante. Altrettanto importante è la qualità degli obiettivi che ci si pone. Fallire fa parte del gioco e c’è chi dice che: chi non fallisce è perché non ha mai fatto nulla nella propria vita...ma andarsi a schiantare perché, a un bivio non si sa se andare a destra o sinistra è preoccupante.

    Io stesso colleziono fallimenti. Ma ciò che mi rende felice è che il bilancio: Vincite/Perdite è sempre positivo.

    Invece di pensare a Marzullo come un nonsense del giornalismo, prendi un quaderno, fatti delle domande e datti delle risposte (e scrivile soprattutto)

    Applica qualche regoletta e vivi un anno migliore, senza lamentarti, senza far parte del carrozzone, senza collezionare solo fallimenti ma analizzandone le motivazioni.

    Secondo me vivrai l’anno della svolta e ti accorgerai presto che se ciò che vuoi ottenere è chiaro, fattibile sotto il profilo economico e temporale, controllabile e accanto a te ci sei TU e le persone giuste…nulla può fermarti.

    Se invece il tuo obiettivo è: arrivare a fine mese per pagare il mutuo, Netflix, aperitivi, vizi costosi per sentirti a tono, iphone e mackbook, scarpe da urlo (della serie tanto sei in quarantena che te ne devi fare) e lamentarti…beh! risponditi da solo…

    Ti auguro un felice fine 21, io nel frattempo sono positivo di essere negativo anche se in quarantena.

    Sii positivo anche tu, almeno per ciò che riguarderà il ’22.

  • Ed ora che sei disoccupato?

    Ed ora che sei disoccupato?

    Sento la parola crisi da quando sono nato e a per dirla tutta, quando guardo qualche storico documentario, questo termine echeggia come fosse parte parte della vita umana stessa.

    Non mi dilungherò sui cicli economici, anche se la risposta sta proprio dentro questi concetti (ma mi prometto di parlarne ampiamente in futuro).

    Nonostante tutto credo di non essere mai stato un giorno senza lavorare!

    Non ho mai voluto avere un posto fisso, l’ho sempre trovato limitante ma agli inizi della mia carriera lavorativa qualche esperienza l’ho fatta.

    Non ricordo che anno fosse ma ricordo che ero molto giovane. Un amico di famiglia mi propose di fare un colloquio presso un’azienda Lombarda che produceva telecamere a circuito chiuso.

    Un lavoro come un altro ma visto che ero giovane e volevo iniziare a guadagnare qualche soldo, accettai di colloquio.

    A prescindere dal clima in stile grande fratello, dove si era monitorati per tutte le ore lavorative (e anche ascoltati) ciò che mi fece desistere dal restare in quell’azienda fu ben altro.

    L’attività era gestita a livello famigliare e da poco il capo famiglia era passato a miglior vita lasciando figlio e moglie a gestire il tutto.

    Erano persone splendide, piene di premure e anche abili nel loro lavoro. Feci poco meno di un mese lì dentro e poi decisi di andarmene.

    Durante le mie giornate di lavoro passavo tempo a studiare i prodotti, che dopo una settimana già conoscevo a menadito ma che ad ogni modo, secondo loro non era ancora abbastanza.


    Quando arrivavano i corrieri, suonavano al campanello e io scattavo in piedi pronto per andare ad aprire e la stessa cosa accadeva quando squillava il telefono e quando entrava un cliente o qualsiasi altra persona dalla porta.
    Pensavo fosse corretto farsi vedere disponibile e servizievole ma il mio entusiasmo veniva presto bloccato dal figlio con la solita frase: Lascia Andrea, vado io…stai pure li seduto a studiare.

    Dopo tre settimane avevo capito che il figlio aveva solo bisogno di una persona che gli facesse compagnia e soprattutto una persona più ignorante alla quale dimostrare la propria bravura. Ora era lui il titolare dell’azienda e non aveva più ombre alla quale dover dar peso.

    Decisi che non era il posto che faceva per me e andai dritto dalla madre per dirle ciò che pensavo.

    Mi ringraziò per la schiettezza e al momento di fare i conti per darmi l’assegno con i soldi che mi spettavano, per i giorni che avevo fatto di lavorò la interruppi:

    Lasci stare signora, ho imparato delle cose ma non credo di aver mai lavorato un giorno, faceva tutto suo figlio e di conseguenza non trovo corretto ricevere dei soldi in cambio di niente.

    La signora mi guardò con aria spaesata…non credo abbia mai capito il mio gesto.
    Non li vidi più e non sentii mai più parlare di loro.

    Fra tutte le esperienze di posto fisso fatte questa è l’unica che ricordo sempre.

    Ma il lavoro fisso non faceva per me.

    Di contro lavorare in proprio non era una cosa altrettanto facile. L’inesperienza innanzitutto non mi rendeva così chiaro il da farsi e mio padre, per giunta era sempre a sfavore delle mie idee.

    Non avevo nessun esempio da seguire!

    Ma nonostante tutto e a suono di errori e cartelle esattoriali ho appreso ciò che ci voleva per stare in piedi con la propria partita iva. Non sono stati tutti anni d’oro ma come dicevo all’inizio di questo articolo, non ho mai avuto un giorno libero dal lavoro e dagli impegni.

    Spesso sono le nostre scelte a rendere più o meno profittevoli i nostri progetti. Lavorare in proprio ci può far sembrare di essere padroni del tempo ma allo stesso modo non c’è perdono se si seguono progetti per cui il tempo viene solo gettato.

    Questa mattina ho sentito un mio carissimo amico. Una di quelle persone con il posto di lavoro d’oro e sicurissimo ma che oggi, sta cercando lavoro perché la sua azienda ha chiuso.

    Ci siamo visti per un caffè ma ciò che non ho avuto modo di fargli comprendere è che se crede di poter trovare un altro posto fisso con quelle garanzie e soprattutto con quello stipendio, potrebbe restare disoccupato a vita.

    Ci sono un mare di persone disoccupate che non hanno mai avuto il coraggio di mettersi in proprio. Alcune per la paura delle tasse, come se da dipendente le tasse non esistano e altri semplicemente perché non si sentono all’altezza.

    Alla domanda: secondo te cosa dovrei fare? che posto di lavoro posso cercare? io ho risposto: Investi su te stesso. Hai una professionalità incredibile e lì fuori ci sono un sacco di aziende che necessitano delle tue conoscenze.

    La sua risposta è stata: Ma figurati se mi metto ad aprire una partita iva a 45 anni.

    Ne deduco cha al mondo d’oggi, ad una certa età sia meglio aprire una porta alla disoccupazione piuttosto che mettersi in gioco aprendo una partita iva.

    E’ il giusto momento per fare i conti con se stessi, credetemi. Sia che occupiate un posto di lavoro in cui i vostri datori di lavoro non vi fanno lavorare perché accentrano e vogliono fare tutto loro, sia se siete stipendiati dall’azienda più sicura degli anni ’80 e a maggior ragione se siete dei disoccupati.

    Il mondo è cambiato…Aspettare è solo indice di incoscienza.

  • San Tommaso crederebbe negli algoritmi?

    San Tommaso crederebbe negli algoritmi?

    Quando ero piccolo non era certo come oggi.

    Non c’era Netflix.

    Una serie di Magnum P.I. (PI per chi non lo sapesse è l’acronimo di Private Invastigation…ho sentito dire Magnum p1 da alcuni e scrivere Magnum piai da altri)

    Oggi abbiamo tutto pronto. Basta schiacciare un tasto e fare della nostra giornata una spugna adatta ad assorbire un’intera serie, in un solo giorno.

    Mi chiedo ogni mattino come sia possibile che Magnum non sia presente su queste piattaforme, ma questa è un’altra storia.

    Non ho mai creduto fino in fondo che un algoritmo potesse decidere di darti luce o buio a seconda del numero di pubblicazioni (e non solo…non iniziate a fare i professori di digital marketing).

    Mi rendo solo conto che se questo principio fosse stato adottato sin dagli anni 80, oggi non esisterebbe gran parte del nostro passato mediatico.

    Pippo Baudo scrive davvero poco. Forse meno di me, infatti si è totalmente eclissato. E mentre mi auguro che stia bene non posso non essere arrabbiato con gli algoritmi che decidono la nostra sorte.

    Algoritmi che inducono persone a pubblicare monnezza solo per non interrompere un flusso. (non iniziate a fare i professori di digital marketing)

    Una volta Fantastico o la Corrida venivano trasmessi al Sabato in prima serata ed erano milioni gli italiani inchiodati davanti al cubo con le antenne.

    Al lunedì si parlava di calcio, del film che avevano trasmesso su canale 5 e anche di questi show che intrattenevano le nostre serate in famiglia.

    Oggi al lunedì, se c’è la possibilità di incrociare qualcuno con cui parlare, i discorsi sono ben altri:

    1) Non si sa se parlare di una serie televisiva perché magari si diventa mediocri a confessare di guardare la TV.

    2) Non si condivide più quell’emozione/mistero e quello scambio di opinioni che poteva farci immaginare cosa sarebbe accaduto la settimana successiva in quel telefilm (oggi si chiamano serie e basta). Oggi al massimo chiediamo: Hai visto: la casa di carta? Hai visto il trono di spade?

    Godiamo una volta per tutte, mentre in passato si godeva ogni giorno della settimana!

    Forse non parliamo più come una volta o forse il modo di creare rapporti e relazioni è profondamente cambiato.

    Ho aperto un blog da zero, e le pagine social da zero. Ho pubblicato seguendo le giuste regole di pubblicazione per un mese e devo dire che tutto funzionava come un orologio svizzero…mi sono lecitamente chiesto: ma tutte queste visite sul mio sito e tutte queste visite sui miei profili social dipendono davvero dal fatto che continuo a pubblicare in modo costante? (e non solo)

    Ho deciso di fermarmi per un mese (in realtà volevo stare fermo fino a Gennaio ma ho compreso ora la stupidità del mio gesto :-))

    Per due settimane ho continuato a ricevere i report dai social e da Analytics con dati che aumentavano a prescindere dalla mia attività di pubblicazione ma ad un certo punto è accaduta una cosa davvero bizzarra.

    Il 23 Novembre ho ricevuto un’email da Linkedin che mi segnalava che il mio profilo era stato visto da una persona sola e da quel giorno ad oggi (non solo Linkedin) non ho più ricevuto nessun messaggio.

    I report tutti a zero.

    So di non essere nessuno e a dirla tutta so bene che mi sarei cacciato in questo grosso pasticcio, ma una volta nella vita volevo provare a vedere cosa sarebbe accaduto (meglio su di me che sui clienti!)

    La reazione è stata quella di dirmi: Andrea, lascia perdere la pausa fino a Gennaio perché a Dicembre hai già perso quello che avevi recuperato 🙂

    E dunque mi ritrovo qui a fare il contenuto riempitivo a cavallo tra il vecchio e il nuovo calendario editoriale.

    Però mi chiedo?

    E’ così bello cercare cose su Google e ricevere in cambio articoli del 2012 solo perché ben indicizzati? (ma non aggiornati al giorno d’oggi?)

    Che criterio è stato usato per scegliere di dare maggiore visibilità a contenuti vecchi e non aggiornati, rispetto ad articoli nuovi e freschi?

    Non ditemi che capita solo a me!

    Il criterio è quello dell’essere umano, lo conosciamo bene e ci sentiamo a nostro agio:
    Quello degli escamotage, quello del chi tardi arriva male alloggia, quello del: NOI esistiamo dal 1947 (e quindi siamo i migliori).

    Qualcosa di così moderno che ha fondato il proprio sistema “meritocratico” su un sistema che non restituisce dati altrettanto moderni?

    Il tessuto delle aziende in cui lavoriamo o di cui siamo a capo ragiona proprio così. Ed è proprio questo il motivo per cui l’innovazione tarda ad arrivare (e di conseguenza il resto).

    Non sono qui a dire che tutto sia saturo ma non posso nascondere che mi piacerebbe dire a tutti quelli che propongono le stesse cazzate dal 1947 (che tra parentesi è l’anno in cui è nata mia mamma, quindi non una data inutile) che sarebbe il caso di levarsi dalle scatole e di conseguenza facilitare l’emergere di chi ha il futuro tra le proprie corde (mai sentito parlare di passaggio generazionale? Mai pensato al perché del passaggio generazionale?).

    Non preoccupatevi, non sono qui a lamentarmi di non riuscire ad emergere perché il mondo è saturo e fa schifo…chi mi conosce sa bene che non ho bisogno di perdere tempo a scrivere certe inutilità…ma permettetemi una cosa:

    Perché dovremmo salvare gente immobile che ha fatto una cosa buona nella propria vita e al contempo affondare chi propone soluzioni nel tempo corrente (o futuro)?

    Thomas Magnum (quello di Magnum PI) parlava molto con se stesso e questo modo di agire lo portava spesso a risolvere i suoi casi. Casi che partivano da un semplice tradimento ma che poi avevano molto da raccontare: amicizia, guerra, ricchezza, povertà, atteggiamento (positivo e negativo delle persone).

    Rischiava spesso la vita e i suoi amici la rischiavano con lui, nonostante l’inizio della puntata non presagisse affatto l’uso di armi.

    Ma la vita è fatta così. Possiamo stare fermi per evitare di sbagliare oppure sbagliare e vivere in salita.

    Non sono San Tommaso (o St. Thomas in questo caso) ma devo dire che testare su se stessi, mettere in discussione, provare a fare diversamente può darci quella marcia in più per potercela fare…c’è un altro modo per emergere nella vita, sapete qual è?

  • Se corro posso camminare sulle acque?

    Se corro posso camminare sulle acque?

    Che ci crediate o no un giorno ero a pescare con degli amici e ad un certo punto ho davvero posto questa domanda.

    Ero in piena adolescenza e frequentavo ancora l’oratorio. Non perché ad un certo punto della vita si debba smettere di frequentarlo, anzi…chi ci accompagnava in Auto aveva la sua suonata età già ai tempi ed è grazie a lui che posso raccontare questa storia.

    Sembrerà difficile crederci ma trovare alle porte di Milano luoghi dove poter pescare è più facile che sul Lago Maggiore (incredibile ma vero).

    Non si pescava nulla in quelle giornate perché l’obiettivo numero uno era divertirsi e bere le prime birre lontani dagli occhi indiscreti. (se arrivavano anche i pesci era grasso che colava).

    Mentre scrivo non so se a questo punto il mio delirio di onnipotenza derivava dalla birra di troppo ma sta di fatto che al momento di tornare indietro misi le scarpe ai piedi non curante del fatto che per tornare alla macchina, avrei dovuto attraversare circa 4 metri di torrente “profondo” non più di 5cm.

    Fu allora che feci la fatidica domanda.

    Non attesi nessuna risposta e dimostrai a me stesso e a tutti quelli che mi guardavano con aria goliardica e di sfida che la mia folle teoria non solo mi aveva fatto inzuppare completamente le scarpe ma gli schizzi generati dal mio dolce peso avevano anche infradiciato tutti i miei pantaloni.

    Non ne uscii sconfitto…entrai nella storia della mia compagnia e ancora oggi quando abbiamo ho possibilità di incontrare i miei vecchi amici, ridiamo ancora come i matti ricordandoci il momento.

    Alla domanda iniziale mi sento di rispondere con una certa sicurezza che se vai piano al massimo ti puoi bagnare le suole delle scarpe.

    Un idea fallimentare?

    Quando abbiamo degli obiettivi e non li studiamo a fondo, quando diamo le cose per scontate, quando ci sentiamo onnipotenti, Spesso portiamo a casa un veri e propri fallimenti. La maggior parte delle volte pecchiamo anche di presunzione e la presunzione a mio parere, è nemica del successo.

    Non confondiamo l’osare con l’essere presuntosi. Sono due cose diverse.

    Questa storia mi fa venire in mente anche un altro pensiero: e se non fosse mai accaduto?

    C’è sempre nella vita un momento in cui si cerca di giocare follemente ma come ben sappiamo molte delle scoperte che hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere sono imputabili a degli errori umani che hanno convalidato o modificato tesi e ipotesi.

    Mi chiedo, e se ci fossi riuscito davvero? Non saranno mica solo una botta di fortuna le scoperte! Non saranno solo il risultato della casualità e non sarà solo la vita a donarci le istruzioni ritenendoci poco capaci!

    Ti è mai capitato di vedere una scoperta all’ultimo grido che ti ha fatto sorridere…e ti ha fatto dire: Geniale, una stupidata alla quale potevamo pensare tutti ma ci ha pensato solo lui.

    Ecco! Qui si gioca il secondo round di questo piccolo incontro. Bisogna che i nostri occhi vedano le opportunità. E si può arrivare a ciò, solo se si vive la vita attivamente.

    Perché è vero che dagli errori si può imparare. Io ad esempio dal quel giorno ho acquistato degli stivali da pesca. Ma chi vive passivamente la propria vita non va nemmeno a pescare.

    Qui sta il vero problema!

    Avere un atteggiamento passivo è il danno più grande che si possa fare alla propria vita. Si parte con dei piccoli malcontenti regalati dalle prime sconfitte e si decide di non partecipare più.

    Le scuse sono il passo successivo!

    Il terzo round si insinua proprio tra la differenza che c’è tra: motivo e scusa.

    Mentre rileggo l’ultima frase scritta mi viene voglia di chiudere qui l’articolo, di non dare nessuna spiegazione. Per me non necessita d’altro ma so bene che c’è chi può avere bisogno di capire la sottile differenza che c’è tra le due parole.

    Vieni a pescare Sabato?

    No,

    Perché?

    Motivo: Non ho l’attrezzatura

    Scusa: Non ho tempo.

    Il vero peccato è che con il passare degli anni la passività applica un vero e proprio callo mentale difficile da estirpare. Crea un vuoto di ambizioni per fare spazio all’indifferenza. A dirla tutta, non so se si può uscire da questo stato ad una certa età. Non ho nemmeno il bagaglio culturale per poter accennare una qualunque ipotesi…

    Ma voglio lanciarvi una sfida:

    Perché non provate a correre con scarpe e vestiti su un piccolo torrente d’acqua e scoprire se potete camminare sulle acque?

    Fatelo per voi stessi, per tornare bambini, per bagnarvi consapevolmente, per darmi o darvi degli idioti, per comprendere che quando si crede in qualcosa e il risultato è ovvio, l’azione può portare anche a un beneficio.

    Non serve che il vostro atteggiamento limiti la vostra voglia o ambizione di provare.

    Quando si ha fiducia in se stessi si può arrivare ovunque.

  • Scade Domenica

    Scade Domenica

    Da tempo tengo d’occhio un bellissimo telefono cellulare Android che mi piacerebbe davvero possedere. Due pollici in più del mio…si parla dello schermo ovviamente. Una fotocamera da 1250Mpx, un audio impeccabile, 9KMiliardi di colori in più rispetto alla concorrenza, infrangibile.

    C’è purtroppo un problema, il prezzo. Stiamo parlando di un oggetto che costa 1599,99 €.

    D’altronde è appena uscito quindi è normale costi così tanto. Ma io lo desidero a costo di sacrificare la mia stessa vita.

    Quando guardo gli Youtuber che ne parlano, provo invidia nei loro confronti ma allo stesso tempo godo per come lo decantano e per come mi espongono le caratteristiche.

    C’è un altro problema, che poi si lega al primo. Guadagno solo 1000 euro al mese e questo significa che per comprarlo dovrò lavorare almeno due mesi se non tre prima di comprarmelo.

    Già, purtroppo non ho risparmi da parte, come potrei averne con lo stipendio che mi danno per lavorare 8 ore al giorno?

    In più quella bestia del mio capo mi fa fare pure gli straordinari e non me li paga. Per tutelarsi l’anno scorso ha fatto firmare me e i miei colleghi su un foglio che vieta gli straordinari e dove le ore in più che vengono fatte, non sono retribuite. A sua opinione se ancora non abbiamo finito è perché siamo lenti. Lui intanto va veloce con la sua auto sportiva.

    Capite che brutta vita faccio?

    Per questo vorrei tanto questo telefono. Si vive una volta sola e qualche soddisfazione nella vita uno dovrà pur togliersela.

    Averlo mi completa, mi fa sentire più ricco. Quando esco al ristorante con la mia ragazza il solo pensiero di averlo sul tavolo mi fa sentire una persona importante.

    Insomma…comprendete quanto sia importante per me possederlo o no?

    Di post e discorsi simili ne sono pieni i Social e i bar e non sono sempre adolescenti a farli. Non lo dico tanto per dire. Siete schiavi degli oggetti. Vi sacrificate per loro. Vi fate identificare tramite loro.

    Non importa se non farete mai i fotografi e non sapete nemmeno a cosa servono i mega pixel o quanti possono esserne sufficienti. Volete sempre di più.

    Volere senza poter ottenere.

    Mai sentito parlare di scarsità? No, non quella dello scade domenica…quella che a grandi linee vi dice:

    Non potrete avere tutto ciò che volete perché nella vita ci sono delle priorità e i soldi non sono infiniti, nemmeno per il più ricco del mondo.

    Si è vero, è molto scomoda come regola ma è piuttosto realistica.

    Da tempo sono alla ricerca di un telefono con un vivavoce degno di questo nome. Non l’ho mai trovato. Questo perché chi produce telefoni non si ricorda più che produce telefoni e preferisce soddisfare tutte quelle esigenze che vanno al di fuori del telefonare.

    Non sono un “poco avvezzo alla tecnologia”, tutt’altro…ma per scrivere cazzate sui social e fare foto orribili, come del resto faccio anch’io, non serve un telefono sofisticato.

    Per lo stesso motivo l’acquisto di una Porsche 911 r4 non ci fa diventare automaticamente piloti.

    Quando ero piccolo questi concetti passavano anche attraverso la pubblicità in modalità Cinghiale.

    Forse ai tempi c’era il problema opposto! La scarsità la conoscevamo perché era ben distinta e distingueva.

    L’unica cosa che è rimasta uguale a quel periodo è che oggi utilizziamo ancora i soldi per misurare le attitudini delle persone. Ma nel 2021, non credete sia il caso di ribaltare un po’ questi concetti da museo?

    Per cominciare a farlo, qualora ci fosse la volontà, bisogna iniziare a capire che il mondo non è fatto di ricchi e poveri (non intendo i cantanti) ma fatto di persone con attitudini e capacità che vanno oltre il quanto guadagnano al mese.

    Per evitare di entrare subito nelle polemiche: Si ma Andrea vabbè…ma lo sai bene che chi ha i soldi campa meglio…

    Conosco persone che con 1000 euro al mese vivono meglio di persone che ne guadagnano 10.000.

    Non parlo di felicità! Sapete che per me se sei felice lo sei anche con un euro e non è detto tu lo possa essere con 10.

    Parlo di consapevolezza monetaria.

    Vivo in una zona di frontiera tra l’Italia e la svizzera (italiana ovviamente) e di conseguenza conosco e frequento diversi frontalieri. I frontalieri sono persone che lavorano in Svizzera ma risiedono e vivono in Italia. A parità di lavoro, molto spesso guadagnano quasi il doppio.

    Bene, non hanno un euro (o franco) da parte.

    Sapete perché?

    Come finirebbe Se al ragazzo del telefonino il suo capo gli dicesse: Bravo, da oggi ti meriti di guadagnare 3000 euro al mese oltre agli straordinari

    Il ragazzo comprerebbe immediatamente il telefono e successivamente, non soddisfatto acquisterebbe una nuova auto o accenderebbe un mutuo di 30anni per avere la casa con la piscina, ritrovandosi, nel giro di poco tempo come nella situazione iniziale.

    Avete mai visto The Cube? Guardatelo…centra poco ma ha il suo perché in quello che sto dicendo.

    Non gli basterebbero mai. Finché non si toglie dalla testa che i soldi guadagnati servono per pagare cose e spese che permettono di vivere nel benessere sarà sempre lì intrappolato negli stessi problemi.

    Cazzate?

    Non nasco di certo imparato, l’errore l’ho commesso io in prima persona ma è proprio capendolo che in breve tempo sono riuscito a costruirmi ciò che oggi mi permette di vivere (non stra-vivere) anche senza fare nulla.

    Non sono un lavativo, sia chiaro, diciamo che lavoro per il piacere di farlo e di conseguenza faccio solo cose che mi piace fare…se non c’è nulla che mi piaccia fare non lavoro e dedico il tempo alla mia crescita personale.

    Sapete quanti libri potete comprare con 1500 euro? Vero che su uno smartphone c’è il web che potrebbe formarci, ma lo trovi anche su un telefono da 150 euro.

    Quando mi sono messo in testa di scrivere i miei pensieri mi sono limitato sempre nel dare massimo uno spunto di riflessione per articolo, ma questa volta è diverso.

    C’era bisogno di aprire concetti diversi per metterne assieme uno unico.

    Piantatala di correre addietro alle cose che scadono domenica perché nella maggior parte delle volte si tratta di oggetti che hanno già una data di scadenza improrogabile e chi vende lo sa bene.

    Anche noi tutti abbiamo la data di scadenza. Chi lo dimentica è perché non ha obiettivi nella vita oppure lega i propri a momenti come: il Black Friday o al Prime day.

    Fate una prova…mettete da parte i soldi che vorreste spendere in questi momenti di marketing e feroce susseguito da acquisti compulsivi…forse tra qualche anno, potreste realizzare qualcosa di molto più grande e duraturo.