Categoria: Crescita personale

  • Ma che ne sanno i vecchi dei giovani

    Ma che ne sanno i vecchi dei giovani

    Quando ero piccolo facevo da telecomando umano per mio Padre: Andrea, metti sull’uno, metti sul due. A volte mi trasformavo anche in un’antenna umana: Andrea vieni a spostare l’antenna, così fermo, mmm no, no, no aspetta, ecco sta fermo lì

    Ma che ne sanno i giovani d’oggi.

    E cosa ne sanno i vecchi di ieri, di oggi.

    Perché parliamoci chiaro. Se ai tempi guardare la TV era una cosa così complessa e faticosa. Capisco, gli anziani che crede che noi giovani (e mi ci metto anch’io) non facciamo nulla dalla mattina alla sera e stiamo sempre col cellulare o il PC in mano a giocare.

    Per gli operai di un tempo fare il famoso pezzo costava fatica, tanta fatica. Ora il numero di pezzi mensili li facciamo in un giorno, ma questo non significa che non lavoriamo.

    In Italia pare che lavorare sia sinonimo di fare visibilmente fatica e se non la fai ma hai uno stipendio, sei una persona fortunata: Beato te, a miei tempi…

    Il mondo è cambiato e continua a cambiare giorno per giorno. Ho aperto questo articolo con un aneddoto tratto dal mio libro: “Futurazienda” proprio perché l’altro giorno mentre ne stavo spendendo delle copie (poche) mi sono andato a rileggere proprio quella piccola storiella.

    Nel 1969 Neil Armstrong metteva piede sulla luna, grazie anche alla tecnologia del tempo. Non stiamo parlando di secoli fa ma dell’altro ieri.

    All’epoca l’ Apollo Guidance Computer era il PC che aveva permesso l’operazione così epocale. Stiamo parlando di un “computer” che aveva un processore di 0,04 Mhz, mentre oggi sappiamo che i nostri processori sono mediamente da 2,6 GHz.

    Lungi da me fare una lezione di informatica, non è più tempo a mio parere. Voglio solo farvi riflettere su un concetto banale ma che la mia testa ancora non riesce a chiarire.

    Vi do un paio di dati e considerazioni:

    1 – Il mio smartphone, quello che ho sempre tra le mani, ha un processore con 6 core da 2.1 GHz;

    2 – Di Apollo Guidance Computer ne esisteva solo uno, di smartphone circa 80Mln (fonte);

    3 – Senza dimenticare che abbiamo un numero elevato di PC, anche se la percentuale non è elevatissima;

    4 – Con un Apollo Guidance Computer siamo andati sulla luna;

    5 – Con gli smartphone e i PC non abbiamo combinato una mazza;

    E’ vero…

    Sono nati milioni di “medici” che non hanno studiato medicina, un sacco di opinionisti, giornalisti che parlano come scienziati, persone che si auto-curano e non vanno più dal medico di base, sono tutti chef e possono permettersi di criticare Cracco, sono tutti marketer, manager, CEO e addirittura c’è chi si arroga il diritto di mettere sotto i piedi i premi Nobel.

    Non sono qui a dire dire che non siano serviti.

    Voglio solo dire che ognuno di noi ha in surplus, apparecchiature che hanno una potenza di calcolo almeno 1000 volte più elevata rispetto all’Apollo Guidance Computer e non siamo stai ancora capaci di fare nulla di epocale!

    Nemmeno un video epocale, visto che il famoso allunaggio si dice sia solo un documentario girato in studio. (però siamo capaci di criticare qualsiasi cosa e c’è sempre chi dice)

    Viviamo passivi.

    Elon Musk, Jeff Bezos vanno sulla Luna, su Marte e noi stiamo li a guardare passivi. Li osserviamo come osserveremmo un qualunque Reality show. Non curanti che si parla di persone, come noi e non di alieni.

    Stai pensando che loro hanno i soldi e tu no?

    Hai mai pensato di “fare” i soldi al posto di vivere fino all’ultimo centesimo la tua giornata?

    Oppure pensi che certa gente sia nata milionaria e che chi ha i milioni li ha per sempre e da sempre?

    Faccio queste domande perché spesso abbiamo un’idea della ricchezza un po’ distorta. Avere Milioni e vivere la giornata fino all’ultimo centesimo non ti porta ad essere “ricco”.

    Ti porta ad essere una persona che guadagna molto ma che in sostanza è povera.

    Elon Musk ha un obiettivo da quando è piccino. Si certo si contano sulle punte delle dita le persone con le idee così chiare e ne ho già parlato già qui e non mi voglio dilungare, ma la cosa che più fa la differenza è che Lui ha sempre avuto obiettivi da raggiungere e si è messo in gioco per raggiungerli.

    Stessa cosa Bezos. Ci sono anche altre persone che si sono comportate così ma se devo giocare a fare le proporzioni, l’avvento della tecnologia e le possibilità comunicative che abbiamo al giorno d’oggi sono state usate come si deve solo da pochissime persone…e gli altri a guardare per criticare.

    La tecnologia è diventata uno status symbol, una spesa usa e getta.

    Pensiamo sempre ci manchi qualcosa per realizzare i nostri sogni. Ma non è così. Il limite alla nostra realizzazione siamo noi stessi e il modo scorretto di ragionare.

    Se Musk avesse ragionato come la maggior parte delle persone, non sarebbe esistito nulla di ciò che oggi imputiamo a lui e probabilmente non sarebbe mai stato “ricco” e l’unico Musk famoso sarebbe quello della Denim.

    Tu che obiettivi di vita hai? Alzarti alla mattina per rotolare nella ruota del criceto fino a sera e generare soldi da spendere per avere sempre di più?

    Oppure sei in una fase in cui stai comprendendo che si può fare, come diceva il dottor Frankenstìn interpretato dal fantastico Jim Wilder?

    La prima volta che vidi Frankstein junior ero piccino, e quel film in bianco e nero mi mise addirittura paura, per fortuna che ad un certo punto, a sfavore della felicità di mio padre, il segnale dell’antenna iniziò ad avere problemi irrisolvibili. Non risolvibili nemmeno da me, che se ai tempi ci fosse stato Linkedin avrei certo saputo cosa scrivere sotto il mio nome.

    Andrea Dainotti

    Human Antenna Manager.

  • Sai leggere?

    Sai leggere?

    Il primo giorno di militare lo ricordo come un qualcosa di surreale. La pittoresca sveglia fatta di urla e colpi sui letti a castello, tutti che scattavano alla velocità della luce per vestirsi, per la prima volta con mimetica e anfibi. Tutto doveva essere rigorosamente impeccabile. Il primo giorno nessuno sa nemmeno come si indossa una divisa o un paio di anfibi.

    La corsa nei bagni, file di ragazzini a farsi la barba dividendosi 3 unici specchi su cui cercare di capire se restava schiuma da barba da qualche parte, oppure no.

    Tutto per scendere a fare il famoso alzabandiera. Non vorrei passare per uno che non tiene alla propria patria ma sinceramente, salutare il simbolo più importante della nostra nazione vestiti a casaccio, con le scarpe slacciate o senza lacci, con la barba un po fatta e un po’ no mi pare più una clamorosa confessione alla bandiera: Buongiorno Italia, io dovrei essere quello che può salvarti in caso di pericolo, abbi pietà di me.

    Senza raccontare il resto della giornata che poco ci interesserebbe, posso concludere il racconto con il fatto che subito dopo si andava a fare colazione.

    Non tutti abbiamo vissuto questa esperienza ma c’è qualcuno che non ha mai smesso di viverla.

    Andiamo tutti di corsa, ci svegliamo al mattino e cominciamo una vera e propria gara all’ultimo secondo, questa volta abbiamo uno specchio tutto per noi e usciamo di casa quasi impeccabili per affrontare una nuova giornata di lavoro.

    Pubbliche relazioni con i colleghi, le solite frasi del lunedì e di tutti gli altri giorni della settimana ci accompagnano fino al venerdì, dove stanchi ci prepariamo a vivere il nostro meritato weekend.

    Stanchi poi, perché continuiamo a correre senza mai fermarci. Anche il fine settimana lo viviamo di corsa cercando di fare mille cose in poco tempo, mettendo il riposo all’ultimo posto.

    C’è gente che al Lunedì si lamenta della fatica fatta nei weekend. La maggior parte di loro avrà speso di più di quello che ha guadagnato durante tutta la settimana, ma è dura far comprendere che c’è poco da correre e che il nostro reddito dipende da altri fattori.

    Si paragona spesso la vita di tutti i giorni alla ruota del criceto, chi non ne ha mai sentito parlare può leggere qualsiasi libro di finanza personale per comprendere di che parlo, primo fra tutti Padre ricco padre povero di Robert Kiyosaki, un libro e un autore che non necessita di nessuna presentazione ma che se non avete mai letto, forse potrebbe farvi capire molte cose.

    Viviamo davvero così, senza renderci conto di cosa abbiamo attorno, senza tregua, correndo come dei criceti e dedicando i nostri minuti di lentezza a mangiare, bere e dormire (male).

    Uno scenario davvero inquietante ma che nonostante tutto, in molti si ostinano a vivere.

    Vivi in un modo diverso?

    Questo il motivo per cui molti si lamentano non appena mettono piede fuori dal loro posto di lavoro, non curanti del fatto che nessuno ha mai puntato loro il dito obbligandoli a fare quella vita.

    So che questo è un argomento spinoso, ogni volta che ne parlo la gente mi sputa in faccia sentenze come: Si bravo ma come mangiamo? Come pago le spese? Come finisco di pagare il mutuo?

    Insomma vengo trattato come uno che fa discorsi alieni e da radical chic. Mi additate solo perché il continuare a correre sulla ruota del criceto, vi ha fatto fare scelte non ponderate, scelte di massa e ora siete nella emme.

    Nella emme perché siete bloccati a uno stadio più preoccupante di quello del criceto. Voi non potete più fermarvi perché non avete scelta e vi siete puntati il dito da soli, obbligandovi ad avere problemi.

    Scelte non ponderate e scarsità, due concetti troppo sottovalutati. Concetti che dovrebbero essere insegnati sin dalla scuola materna ma che fino alle generazioni dei miei figli, impariamo sulla nostra pelle.

    Nella vita non si può avere tutto, quindi è essenziale soddisfare le nostre necessità e preoccuparci di non farci mancare ciò che realmente serve alla nostra esistenza.

    La casa in cui si vive è importante ma non vitale (e non venite a farmi il discorso che con l’affitto si buttano soldi mentre voi avete fatto un investimento, perché il fatto di non potervi permettere il mutuo e di essere soffocati dal mutuo è già una risposta soddisfacente) anche l’auto e tantissime cose che godiamo non servono alla nostra esistenza.

    Nessuno è qui a dire che dovete smettere di comprare soddisfazioni ma il grande problema è che non fare scelte ponderate ci porta ad avere cose inutili e a non farci permettere le cose vitali. Proprio perché la scarsità ci insegna che non possiamo avere tutto ciò che desideriamo (per chiunque i soldi sono limitati).

    Internet è pieno di informazioni che possono aiutarvi a migliorarvi, le librerie sono piene di libri che parlano di questi concetti, ma voi non leggete perché non avete tempo.

    Personalmente ho sempre reputato assurdo parlare dell’inflazionata ruota del criceto ma a quanto pare bisogna che qualcuno continui a dirlo, visto che troppe persone sono ancora schiave di essa.

    Non sono un promotore finanziario ma credo di potermi permettere di darvi un consiglio a proposito d’ investimenti.

    Investite su voi stessi, investite sulla vostra cultura economica, diventate un alieno come me e soprattutto smettete di lamentarvi per aver voluto ciò che vi crea problemi.

    Leggete, al posto di spendere 20€ per un aperitivo per dimenticare la giornata, compratevi un libro e usate ogni giorno per diventare persone migliori.

  • Posso farti una domanda?

    Posso farti una domanda?

    Ad un certo punto ho detto basta. E credetemi non era per soldi. Chiunque lavori dovrebbe avere un’ entrata che gli permetta di poter vivere. Quando manca…c’è un problema di base.

    Il mio problema era non essere padrone del mio tempo. Come può un imprenditore non essere padrone del proprio tempo?

    Per anni questa domanda mi massacrava il cervello. Ma non avevo nemmeno il tempo di pensare ad un’alternativa. La vita scorreva velocemente, senza darmi spazio.

    Avevo deciso di lavorare in proprio ma ero diretto dipendente dei miei clienti. Loro chiamavano e io correvo. Proprio come erano abituati ai loro dipendenti.
    Correvo anche quando non pagavano, anzi…in quei casi correvo di più proprio perché speravo che vedendo la mia disponibilità avrebbero deciso finalmente di mettere mano al loro conto corrente per farmi il tanto atteso bonifico.

    Questa è la vita di molti professionisti di tutto il mondo. Tenuti per le palle dallo stato e sotto scacco dai propri clienti. Persone destinate ad ammalarsi e sentirsi dare come diagnosi da tutti i medici un bel: Lei soffre d’ansia, è troppo stressato, dovrebbe dedicare del tempo anche a se stesso.

    E sapete perché tutto questo accade? Perché si crede non possa esserci alternativa.

    Ora ho deciso di dirvene una che vi farà ridere: La soluzione c’è. 🙂

    Ti viene da ridere vero?

    Sai bene che in questo momento mi sto inventando che esiste una soluzione solo perché ho un pacco o un servizio da piazzarti, vero?

    Questo è il gioco. Tu hai bisogno e c’è qualcuno che per guadagnare, approfitta delle tue preoccupazioni dandoti una speranza.

    E’ normale! Sei debole, ti fai trasportare ovunque. Basta il primo col sorriso che ti dice che hai la soluzione davanti agli occhi, che ci credi.

    Un vero peccato che il mondo giri così non credi?

    E’ un mondo sterile, fatto da persone che pur di venderti un corso per scrivere o qualsivoglia altra cialtronata sono disposte a fare leva sulle tue insicurezze.

    Ecco il commercio moderno su cosa si basa. Sulle tue insicurezze.

    Siamo padroni della nostra vita, per me è scontato. Ma non lo è da sempre. L’ho capito a pedate.

    Non vendo rimedi anti-stress o corsi di crescita personale, a dirla tutta non ho proprio nulla da venderti, anche perché non so nemmeno chi sei…ciò che posso dirti è che se ti ritrovi in quello che ho scritto e non hai ancora reagito. Presto sarai sull’orlo di una crisi di nervi.

    Avrai voglia ad appellarti a tutti quelli che credi possano essere la causa di tutto questo, ma non avrai il coraggio. Sei loro dipendente e i loro soldi (quando te li danno) sono quelli che ti danno da vivere (magari anche alla tua famiglia).

    Sei in trappola…Ti viene ancora da ridere?

    Quando ti dicevo che la soluzione c’è non stavo scherzando. Non è sotto al tuo naso ma può essere avviata dalla vostra testa. Ma per farlo hai bisogno di tempo e per avere tempo devi imparare a eliminare ciò che nell’immediato è inutile.

    Sai quanta monnezza ti occupa tempo durante la giornata e non lo sai nemmeno? Anch’io non ci credevo ma poi quando ho cominciato a fare una cernita delle azioni che svolgevo per abitudine mi sono dovuto ricredere.

    O gestisci il tuo tempo partendo da questo principio, oppure non c’è nessuna soluzione.

    Da quando ti alzi al mattino a quando ritorni nel tuo letto c’è una giornata fatta di ore, di minuti e di secondi.

    Bene è qui che devi cercare di lavorare.

    Io ad esempio ho iniziato a dire ai clienti non paganti che li avrei assistiti con delle video conferenze e che il mio modo di lavorare stava cambiando al punto da rendere le riunioni in presenza rare.

    Alcuni mi hanno scartato perché non comprendevano il mio nuovo modo di lavorare altri hanno accettato il compromesso.

    Tanto erano clienti non paganti, perché avrei dovuto aver paura di perderli?

    Una volta accettato il compromesso della video conferenza ho fatto loro un discorso definitivo.

    Lavoravo ad ore e avevano due modi per avermi come professionista:

    60 euro all’ora fatturati a fine consulenza

    10 ore con pagamento anticipato al costo di 499 euro.

    Anche a questo giro ho perso clienti non paganti e qualcuno ha iniziato a pagare.

    Come inizio mi è andata bene, non tanto per i pochi clienti che acquistavano i pacchetti da 10 ore ma per le ore che ho guadagnato e non gettato in auto in mezzo al traffico e spese in inutili riunioni inconcludenti.

    A questo punto mi sono dato un’altra regola: Nessuno dovrà mai appropriarsi del tempo che sono riuscito a conquistare e lo stesso lo userò solo per migliorare me stesso.

    Oltre alle ore buttate alla guida ho scoperto di gettare molto tempo a parlare di cose inutili tra un viaggio e l’altro solo per sentirmi in compagnia.

    Dopo qualche mese, guadagnavo gli stessi soldi con il vantaggio di avere minori spese, avevo più tempo a disposizione per la mia crescita e mi sentivo meno stressato.

    Da qui è iniziata la vera e propria rivoluzione.

    Hai voglia a imparare l’arte della vendita, della lettura, della scrittura e di qualsiasi altra arte in cui ti credi carente.

    Impara a guadagnare tempo per te stesso e se proprio non puoi fare a meno di scambiarlo fallo per soldi o per qualcosa che ti dia soddisfazione.

    Si raccoglie ciò che si semina, come ho scritto in questo piccolo articolo.

    Prenditi il tempo per raccogliere altrimenti smettila di seminare.

  • Vuoi un pugno?

    Vuoi un pugno?

    Ho sempre lavorato in proprio e di conseguenza non mi sono mai posto il problema del volere qualcosa di più o qualcosa di meno.

    Mentre seguendo i Social noto che molti di voi non sono per nulla soddisfatti della propria vita e altri cercano di farsela andare bene magari perché indebitati.

    Un po’ come quelle famiglie dove non si va più d’accordo mi si sta assieme per i figli. Nulla di più sbagliato a mio parere e a mia esperienza.

    Se i miei genitori avessero continuato a vivere sotto lo stesso tetto, avremmo fatto tutti una vitaccia. Così, invece ognuno di noi ha sofferto ma tutti abbiamo trovato la pace e la tranquillità.

    Ci vuole un grande coraggio nella vita. Ci vuole il coraggio di fare come si pensa. Ci vuole il coraggio di mettere da parte ciò che si ha, se non lo si ritiene più alla nostra portata e cambiare vita.

    Non esistono limiti che possano condizionarci a tal punto dal tenerci immobili. Tutti noi abbiamo cose che vanno bene e altre che vanno male, a volte si scambiano di posto…ma è la vita.

    Come tutti i cicli, pensate a quello economico c’è un momento pro e un momento contro. Certo, se si è capace di comprendere i cicli e sfruttarli, possiamo trarne molti benefici ma diciamocela tutta, nessuno può trarre beneficio a prescindere.

    Se tu perdi c’è qualcuno che vince. Altrimenti il discorso non sta in piedi.

    Nella vita di tutti, se molli c’è sempre qualcuno che raccoglie ciò che hai mollato. Nella vita se credi non possa funzionare e smetti, c’è qualcuno che crede e concretizza.

    Hai mai sentito, oppure hai mai detto: Alla fine si è arricchito con una stupidata, ci avevo pensato anch’io ma sai com’è lui ha sempre avuto i soldi e io no.

    Questo è il modo di pensare dei falliti. Quelli che falliscono lasciando spazio ai vincitori. Quelli che hanno sempre una scusa da vomitare: Mi mancano i soldi, non sono fortunato quindi non ci provo nemmeno, e tante altre cazzate come queste.

    Sono frasi che ti rendono più fallito di quello che già sei.

    Se stai perdendo, in questo momento c’è chi sta vincendo. Può capitare che si perda in molti e si vinca in pochi. A cosa vi fa pensare questo?

    Tu perdi soldi, ne guadagni pochi ma i soldi non svaniscono. Entrano nelle tasche di chi li ottiene e li vuole ottenere. Ora ti è chiaro? Uno che compra una casa e si indebita per 30anni come può pensare di potersi arricchire?

    Chi costruisce le case per lavoro, non le abita.

    Hai mai provato a pensare a quanti soldi ti servono per realizzare la tua idea? Stai rischiando per la casa! Perché non hai rischiato per le tue idee?

    Non hai fiducia in te stesso? E cosa ti fa avere così tanta fiducia nel mercato immobiliare? Soprattutto di un mercato in cui le case vengono acquistate per essere vissute?

    Basta dare la colpa al mutuo per piangerti addosso, alla rata dell’auto, e a tutti i beni che nella vita possono attendere…dai spazio a ciò che ti rende felice davvero.

    E quelli che dicono: gli affitti costano come un mutuo, spendere per spendere “investo” e compro casa.

    Si, in parte è vero ma ti inchiodi i piedi su quel pavimento per 30 anni, a patto che la tua famiglia andrà sempre d’accordo altrimenti farai fatica a venderla e se tutto andrà bene sarai vecchio nel momento in cui il tuo investimento sarà di tua proprietà e potrai toglierti i chiodi dai piedi.

    Cos’hai concluso? E’ un investimento questo? Ti scazzava essere diverso dagli altri? Volevi far vedere che anche tu puoi avere la casa belle e l’auto bella?

    Bene…peccato che dovrai aspettare sia davvero tua prima di dire la mia casa e la mia auto.

    Non chiamarlo investimento…

    Forse con un decimo di questo mutuo, investito in una tua idea, ti avrebbe permesso di vivere le tue giornate liberamente. Se proprio hai la fissa della casa di proprietà l’avresti certamente vissuta meglio e di più, piuttosto che entrarci la sera per cenare e dormire e per svegliarti, andare in bagno e uscire.

    Questi discorsi fanno incazzare lo so. Io la casa non l’ho mai comprata e non perché non abbia mai avuto i soldi per comprarmela (anche chi fa il mutuo non li ha). Ho sempre deciso di vivere liberamente e stando lontano dallo sfarzo.

    Ho scelto un lavoro che mi potesse permettere di vivere ovunque, senza essere legato ad un posto preciso. Si l’ho fatto a fatica e nel tempo. Ma ora non ho i piedi inchiodati da nessuna parte e faccio quello che voglio (come Rovazzi).

    Se ti stai chiedendo il motivo per cui mi arrabbio così tanto e sparo sentenze, te lo spiego subito.

    E’ pieno il mondo di santoni che ti parlano con l’aria santificata e nonostante ti dicano che la vita è facile ancora sei li a fare fatica e a leggere un mare di stupidate sulla crescita personale. Bene…visto che con le coccole non reagisci…preferisco prenderti a pugni.

  • E’ un periodo brutto per alcuni

    E’ un periodo brutto per alcuni

    Come posso uscire da questo problema economico?

    Questa sembra essere un’ottima domanda da porsi nel periodo che stiamo vivendo, che poi…che periodo stiamo vivendo?

    Forse stare chiusi in casa ci ha permesso di stare più tempo con noi stessi ed ora siamo diventati più esigenti.

    Ho sempre dato molto spazio al pensiero e a volte l’ho reputato addirittura un problema.

    Mi dicevo: Penso troppo!

    Ci sono stati momenti della mia vita in cui credevo fossero i miei continui pensieri a crearmi problemi.

    Continuare a pensare, pensare, elaborare ogni giorno il futuro imminente, racchiuso solo nel domani.

    Nottate insonni regalate al pensiero e alla voglia di cambiare definitivamente e finalmente per se stessi e basta. Senza più dare nulla a chi non merita.

    Ma poi, al mattino, forse per stanchezza o per abitudine: Il vuoto… e tutto ciò che era stato millimetricamente pianificato svanito o mangiato da un nuovo progetto.

    Avete mai visto “50 volte il primo bacio”?

    Un film all’apparenza superficiale, con Adam Sandler. Uno di quei film che si iniziano a guardare per passare un po’ di tempo in armonia e senza pensieri ma che si rivela essere tutt’altro.

    Non guardo molti film di questo tipo anzi, non guardo molti film in genere, soprattutto ora che ci sono solo serie che continuano all’infinito. Personalmente quando una cosa non finisce mai, non mi soddisfa. Le serie sono lontane dal concetto di film.

    Gli obiettivi devono avere una data di scadenza, è obbligatorio.

    Mia moglie anni fa mi fece vedere questo film. La ringrazio ancora oggi.

    Il film non ha a che fare con ciò che vi sto scrivendo, quindi non abbiate timori di eventuali spoiler.

    Quando ci si sente insoddisfatti, si passa molto tempo ad architettare strategie incredibili che potrebbero far risuscitare qualsiasi forma di vita in totale decadenza oppure migliorare se stessi senza l’alcuna minima ombra di dubbio.

    Ma ci dimentichiamo. Oppure per insoddisfazione non ci basta la soluzione trovata ed andiamo alla ricerca della perfezione.

    Perfezione che ci fa dimenticare la strada maestra e di conseguenza il nostro obiettivo.

    Gli anni passano ma alla fine ci troviamo ogni maledetta mattina a “voler” ricominciare tutto daccapo.

    Lo vogliamo noi, Chi ci farebbe fare uno sforzo simile?

    E mentre ci torturiamo siamo anche convinti che lo stiamo facendo per un motivo ben preciso. Un motivo che cambia ogni giorno, ogni conversazione con amici e conoscenti.

    Per anni ho creduto che fosse la notte a cancellare tutto e non ditemi che non vi siete mai trovati in questa condizione!

    Eppure la maggior parte delle persone che si trovano a vivere una condizione simile, vorrebbero la perfezione.

    Ma non ottengono nulla.

    Per farla breve, visto che non mi va di mandare in paranoia nessuno, vorrei una volta per tutte attaccare un’etichetta a questo modus operandi.

    VELENO

    E’ proprio così. E’ un abitudine che avvelena lentamente, che offusca le idee e che rende, chiunque continui a prenderlo inconcludente. Un Veleno che si nutre dell’autostima e che lascia vuoti.

    Inconcludenza

    Forse il periodo che stiamo vivendo centra poco con il fatto che riusciamo a concludere nulla.

    Dall’altro lato ci sono i PerForzaPositivi che non sono felici. Semplicemente hanno il veleno di far credere agli altri di esserlo.

    Credo di esser uno dei pochi, per non dire l’unico che tratta argomenti di finanza personale senza definirsi un super eroe.

    Siamo esseri umani! E da una parte, se non abbiamo mai sbagliato e ci sentiamo perfetti, forse abbiamo fatto poco. Dall’altra se continuiamo a sbagliare…be…forse è ora di migliorare.

    La vita non è la scuola dell’obbligo.

    Ho conosciuto tante persone con grandi qualità, destinate, per scelta a vivere passivamente le proprie giornate. Ognuno trova la propria felicità dove meglio crede, ma se stai ancora leggendo questo piccolo pensiero forse non ti va così tanto di vivere passivamente la tua vita. Forse vorresti realizzarti ed è proprio qui che ti voglio:

    – Non vivere mai nella speranza di ottenere qualcosa dall’aiutare gli altri a realizzare se stessi.

    – Non dare mai energia solo perché vuoi dimostrare di essere capace di realizzare ciò che gli altri fanno fatica a realizzare.

    -Se proprio decidi di dare il tuo tempo, fallo per imparare qualcosa di grande.

    -Lascia perdere i falliti.

    -Smettila di trovare scuse! La crisi economica è solo nelle tasche di chi non ha voglia di rattopparsele

    -Scrivi tutto quello che fai e che vuoi e al mattino, non partire mai con una pagina bianca davanti agli occhi, fai il punto della situazione e vai avanti.

    -Non tornare indietro, se hai valutato bene seu sulla giusta strada, o meglio sulla tua strada.

    Lo so, sono consigli banali per tutti quei saccenti che leggono cazzate americane sulla crescita personale…ma è fantastico sentirsi liberi di scrivere ciò che passa per la testa, alzarsi dalla propria scrivania, farsi una doccia e andare liberamente dove si vuole senza dover dare conto a nessuno.

  • Galleggiare o affondare? Io preferisco la terra ferma

    Galleggiare o affondare? Io preferisco la terra ferma

    Mantenere in vita i dinosauri avrebbe dato all’essere umano poche speranze di primeggiare e soprattutto di vivere.

    Mi infilo spesso e volentieri in progetti. Li porto avanti finché non danno segni di cedimento.

    In alcune circostanze si può mettere mano al modello di business e capire cosa non funziona per salvare la barca. In altre è meglio lasciare che affondi per evitare di affondarci assieme.

    L’articolo potrebbe finire qui ma sono un tipo prolisso e mi piace borbottare come una pentola di fagioli che bolle.

    Come qualsiasi cosa, anche i progetti hanno dei cicli di vita. Nascono e muoiono, performano o falliscono. MAI esiste un “per sempre”, di conseguenza perché in un’attività dovrebbe fare eccezione?

    Si oscilla tra un minimo di partenza nella speranza di ottenere un massimo in termini di profitto (non necessariamente economico), ma poi la forza ribassista, che in questo caso può dipendere da centinaia di variabili e fattori, porta il nostro progetto a ridursi nuovamente ai minimi.

    E’ vero che se si sta attenti, si analizza e si monitora questo “ciclo” non necessariamente si deve attendere un fallimento. E alcune aziende storiche come per esempio CocaCola o Ferrari ne sono un chiara prova.

    La vedo dura, ad oggi affermarsi come le aziende citate ma nulla è impossibile.

    Preferisco essere realista e dare ragione a Morandi quando canta uno su mille ce la fa. Anche perché mi pare anche una stima decisamente ottimistica.

    Mettendo mano ai modelli di business però, non si favorisce necessariamente il benessere del proprio progetto. Ci sono molte attività che hanno fallito proprio a causa di cambiamenti anacronistici, o mai capiti.

    Perché purtroppo sentirsi i migliori non significa necessariamente essere utili alle persone alla quale ci si rivolge.

    E’ facile pensarla in stile Facebook Ads. Scelgo uomo o donna, dai 35 ai 60, di Milano, diplomato, in cerca di lavoro e faccio partire la campagna e inizio a guadagnare con la mia università online.

    Vi piacerebbe vero?

    Pensate alla fiat 500, un auto che per tantissimi decenni ha fatto solo parte del passato ma che oggi è forse l’unico modello che Fiat continuerà a produrre nel 2022.

    E’ stato cambiato il perché dell’auto e se una volta si rivolgeva a tutti quelli che volevano possedere un auto ad una cifra permissiva, oggi è diventata la piccola auto di lusso che fare la differenza più sulla propria immagine piuttosto che sulla sua utilità.

    Diciamocela tutta, tra SMART e 500 secondo me non c’è paragone.

    Dunque si può continuare imperterriti? Fiat 500 si è fermata ma nel frattempo è diventata un mito. 126, 127, 131 hanno fatto poco di epocale e Fiat Tipo e Croma sono state riproposte ma forse loro avevano solo segnato una generazione e non un epoca.

    Il marketing ha fatto il resto.

    Detto questo, provate a pensare se FIAT (lo so che oggi si chiama FCA) avesse continuato a produrre tutti i modelli dal primo giorno all’ultimo? Avrebbe dovuto avere molti più stabilimenti, più dipendenti, ma molte più spese, meno auto vendute per singola categoria…insomma…non sarebbe ancora aperta.

    E mentre sui Social ci sono i terrapiattisti che dicono stupidate a riguardo, mi rendo conto che le persone facciano fatica a comprendere che i robot che montano le portiere della 500 non potrebbero fare contemporaneamente anche quelle della 126 per un semplice motivo. Sono auto diverse e quindi ci vogliono robot diversi. O pensate che ci sia un omino che le monta a mano?

    Oggi sono polemico.

    Non basta essere bravi per avere un progetto con le gambe. Ci ricordiamo dei successi della 500 ma dimentichiamo i fallimenti della Duna o della Arna. Pensate che Fiat nella sua storia non abbia mai investito in auto che poi non hanno mai avuto la forza di presentare al mercato?

    Pensate Che Agnelli (quello vero) abbia sempre fatto investimenti profittevoli?
    Credete che chi ha i soldi non fallisca mai?

    Vi sbagliate!

    Si può essere bravi quanto si vuole ma nella vita parliamo di successi proprio perché esistono i fallimenti che si contrappongono.

    Anche i migliori imprenditori collezionano, dunque sconfitte. Non se ne parla perché non fanno notizia, ma vincere sempre non aiuta a migliorarsi (io sono per il perdere il meno possibile).

    Se non fallisci mai (non parlo economicamente, quello non lo auguro a nessuno) non saprai mai capire quando è il momento di lasciar perdere, o più semplicemente non saprai mai gestire una crisi con tempismo e freddezza.

    Dico freddezza non a caso. I nostri problemi, quelli che ci fanno fallire sono tutti di carattere emotivo. Ci leghiamo alle cose e facciamo il possibile per salvarle. Definiamo le nostre attività come dei figli e ci comportiamo come tali nel momento del bisogno.

    Ci sono diversi modi per prepararsi una tisana: Accendi il gas, usi bollitore, usi la cucina economica. Il processo è lo stesso: l’acqua bolle e metti le erbe (quelle legali, mi raccomando) per qualche minuto prima di filtrare e bere.

    É un processo automatico. Come guidare (in molti fanno l’esempio del guidare)

    Ma tra il bollitore e il pentolino c’è una differenza sostanziale. Il pentolino dipende dal nostro stato emotivo, siamo noi che spegniamo il gas e se lo dimentichiamo sul fuoco perché siamo troppo innamorati rischiamo di mandare in fumo la nostra casa. il bollitore si spegne quando l’acqua è in ebollizione (stop).

    Avevo un professore di fisica alle Superiori che quando pronunciava la parola ebollizione si esaltava fino a rizzarsi sulle punte dei piedi mimando con le mani, nel contempo le bolle che dal basso andavano verso l’alto.

    Bollitore = NO EMOZIONI

    Professore di fisica = Tanti bei ricordi

    So a cosa state pensando…ma sono così, non bevo tisane illegali.

    Lo stesso vale per i progetti. Non è amore, non è rispetto per le persone che hanno messo impegno, non è nostro figlio…una volta che il progetto ha fatto bollire l’acqua STOP. Lo spegniamo.

    Non ci facciamo mangiare da ciò che non ha più senso di esistere.

    Questa settimana ho chiuso 3 progetti sulla quale avevo investito tempo e soldi e sono uscito da una società dove avevo investito pochi soldi ma davvero tanto tempo (anche poco compreso se devo dirla tutta). Non sono triste ma sono certo che se avessi continuato a investire tempo e soldi prima o poi lo sarei diventato.

    L’acqua era in ebollizione e tac! Il bollitore si è spento.

    Si perdono soldi è vero (ma magari si smettono di perdere) ma si recupera tempo ed è questo che a noi interessa.

    Ti lamenti che non hai tempo per realizzare i tuoi sogni perché hai progetti che te ne levano e magari ti infilano quattro soldi in tasca?

    TAC! Spegni il bollitore.

    Ti dispiace “gettare” ciò che ti ha fatto vivere fino ad oggi perché è dal 1930 che la tua (cz) di azienda ereditata dal nonno fa le scarpe solo in quel dannato modo?

    TAC! Spegni il bollitore

    Preferisco dispiacermi a vita per la chiusura di un progetto che purtroppo, non funziona più, piuttosto che ridurmi sul lastrico perché per colpa di esso non ho potuto dare un’altra possibilità a me stesso.

    Se ti hanno portato i dinosauri a leggere fino qui:

    TAC! Spegni il bollitore.

  • Te lo puoi permettere davvero?

    Te lo puoi permettere davvero?

    La prima volta che analizzai il mio patrimonio mi fregai le mani dicendo a me stesso…caspita non pensavo di avere così tanto (considerate che sono uno che si accontenta di poco…lungi da me definirmi uno che ha soldi perché mentirei).

    La fase successiva fu quella di analizzare entrate e uscite. Ricordo che l’entusiasmo e il fregarmi le mani frenarono all’istante.

    Lavoravo, mettevo da parte, spendevo come se non ci fosse un domani e come di consueto restavo a zero nel momento in cui finivo di pagare le tasse.

    No, purtroppo non era bravura arrivare a pagare le tasse, con la consapevolezza di dirmi: grande! Anche quest’anno ce l’hai fatta…

    Spesso ho pensato che lo stato ad un certo punto guardasse i conti correnti di tutti e applicando un 20% in più rispetto alla giacenza ci fornisse l’f24 da pagare…ogni anno!

    Non capivo una mazza di economia, di tasse…nulla di nulla.

    Lavoravo come un cretino dalla mattina alla sera pensando di fare anche una bella vita…ma poi gli ultimi sei mesi dell’anno mi deprimevo e l’ultimo trimestre…dopo aver promesso grandi regali a natale ai miei figli…mi accorgevo che facevo fatica a malapena ad acquistare loro anche una t-shirt.

    Se fai questi discorsi tra amici, al bar e anche in luoghi dal sapore culturalmente elevato si ottengono risposte utili solo ad abbassare la testa e rassegnarsi.

    E’ normale, lo stato è il tuo socio maggioritario, per i primi sei mesi paghi lo stato, con tutte le spese che ci sono non si riesce ad arrivare a fine mese, è colpa di tutti quelli che non pagano le tasse (di solito chi dice così è il primo a evadere), aumentano i costi ma non gli stipendi, i politici gli stipendi non se li abbassano mai e piove governo ladro.

    Non ditemi che non vi siete mai imbattuti in personaggi che vomitano ste frasi fatte perché non ci credo.

    Ma non sono qui a dire che non abbiano ragione. Nella vita ho imparato che se due piatti di polpette della mamma, anche se ottime, sono pensanti…ne devo mangiare uno.

    La maggior parte delle persone ne mangia tre e poi si lamenta che le polpette della mamma, essendo fritte restano sullo stomaco.

    Siamo abituati a dare la colpa a qualcosa, spesso di stra sentito per ricevere approvazione immediata. Non ci sforziamo nemmeno di trovare scuse più articolate perché la pigrizia del nostro cervello si ferma li, sul divano a sbuffare frittura e a lamentarsi.

    Inutile dire che la colpa è solo nostra (e della mamma che potrebbe evitare di fare quattro chili di polpette se le mangio solo io).

    La cosa bella è che quando faccio notare queste cose a clienti, amici e parenti (metaforizzando il loro stato economico) mi danno tutti ragione. Poi a Natale tutti sul divano con i soliti sintomi ad abusare di bicarbonato (sempre metaforizzando lo stato economico).

    Lamentarsi e non fare nulla per cambiare sono due errori tipici delle persone che si fanno scivolare la vita addosso. Einstein diceva (e lo dico spesso) Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. E credo che questa frase racchiuda tutto il succo del discorso.

    E’ come quando ti lasci trasportare dalla bella vita, bevendo, fumando e poi, al primo problema di salute, tutto si ferma! Cominci a correre al mattino, fai dieta, diventi promoter di qualche azienda di vendita diretta e inizi a postare foto su come stai meglio cerchi di far capire al mondo quanto tu sia cambiato in meglio.

    Ma i tuoi amici non vivono come te e il declino è presto vicino.

    Stai meglio, hai perso 10 chili, ma per non perdere le buone e vecchie abitudini ricominci a bere e a fumare come se non ci fosse un domani e fino al prossimo problema di salute.

    Una frase che si sentiva spesso dai newage(ari) era: In oriente si va dal medico quando si sta bene per imparare a non ammalarsi. Noi facciamo l’esatto contrario e poi ci stupiamo che le cose non vanno per il verso giusto.

    Non so se hanno ragione gli orientali ma certamente imparare a gestire la propria salute ci porta ad avere maggiore consapevolezza e a preservare il più possibile il nostro stato di salute.

    Ma è un fatto culturale. Finché frequenti persone che si scassano tutti i giorni non cambierà nulla, perché sarai sempre portato a cedere alle tentazioni.

    Con i soldi è la stessa identica cosa. Se non comprendi a cosa servono e non cambi “stile di spesa” resterai indebitato a vita. Essere poveri credo sia uno stadio migliore dell’essere indebitato, giusto per rendere l’idea.

    Guadagni i famosi 1000 euro al mese, ma fai una vita da 5000 mila e ti lamenti che lo stipendio non basta?

    Ma il motivo è davvero questo?

    Questa frase fa incazzare tante persone che incrocio durante la mia giornata.
    Io non posso capire, con 1000 euro al mese non si può vivere visto che solo di mutuo pago 700 euro, visto che l’affitto ne costa 600, visto che la luce mi costa 100, visto che internet ne costa 30 e chi più ne ha più ne metta…

    Dentro queste risposte trovo sempre assurdo il perché vi trovate in una situazione che già a priori non potevate permettervi.

    Non me lo leva nessuno dalla testa.

    Se hai la tosse e fai fatica a correre una maratona è perché probabilmente fumi. Fuma pure ma non pretendere di diventare un maratoneta e soprattutto non incolpare le scarpe o il tempo dei tuoi insuccessi.

  • Risparmio, protezione e Guru in contrasto

    Risparmio, protezione e Guru in contrasto

    Ho speso un mare di soldi per seguire i più disparati corsi indirizzati al miglioramento personale.

    Non sempre ho fatto la cosa giusta.

    Fino a pochi anni fa la “crescita personale” era sulla bocca di poche persone e a dirla tutta ne parlavo il meno possibile perché l’opinione pubblica non accettava e derideva chi si appassionava alla PNL o a tutto il pacchetto di finanza personale.

    Mi vergognavo e lo facevo di nascosto, ma oggi pare sia diverso.

    Credo che il covid (scritto apposta in minuscolo e senza il suo -19 per renderlo poco rispettabile) abbia aperto la mente di tantissime persone, visto che oggi sui social ci si definisce educatori patrimoniali con tanto di iscrizione ad associazioni e attestati rilasciati dal Miur (persino lo stato approva).

    Negli USA (non perché io sia pro America) l’educazione patrimoniale è un interesse molto diffuso e non perché sia pieno di santoni che si ostinano a spillare soldi dalle tasche delle persone credulone.

    Non sono mai stato negli USA e ho pareri controversi da chi ci abita nei confronti del fatto che li l’educazione finanziaria si studia a partire dalle scuole elementari, quindi non mi sento di darla come notizia certa. Possiamo dunque dire che c’è una grandissima percentuale di persone che ha compreso l’importanza di gestire i propri soldi per incrementare il proprio patrimonio e per preservarlo.

    Tutti parlano di investimenti.

    Ormai trading, forex etc sono termini sulla bocca di tutti (soprattutto dei cazzari che guadagnano sull’ignoranza altrui…ne parlo già in questo articolo) ma, soprattutto nel nostro bel paese ci focalizziamo molto sul come fare soldi e poco, per non dire nulla su come proteggerci da perdite di denaro.

    Non faccio l’assicuratore, quindi non scrivo per proporvi polizze e guadagnare 20 euro. Scrivo solo il mio punto di vista.

    Eliminare la parola protezione dalla pratica di investimento è sbagliato. E l’ho scrivo senza troppi giri di parole perché voglio sia chiaro.

    In Italia vediamo le compagnie assicurative come una rottura di scatole a cui pagare un premio (chissà perché lo chiamano così se i soldi se li prendono loro) per non incorrere in verbali nel caso in cui si dovessimo essere fermati dalle forze dell’ordine.

    STOP.

    Dai…la pensiamo davvero così…perché se la RC Auto non fosse obbligatoria quanti la pagherebbero?

    Chi penserebbe a priori di farsi proteggere economicamente pagando una quota annua e a fondo perduto ad un’assicurazione in caso di incidente o situazioni peggiori?

    Quanti di voi sono protetti in caso di propria morte anticipata?

    NO, non parlo di polizze vita travestite da pac o viceversa, parlo proprio di premi unici (come la RC Auto) che mettono al sicuro i nostri cari in caso di nostra premorienza?

    Quanti di voi hanno deciso di sottoscrivere un’assicurazione in grado di darci un aiuto nel caso in cui la salute o qualsiasi altra disavventura dovesse impedirci di lavorare?

    Quindi…se non teniamo al nostro futuro e a quello della nostra famiglia, ce ne fregherebbe qualcosa degli altri? A mio parere la risposta è: NO e credo che l’obbligo di sottoscrizione della polizza auto, sia tale proprio per questo motivo.

    Non so voi…ma per me non lavorare significa ancora non guadagnare e con tutte le conseguenze del caso.

    Molti anni fa, ad un corso di un noto Oratore italiano (non so come altro chiamarlo) feci una domanda sulla protezione e la sua risposta fu:

    Non mi occuperei di ciò che non può andare bene nella vita, perché noi siamo quello che vogliamo essere, Pensa positivo, altrimenti non andrai molto avanti…ancora sento gli occhi addosso di tutti gli altri paganti che mi guardavano come fossi uno che pensava negativo.

    In effetti se avessi avuto una cultura protettiva, avrei evitato di spendere soldi per presenziare a un corso del genere, ma oggi la penso così grazie anche a queste esperienze.

    Al tempo mi vergognai della domanda posta e incassai la risposta con altrettanto sentimento. All’epoca mi sentivo negativo ed ero li proprio perché volevo imparare a levarmi tutte le paranoie e finalmente riuscire a prendere la vita di petto vincendo in tutte le battaglie.

    L’oratore è ancora presente su tutti i social a raccontare il metodo infallibile per farcela nella vita e nonostante la nostra evoluzione continua ad essere in positivo con il suo portafoglio (o almeno questo è quello che dice) ma sta di fatto che maturando ho reputato davvero stupida la sua risposta e mi auguro che ad oggi abbia pensato al suo futuro e a quello dei suoi corsisti inserendo anche dei moduli sulla protezione.

    Alla fine la vita è fatta di esperienze e tutti crescono.

    Prima di qualsiasi investimento, quindi dobbiamo essere in grado di poterci permettere di vivere la nostra vita in qualsivoglia condizione di salute e permettere alla nostra famiglia di fare altrettanto, soprattutto se il reddito famigliare proviene solo da noi.

    Lavoratori indipendenti che spendono 700 euro al mese per pagarsi la rata dell’Audi Q8 e non spendono mille euro all’anno per proteggere se stessi e la propria famiglia, hanno poco da parlare circa gli investimenti.

    Eppure alla mattina, mentre bevo il caffè al bar dopo aver parcheggiato la mia Ford Tourneo Connect tutti discutono di mercato come se non ci fosse un domani e poi si recano sul posto di lavoro perché sanno bene che la Q8 a fine mese bussa.

    Se non investi per il futuro in che termini stai investendo? E se non proteggi te stesso, il tuo capitale e la tua famiglia?

    Attenzione, questo è solo il mio punto di vista! C’è gente che scommette in borsa, gioca a Wall Street e investe sul poker online. Io non giudico nessuno, ma se devo sorbirmi le lamentele di chi crede che investire significhi questo mentre sorseggio il mio Illy al bar:

    Anche No! Come dicono i medio giovani.

    So bene che a livello emotivo è brutto scoprire di avere un risparmio al mese ridotto e dover pensare a “spenderli” per proteggersi al posto di caricare il conto per fare forex. Ma credo sia la scelta più giusta da fare.

    Quando si è in questa situazione non significa che non si otterrà mai un proprio patrimonio da far crescere. Una volta raggiunta la giusta protezione, imparando a spendere i propri soldi, pochi o tanti che siano, gli investimenti possono velocizzare di molto il processo di crescita del patrimonio stesso.

    Se la Q8 l’acquisti a priori delle tasse e non hai capito che devi proteggerti il fondo schiena, come diceva il noto oratore: Non andrai molto avanti!

    Non me ne voglia l’Audi e nemmeno il noto oratore.

    Ho speso un mare di soldi per seguire i più disparati corsi indirizzati al miglioramento personale.

    Non sempre ho fatto la cosa giusta.

    Fino a pochi anni fa la “crescita personale” era sulla bocca di poche persone e a dirla tutta ne parlavo il meno possibile perché l’opinione pubblica non accettava e derideva chi si appassionava alla PNL o a tutto il pacchetto di finanza personale.

    Mi vergognavo e lo facevo di nascosto, ma oggi pare sia diverso.

    Credo che il covid (scritto apposta in minuscolo e senza il suo -19 per renderlo poco rispettabile) abbia aperto la mente di tantissime persone, visto che oggi sui social ci si definisce educatori patrimoniali con tanto di iscrizione ad associazioni e attestati rilasciati dal Miur (persino lo stato approva).

    Negli USA (non perché io sia pro America) l’educazione patrimoniale è un interesse molto diffuso e non perché sia pieno di santoni che si ostinano a spillare soldi dalle tasche delle persone credulone.

    Non sono mai stato negli USA e ho pareri controversi da chi ci abita nei confronti del fatto che li l’educazione finanziaria si studia a partire dalle scuole elementari, quindi non mi sento di darla come notizia certa. Possiamo dunque dire che c’è una grandissima percentuale di persone che ha compreso l’importanza di gestire i propri soldi per incrementare il proprio patrimonio e per preservarlo.

    Tutti parlano di investimenti.

    Ormai trading, forex etc sono termini sulla bocca di tutti (soprattutto dei cazzari che guadagnano sull’ignoranza altrui…ne parlo già in questo articolo) ma, soprattutto nel nostro bel paese ci focalizziamo molto sul come fare soldi e poco, per non dire nulla su come proteggerci da perdite di denaro.

    Non faccio l’assicuratore, quindi non scrivo per proporvi polizze e guadagnare 20 euro. Scrivo solo il mio punto di vista.

    Eliminare la parola protezione dalla pratica di investimento è sbagliato. E l’ho scrivo senza troppi giri di parole perché voglio sia chiaro.

    In Italia vediamo le compagnie assicurative come una rottura di scatole a cui pagare un premio (chissà perché lo chiamano così se i soldi se li prendono loro) per non incorrere in verbali nel caso in cui si dovessimo essere fermati dalle forze dell’ordine.

    STOP.

    Dai…la pensiamo davvero così…perché se la RC Auto non fosse obbligatoria quanti la pagherebbero?

    Chi penserebbe a priori di farsi proteggere economicamente pagando una quota annua e a fondo perduto ad un’assicurazione in caso di incidente o situazioni peggiori?

    Quanti di voi sono protetti in caso di propria morte anticipata?

    NO, non parlo di polizze vita travestite da pac o viceversa, parlo proprio di premi unici (come la RC Auto) che mettono al sicuro i nostri cari in caso di nostra premorienza?

    Quanti di voi hanno deciso di sottoscrivere un’assicurazione in grado di darci un aiuto nel caso in cui la salute o qualsiasi altra disavventura dovesse impedirci di lavorare?

    Quindi…se non teniamo al nostro futuro e a quello della nostra famiglia, ce ne fregherebbe qualcosa degli altri? A mio parere la risposta è: NO e credo che l’obbligo di sottoscrizione della polizza auto, sia tale proprio per questo motivo.

    Non so voi…ma per me non lavorare significa ancora non guadagnare e con tutte le conseguenze del caso.

    Molti anni fa, ad un corso di un noto Oratore italiano (non so come altro chiamarlo) feci una domanda sulla protezione e la sua risposta fu:

    Non mi occuperei di ciò che non può andare bene nella vita, perché noi siamo quello che vogliamo essere, Pensa positivo, altrimenti non andrai molto avanti…ancora sento gli occhi addosso di tutti gli altri paganti che mi guardavano come fossi uno che pensava negativo.

    In effetti se avessi avuto una cultura protettiva, avrei evitato di spendere soldi per presenziare a un corso del genere, ma oggi la penso così grazie anche a queste esperienze.

    Al tempo mi vergognai della domanda posta e incassai la risposta con altrettanto sentimento. All’epoca mi sentivo negativo ed ero li proprio perché volevo imparare a levarmi tutte le paranoie e finalmente riuscire a prendere la vita di petto vincendo in tutte le battaglie.

    L’oratore è ancora presente su tutti i social a raccontare il metodo infallibile per farcela nella vita e nonostante la nostra evoluzione continua ad essere in positivo con il suo portafoglio (o almeno questo è quello che dice) ma sta di fatto che maturando ho reputato davvero stupida la sua risposta e mi auguro che ad oggi abbia pensato al suo futuro e a quello dei suoi corsisti inserendo anche dei moduli sulla protezione.

    Alla fine la vita è fatta di esperienze e tutti crescono.

    Prima di qualsiasi investimento, quindi dobbiamo essere in grado di poterci permettere di vivere la nostra vita in qualsivoglia condizione di salute e permettere alla nostra famiglia di fare altrettanto, soprattutto se il reddito famigliare proviene solo da noi.

    Lavoratori indipendenti che spendono 700 euro al mese per pagarsi la rata dell’Audi Q8 e non spendono mille euro all’anno per proteggere se stessi e la propria famiglia, hanno poco da parlare circa gli investimenti.

    Eppure alla mattina, mentre bevo il caffè al bar dopo aver parcheggiato la mia Ford Tourneo Connect tutti discutono di mercato come se non ci fosse un domani e poi si recano sul posto di lavoro perché sanno bene che la Q8 a fine mese bussa.

    Se non investi per il futuro in che termini stai investendo? E se non proteggi te stesso, il tuo capitale e la tua famiglia?

    Attenzione, questo è solo il mio punto di vista! C’è gente che scommette in borsa, gioca a Wall Street e investe sul poker online. Io non giudico nessuno, ma se devo sorbirmi le lamentele di chi crede che investire significhi questo mentre sorseggio il mio Illy al bar:

    Anche No! Come dicono i medio giovani.

    So bene che a livello emotivo è brutto scoprire di avere un risparmio al mese ridotto e dover pensare a “spenderli” per proteggersi al posto di caricare il conto per fare forex. Ma credo sia la scelta più giusta da fare.

    Quando si è in questa situazione non significa che non si otterrà mai un proprio patrimonio da far crescere. Una volta raggiunta la giusta protezione, imparando a spendere i propri soldi, pochi o tanti che siano, gli investimenti possono velocizzare di molto il processo di crescita del patrimonio stesso.

    Se la Q8 l’acquisti a priori delle tasse e non hai capito che devi proteggerti il fondo schiena, come diceva il noto oratore: Non andrai molto avanti!

    Non me ne voglia l’Audi e nemmeno il noto oratore.

  • Sei Tuttologo? Si.

    Sei Tuttologo? Si.

    Sono un tuttologo.

    Quando è il momento di dire la verità ritengo opportuno mettermi a nudo e dire davvero ciò che nascondo da sempre per il timore di essere escluso dalla società.

    Ebbene: sono un tuttologo.

    E non sono io a dirlo. Io mi ritengo una persona curiosa, che ama leggere, che ama ascoltare musica e passerebbe giornate intere a guardare documentari di qualsiasi natura.

    Ho molti interessi insomma. Con me si può parlare davvero di tutto. Certo non su tutto ho le massime competenze ma devo dire che me la cavo bene in quasi tutti gli ambiti.

    La prima volta che mi è stato dato l’appellativo di TUTTOLOGO è stato fatto in modo dispregiativo. Mi è stato dato del tuttologo per dire…è arrivato lui…mi pareva strano che non conoscesse qualcosa sull’argomento…dai Andrea sentiamo…non avrai mica fatto anche questo lavoro o esperienza?

    Sono un tipo permaloso lo ammetto e quando vengo attaccato così, posso avere due reazioni.

    Un giorno Sergio Leone che non credo abbia bisogno di presentazioni disse: Clint Eastwood mi piace come attore perché aveva solo due espressioni: una con il cappello e l’altra senza.

    Ecco allo stesso modo di Eastwood solitamente è difficile che abbia una terza reazione.

    1- Mi offendo

    2- Rido

    Mi offendo quando vengo definito un tuttologo alla stregua del cazzaro. Per alcune persone pare sia complesso allontanarsi di un metro dalla propria vita e dalle proprie passioni per imparare altro o fare nuove esperienze e l’essere considerato una persona che mente non mi sta per niente bene.

    Da più giovane mi offendevo davvero…oggi il “mi offendo” è diventato un semplice: Manco ti ascolto.

    Rido, e ho imparato a farlo da pochi anni proprio per la conseguenza del: manco ti ascolto.

    Non voglio apparire cattivo o essere presuntuoso ma rido perché oggi abbiamo l’opportunità di conoscere miliardi di cose e siamo bombardati ogni secondo da pc e smartphone e io trovo assurdo che ci siano ancora persone in grado di parlare solo di calcio o che fanno lo stesso lavoro da quando hanno iniziato a lavorare (pur continuando a lamentarsi del lavoro che fanno).

    Tra le due reazioni devo dire che ridere, oggi è quella che mi da maggiori soddisfazioni.

    Ma ora che ci penso c’è anche una terza reazione…e l’ammetto proprio perché ho detto di dire tutta la verità. Anche se mi scoccia non potermi più associare a Clint Eastwood.

    Cerco di spiegare e se necessario mostro delle prove inconfutabili. Mostrare prove oggigiorno è davvero semplice. Basta uno smartphone.

    La maggior parte delle persone che incontro durante le mie consulenze o webinar sono persone tuttologhe o cazzare come me. Persone che hanno stimoli che vanno oltre la banalità. Persone che nutrono quotidianamente la propria curiosità per migliorare se stessi.

    Non che i miei webinar siano necessariamente migliorativi, ma se ne segui uno e ti fa schifo puoi sempre non seguirne più…e come puoi notare hai comunque migliorato un aspetto e certamente nutrito la tua curiosità :-).

    Mi chiedo spesso perché quando scrivo inizio parlando di me per passare a voi e per finire al tu, ma credo di farlo apposta.

    Le truffe e i menzonieri sono sempre esistiti ed hanno sempre fatto leva sull’ignoranza della gente. Più non conoscevi più rischiavi di essere esposto a truffe di qualsiasi genere. Oggi avviene tutto come prima quindi i truffati restano gli ignoranti (sappiamo ormai tutti cos’è l’ignoranza e non credo sia il caso di specificare che significa etc etc…basta con ste cazzate).

    Quello che mi auguro è che ci siano sempre meno truffe proprio perché la gente si informa di più e fa scelte che negli anni 80/90 non aveva il potenziale nemmeno di pensare.

    Faccio spesso l’esempio degli occhiali venduti come strumento per guardare sotto i vestiti delle donne (non ho mai capito perché non veniva pubblicizzato il fatto che allo stesso modo si potevano usare per guardare sotto gli abiti degli uomini…forse il tasso di ignoranza maschile era superiore a quello femminile? Boh), se li ricordate, a partire dall’immagine disegnata del pervertito che li usava, la pubblicità era esplicita e al tempo nessuno o pochi consideravano la cosa una stupidaggine.

    Mio cugino li aveva, per esempio (se ha il coraggio di ammetterlo eviterebbe di farmi passare per cazzaro).

    Piccole truffette pubblicizzate su riviste e se non ricordo male anche su qualche quotidiano. Oggi chi li acquisterebbe? Credo solo chi non conosce. Chi lo venderebbe? Qualcuno che si rivolge ad un target davvero di nicchia.

    Personalmente sono anni che non vedo ste boiate sui giornali ma devo dire che non leggo più riviste da altrettanto tempo.

    Insomma, non abbiate vergogna di essere appellati come tuttologi, l’importante è esserlo per migliorare se stessi ed evitare di diventare ignoranti, perché diciamocela tutta, avere 10 lauree e non avere nessun interesse non serve a una mazza.

    Continuate a seguirmi quotidianamente se volete farvi due risate, arrabbiarvi, offendervi e perché no riflettere o più semplicemente per perdere qualche minuto della vostra vita assieme a me.

    Ultima verità:

    Qualche anno fa mi sono ostinato ad acquistare occhiali per vedere sotto i vestiti delle mie amiche. Ho continuato a comprarne perché pensavo mi arrivassero sempre difettosi.

    Ora li vendo…se volete acquistarne un paio potete farlo direttamente a questo link: https://bit.ly/3Bbadjt

  • Cosa farò da grande?

    Cosa farò da grande?

     Cosa vuoi fare da grande?

    Da piccino volevo fare il medico. Non mi è mai interessato fare l’astronauta anzi. In famiglia la fantascienza era all’ordine del giorno e a dirla tutta non mi è mai piaciuta.

    Ho avuto il periodo che ero appassionato di stelle e mi piaceva osservarle col telescopio dal quarto piano della mia casa d’infanzia a Milano.

    A dire la verità non ne ho mai vista una, infatti dopo poco tempo ho preferito trovare altro da fare.

    Mio padre voleva che facessi l’avvocato perché a parer suo avevo un’ottima parlantina mentre mia madre non si è mai espressa a riguardo. Forse per lei andava bene qualsiasi lavoro purché fosse ben pagato, sotto casa e con orari flessibili.

    A 5 anni ho iniziato a suonare la chitarra. Il mio primo amore. Ero portato di natura e nonostante studiassi davvero poco Musica suonavo bene. Ero talentuoso e non credo di passare per arrogante ad ammetterlo.

    Sicuramente se avessi studiato con costanza sarei riuscito a ottenere maggiori risultati a livello tecnico ma a me piaceva suonare e non studiare.

    Ad un certo punto della mia vita mi sono accorto che i ragazzi che frequentavo, anch’essi musicisti miglioravano a vista d’occhio.

    La chitarra per molti è uno strumento virtuoso (per me l’unico strumento virtuoso è il violino) e quando sentivo gli altri andare veloce mi chiedevo…come fanno a farlo?

    Nonostante tutto anche quelli che reputavo migliori di me continuavano a portarmi sul piatto d’argento.

    Per un po’ ho pensato addirittura di aver sbagliato strumento e non mi sentivo per nulla adatto ai complimenti che ricevevo…a volte anche da persone che non mi avevano mai sentito suonare.

    Nonostante mio padre disegnasse sempre i musicisti come dei morti di fame io, testardo come un mulo e disinteressato alla ricchezza sono riuscito a mantenermi fino al 2012 saltando da un palco all’altro e non solo alle varie sagre di paese.

    Mio padre aveva ragione. Non mi sono arricchito economicamente.

    Ma nemmeno gli amici studiosi di musica ma che trovavano lavoro in banche o grandi aziende si sono mai arricchiti.

    Forse se avessi fatto l’avvocato come diceva mio padre, mi sarei ritrovato assieme agli oltre 300.000 avvocati che oggi spopolano in Italia. Ma ho deciso di fare il chitarrista.

    Finite le scuole medie ho intrapreso la strada della chimica. I professori delle medie non consigliavano licei perché riscontravano dei limiti nel mio apprendimento.

    Ero felice…pensavo che avrei fatto esperimenti tutti i giorni e inventato nuove sostanze. Ricordo che ci portarono in una scuola per farci vedere di cosa si trattava ed ero rimasto affascinato da quei ragazzini vestiti col camice che potevano mischiare sostanze senza le urla della mamma di turno che non voleva si sporcasse il pavimento o il tavolo della cucina.

    Una scuola di una pesantezza enorme…dove gli esperimenti, come li definivo io da piccino facevano parte della milionesima parte dell’anno scolastico. C’era da studiare davvero tanto e a me non piaceva studiare (altrimenti avrei studiato musica).

    Che errore aver scelto un percorso sbagliato e che triste non aver avuto la possibilità di poter cambiare.

    Bisogna avere le idee chiare sin dalla terza media. Non è permesso sbagliare. Per questo la mia generazione è fatta di persone che hanno sì compiaciuto i genitori diventando avvocati ma non hanno realizzato se stessi e i loro sogni e i migliori ora sono store-manager di qualche catena retail (che con l’avvento commercio elettronico…boh).

    A fatica mi sono portato a casa il diploma di perito chimico…che credetemi, ancora oggi faccio fatica a comprenderne l’utilità…a parte i genitori sereni e la possibilità di suonare senza rotture di scatole

    Anzi…non è andata per niente così…appena finiti gli studi ho scritto e stampato con una stampante ad aghi il mio primo curriculum e raccomandato dal mio migliore amico Marco, che purtroppo oggi non è più tra di noi mi sono presentato in Pirelli per fare il mio primo colloquio (ed ultimo) di lavoro.

    Un ingegnere senza capelli di giovane età era il mio esaminatore…interessato e quasi stupito del mio curriculum ricco di attestati più disparati sport, musica, teatro…

    Ad un certo punto mi chiese quale fosse il mio sogno nel cassetto e io gli risposi…vivere facendo il chitarrista!

    Voi cosa avreste risposto ad una domanda del genere?

    Mi rispose, vede Dainotti (poi dare del lei a un ragazzino mi ha sempre fatto ridere) lei è troppo confuso, guardi quanti attestati ha e noi cerchiamo persone con le idee chiare. Per esempio, perché si presenta qui con un diploma di perito chimico a chiedere un lavoro in un’azienda che si occupa di meccanica? E soprattutto perché è qui se nella vita il suo sogno nel cassetto non è lavorare in Pirelli?

    Gli risposi: Scusi Ing Y ma lei a 10 anni aveva il sogno di lavorare in Pirelli ed è per questo che ha studiato ingegneria meccanica?

    Mi sorrise ma non mi diede il lavoro.

    Lo ringrazio ancora oggi. Perché nonostante per lui fosse inconcepibile il mio comportamento e quella specie di confusione che emergeva dal mio curriculum e dai miei sogni avevo capito una cosa…se il mio sogno nel cassetto era suonare…cosa ci facevo in Pirelli?

    Il mio amico Marco mi diede dello scemo per la risposta che diedi all’ingegnere. E quest’ultimo lo rimproverò per non aver portato una persona con il sogni di lavorare in Pirelli.

    Da allora ho sempre lavorato in proprio e non ho mai più avuto il coraggio di fare un altro colloquio di lavoro.

    Giusto o sbagliato, fino ad oggi ho fatto esattamente quello che ho voluto e ovviamente non mi è andata sempre bene. Come dico sempre non sono un Guru infreddolito che necessita di far vedere la propria maestosità per convincere gli altri a comprare il suo corso di crescita personale.

    Ho collezionato più errori che successi ma credetemi, ho sempre vissuto liberamente la mia vita.

    Da sempre mi alzo quando voglio, se voglio lavorare lavoro altrimenti facci altro, se ho voglia di uscire esco e se voglio stare a casa sto a casa. Hey non ho 20 anni ne ho 43 e ho una famiglia con figli…e a dirla tutta sono al secondo matrimonio.

    Non mi ritengo fortunato ma ritengo solo di aver raggiunto una capacità di gestione economica e del mio tempo, importante.

    No non sono ricco e non lo sono mai stato, la mia ricchezza è la libertà di poter vivere la vita come meglio credo…si certo lavoro come tutti.

    Oggi è domenica e mentre la maggior parte della gente cerca di non pensare al lavoro…io ho voglia di lavorare.

    Non è mai facile scegliere, a qualsiasi età e i consigli lasciano il tempo che trovano. Da padre, da amico e da guru.