Categoria: Storie di tutti i giorni

  • Multilevel Marketing? No Grazie

    Multilevel Marketing? No Grazie

    La prima volta che mi avvicinai al concetto di libertà finanziaria, oltretutto per me discutibile e ne parlerò sicuramente prima o poi, mi parve di aver scoperto un mondo parallelo.

    Ai tempi studiavo ancora e un amico mi invitò a partecipare ad una riunione (all’epoca il meeting non si sapeva cosa fosse) in un albergo vicino a Linate (MI).

    Bisognava vestirsi bene e io, da buon metallaro non avevo così tanti abiti con giacca e cravatta a disposizione e quello della comunione non poteva certo rimediare al problema.

    Non si conoscevano ancora le Multilevel marketing e di conseguenza c’era ancora quella credulità di aver scoperto un modo per arricchirsi senza fare una mazza e a chi non servivano soldi? Chi non voleva pensarsi ricco in un futuro?

    L’amico mi aveva convinto con la sua capacità oratoria. Il giorno dell’appuntamento cercai di sistemarmi il meglio possibile, raccogliendo i miei capelli lunghi per darmi un aria poco trasandata e scegliendo un paio di jeans senza strappi e una camicia scura. A corredare il tutto una giacca di pelle leggera.

    Arrivato mi ritrovai in un posto davvero strano. Una signora di mezza età era li ad attendermi per registrarmi. Mi sentivo a disagio. Domande strane sui soldi, sulla ricchezza, sui sogni, da comunicare a una perfetta sconosciuta. Risposi lo stesso e mi accontentai del suo: Visti i tuoi sogni con noi li realizzerai molto velocemente, e mi fece entrare nel salone adibito per la conferenza.

    Non si parlava di prodotti e servizi ma solo di soldi. A dire la verità ancora non sapevo di cosa si trattasse. Per come mi era stata presentata sembrava una buona cosa e mi avrebbe fatto fare soldi.

    Un presentatore diede a tutti noi il benvenuto e ci mise a nostro agio raccontandoci il perché fossimo li seduti ad ascoltare e chi avremmo sentito parlare. Di primo acchito non ci capivo nulla sentivo solo applaudire ad ogni nome che lui presentava e che a breve avrebbe parlato. Sembrava la notte degli oscar in piccolo, ma non capivo cosa c’era da acclamare.

    Piano piano, tutti fecero la loro uscita raccontando come in breve tempo e proprio con il lavoro che avrei potuto fare io, si fossero arricchiti collezionando montagne di soldi. Più passava il tempo e più chi parlava aveva quantità di soldi da sbandierare.

    Le altre persone in sala erano di due tipi: Il 90% erano loro il 10% noi. Ossia il 10% erano i polli che ascoltavano applausi e giganterie legate ai guadagni.

    Ecco perché erano famosi.

    Negli ultimi cinque minuti e dopo 2 ore di elogi ai santi del MLM ci presentarono la loro azienda (oggi la conosciamo tutti) che rivendeva prodotti per dimagrire.

    Solo allora mi resi conto che il 10% del pubblico, me compreso era in sovrappeso.

    La dieta iniziava lì stesso, visto che nonostante i fantamilioni che guadagnavano non ci avevano offerto nemmeno un goccio d’acqua in cambio del nostro tempo.

    Ci lasciarono andare affidandoci a chi ci aveva fatto entrare…quando dissero sta frase guardai negli occhi il mio amico che sorrise, come se avesse dovuto dimostrarmi qualcosa o per chiarire che ero roba sua.

    Il mio amico era dimagrito bene, tutto sommato ma forse se mi chiedeva se volevo fare altrettanto avrei evitato di perdere un pomeriggio a sentire cazzate.

    Dimagrii anch’io in quel tempo ma senza i loro prodotti e senza diventare loro rivenditore. Limitai il consumo di birra e di conseguenza risparmiai anche soldi.

    Quando vidi il mio amico ringrassare capii anche velocemente il perché. Alla fine aveva deciso anche lui di non diventare ricco assieme a loro.

    Quando ci vediamo ancora oggi ci facciamo delle “grasse” risate grazie a questo evento. Per questo ho deciso di scriverla e condividerla.

    Questa fu solo la prima esperienza con il network marketing. Quando vedevo qualcuno parlarmi di soldi e mi invitava negli hotel di lusso sapevo già cosa mi avrebbe aspettato. Arrivavo pronto, con la mia bottiglietta d’acqua pronto ad ascoltare cazzate mezze vere e a volte buone opportunità.

    Non può non appassionare la logica del network marketing (allora si chiamava vendita diretta) per questo ho sempre creduto nel prima o poi troverò l’azienda che fa per me.

    Ne ho trovate diverse, devo essere sincero. Dove ho guadagnato molto, dove ho perso solo tempo.

    Provate a pensare ad un’attività che può essere svolta anche nel tempo libero e senza la necessità di riconoscerla come strumento di ricchezza futura. Se poi ci mettiamo il settore di cui siamo appassionati, il gioco è fatto. E’ a causa di queste esperienze che ho iniziato a fare corsi di crescita personale, vendita etc… e devo dire che grazie a ciò che ho imparato oggi ho un lavoro.

    Non sono libero finanziariamente ma ho il tempo che voglio a disposizione.

    Con la pandemia ho assistito ad alberghi di lusso trasformati in stanze Zoom e persone in giacca e cravatta trasformate in cadaveri in pigiama alla ricerca di metodi facile per guadagnare.

    Il diamante del caso che in giacca e cravatta parla con massimo entusiasmo a degli zombie in tuta casalinga cercando di vendere robaccia e kit della speranza.

    I libri USA di Network marketing e alcune riviste di settore dei miei tempi facevano vedere meeting da ricchi, maestosi, cene nei castelli.

    Che collasso.

    Social bersagliati solo con l’intento di piazzarti qualcosa, telefono che squilla con amici che non senti da secoli che hanno l’opportunità della vita, persone che non ti hanno mai cagato di pezza che saltano fuori con entusiasmo pensando che non aspettavamo altro…insomma chi di voi non ha vissuto questa esperienza grazie al covid! (grazie al covid non è un’esclamazione).

    Come dico sempre il mondo è cambiato e nonostante ci siano persone che ancora sono distanti dal mondo delle MLM diventa sempre più difficile trovare persone con i quali poter costruire assieme dei piccoli o grandi business.

    Il mondo cambia…ma la gente continua a comportasti come negli anni ‘90. Ultimamente c’è sempre qualcuno che dalla povertà e dal menefreghismo per se stessi decide di cambiare per una settimana e ti parla di opportunità cercando di convincerti.

    Il mondo delle Network marketing offre notevoli opportunità ed è sacrosanto, ma il modo che avete di comunicarlo fa schifo. Vi rivolgete a chiunque perché pensate di diventare liberi finanziariamente ma siete solo il fallimento delle aziende che rappresentate e di voi stessi.

    La gente seria non ha voglia di farsi programmare la mente. A volte assisto a Zoom di presentazione dove si parla di PNL dal nulla…pensate di fare bella figura? Pensate di dimostrare di essere realmente degli esperti di PNL oppure avete letto un (cz) di libro e fate della psicologia il fenomeno da baraccone del momento?

    Il MLM (io conosco quello italiano) è fatto principalmente da falliti. Dal primo all’ultimo arrivato. Quelli che si arricchiscono per sei mesi e poi spariscono non significa facciano parte di una categoria di persone migliori o capaci.

    Ma mi rivolgo alle aziende? Avete coscienza di chi vi rappresenta oppure guardate solo il fatturato? Sapete che così facendo arriverà il momento in cui il fatturato inizierà a scendere? Quindi state solo speculando?

    Mi rendo conto che non ci sarà mai un’azienda che leggerà il mio articolo ma ho la speranza che qualcuno di voi, prima di intraprendere una strada qualsiasi pensi al futuro e che si renda conto che i soldi facili in modo lecito non esistono e mai esisteranno.

  • Galleggiare o affondare? Io preferisco la terra ferma

    Galleggiare o affondare? Io preferisco la terra ferma

    Mantenere in vita i dinosauri avrebbe dato all’essere umano poche speranze di primeggiare e soprattutto di vivere.

    Mi infilo spesso e volentieri in progetti. Li porto avanti finché non danno segni di cedimento.

    In alcune circostanze si può mettere mano al modello di business e capire cosa non funziona per salvare la barca. In altre è meglio lasciare che affondi per evitare di affondarci assieme.

    L’articolo potrebbe finire qui ma sono un tipo prolisso e mi piace borbottare come una pentola di fagioli che bolle.

    Come qualsiasi cosa, anche i progetti hanno dei cicli di vita. Nascono e muoiono, performano o falliscono. MAI esiste un “per sempre”, di conseguenza perché in un’attività dovrebbe fare eccezione?

    Si oscilla tra un minimo di partenza nella speranza di ottenere un massimo in termini di profitto (non necessariamente economico), ma poi la forza ribassista, che in questo caso può dipendere da centinaia di variabili e fattori, porta il nostro progetto a ridursi nuovamente ai minimi.

    E’ vero che se si sta attenti, si analizza e si monitora questo “ciclo” non necessariamente si deve attendere un fallimento. E alcune aziende storiche come per esempio CocaCola o Ferrari ne sono un chiara prova.

    La vedo dura, ad oggi affermarsi come le aziende citate ma nulla è impossibile.

    Preferisco essere realista e dare ragione a Morandi quando canta uno su mille ce la fa. Anche perché mi pare anche una stima decisamente ottimistica.

    Mettendo mano ai modelli di business però, non si favorisce necessariamente il benessere del proprio progetto. Ci sono molte attività che hanno fallito proprio a causa di cambiamenti anacronistici, o mai capiti.

    Perché purtroppo sentirsi i migliori non significa necessariamente essere utili alle persone alla quale ci si rivolge.

    E’ facile pensarla in stile Facebook Ads. Scelgo uomo o donna, dai 35 ai 60, di Milano, diplomato, in cerca di lavoro e faccio partire la campagna e inizio a guadagnare con la mia università online.

    Vi piacerebbe vero?

    Pensate alla fiat 500, un auto che per tantissimi decenni ha fatto solo parte del passato ma che oggi è forse l’unico modello che Fiat continuerà a produrre nel 2022.

    E’ stato cambiato il perché dell’auto e se una volta si rivolgeva a tutti quelli che volevano possedere un auto ad una cifra permissiva, oggi è diventata la piccola auto di lusso che fare la differenza più sulla propria immagine piuttosto che sulla sua utilità.

    Diciamocela tutta, tra SMART e 500 secondo me non c’è paragone.

    Dunque si può continuare imperterriti? Fiat 500 si è fermata ma nel frattempo è diventata un mito. 126, 127, 131 hanno fatto poco di epocale e Fiat Tipo e Croma sono state riproposte ma forse loro avevano solo segnato una generazione e non un epoca.

    Il marketing ha fatto il resto.

    Detto questo, provate a pensare se FIAT (lo so che oggi si chiama FCA) avesse continuato a produrre tutti i modelli dal primo giorno all’ultimo? Avrebbe dovuto avere molti più stabilimenti, più dipendenti, ma molte più spese, meno auto vendute per singola categoria…insomma…non sarebbe ancora aperta.

    E mentre sui Social ci sono i terrapiattisti che dicono stupidate a riguardo, mi rendo conto che le persone facciano fatica a comprendere che i robot che montano le portiere della 500 non potrebbero fare contemporaneamente anche quelle della 126 per un semplice motivo. Sono auto diverse e quindi ci vogliono robot diversi. O pensate che ci sia un omino che le monta a mano?

    Oggi sono polemico.

    Non basta essere bravi per avere un progetto con le gambe. Ci ricordiamo dei successi della 500 ma dimentichiamo i fallimenti della Duna o della Arna. Pensate che Fiat nella sua storia non abbia mai investito in auto che poi non hanno mai avuto la forza di presentare al mercato?

    Pensate Che Agnelli (quello vero) abbia sempre fatto investimenti profittevoli?
    Credete che chi ha i soldi non fallisca mai?

    Vi sbagliate!

    Si può essere bravi quanto si vuole ma nella vita parliamo di successi proprio perché esistono i fallimenti che si contrappongono.

    Anche i migliori imprenditori collezionano, dunque sconfitte. Non se ne parla perché non fanno notizia, ma vincere sempre non aiuta a migliorarsi (io sono per il perdere il meno possibile).

    Se non fallisci mai (non parlo economicamente, quello non lo auguro a nessuno) non saprai mai capire quando è il momento di lasciar perdere, o più semplicemente non saprai mai gestire una crisi con tempismo e freddezza.

    Dico freddezza non a caso. I nostri problemi, quelli che ci fanno fallire sono tutti di carattere emotivo. Ci leghiamo alle cose e facciamo il possibile per salvarle. Definiamo le nostre attività come dei figli e ci comportiamo come tali nel momento del bisogno.

    Ci sono diversi modi per prepararsi una tisana: Accendi il gas, usi bollitore, usi la cucina economica. Il processo è lo stesso: l’acqua bolle e metti le erbe (quelle legali, mi raccomando) per qualche minuto prima di filtrare e bere.

    É un processo automatico. Come guidare (in molti fanno l’esempio del guidare)

    Ma tra il bollitore e il pentolino c’è una differenza sostanziale. Il pentolino dipende dal nostro stato emotivo, siamo noi che spegniamo il gas e se lo dimentichiamo sul fuoco perché siamo troppo innamorati rischiamo di mandare in fumo la nostra casa. il bollitore si spegne quando l’acqua è in ebollizione (stop).

    Avevo un professore di fisica alle Superiori che quando pronunciava la parola ebollizione si esaltava fino a rizzarsi sulle punte dei piedi mimando con le mani, nel contempo le bolle che dal basso andavano verso l’alto.

    Bollitore = NO EMOZIONI

    Professore di fisica = Tanti bei ricordi

    So a cosa state pensando…ma sono così, non bevo tisane illegali.

    Lo stesso vale per i progetti. Non è amore, non è rispetto per le persone che hanno messo impegno, non è nostro figlio…una volta che il progetto ha fatto bollire l’acqua STOP. Lo spegniamo.

    Non ci facciamo mangiare da ciò che non ha più senso di esistere.

    Questa settimana ho chiuso 3 progetti sulla quale avevo investito tempo e soldi e sono uscito da una società dove avevo investito pochi soldi ma davvero tanto tempo (anche poco compreso se devo dirla tutta). Non sono triste ma sono certo che se avessi continuato a investire tempo e soldi prima o poi lo sarei diventato.

    L’acqua era in ebollizione e tac! Il bollitore si è spento.

    Si perdono soldi è vero (ma magari si smettono di perdere) ma si recupera tempo ed è questo che a noi interessa.

    Ti lamenti che non hai tempo per realizzare i tuoi sogni perché hai progetti che te ne levano e magari ti infilano quattro soldi in tasca?

    TAC! Spegni il bollitore.

    Ti dispiace “gettare” ciò che ti ha fatto vivere fino ad oggi perché è dal 1930 che la tua (cz) di azienda ereditata dal nonno fa le scarpe solo in quel dannato modo?

    TAC! Spegni il bollitore

    Preferisco dispiacermi a vita per la chiusura di un progetto che purtroppo, non funziona più, piuttosto che ridurmi sul lastrico perché per colpa di esso non ho potuto dare un’altra possibilità a me stesso.

    Se ti hanno portato i dinosauri a leggere fino qui:

    TAC! Spegni il bollitore.

  • Te lo puoi permettere davvero?

    Te lo puoi permettere davvero?

    La prima volta che analizzai il mio patrimonio mi fregai le mani dicendo a me stesso…caspita non pensavo di avere così tanto (considerate che sono uno che si accontenta di poco…lungi da me definirmi uno che ha soldi perché mentirei).

    La fase successiva fu quella di analizzare entrate e uscite. Ricordo che l’entusiasmo e il fregarmi le mani frenarono all’istante.

    Lavoravo, mettevo da parte, spendevo come se non ci fosse un domani e come di consueto restavo a zero nel momento in cui finivo di pagare le tasse.

    No, purtroppo non era bravura arrivare a pagare le tasse, con la consapevolezza di dirmi: grande! Anche quest’anno ce l’hai fatta…

    Spesso ho pensato che lo stato ad un certo punto guardasse i conti correnti di tutti e applicando un 20% in più rispetto alla giacenza ci fornisse l’f24 da pagare…ogni anno!

    Non capivo una mazza di economia, di tasse…nulla di nulla.

    Lavoravo come un cretino dalla mattina alla sera pensando di fare anche una bella vita…ma poi gli ultimi sei mesi dell’anno mi deprimevo e l’ultimo trimestre…dopo aver promesso grandi regali a natale ai miei figli…mi accorgevo che facevo fatica a malapena ad acquistare loro anche una t-shirt.

    Se fai questi discorsi tra amici, al bar e anche in luoghi dal sapore culturalmente elevato si ottengono risposte utili solo ad abbassare la testa e rassegnarsi.

    E’ normale, lo stato è il tuo socio maggioritario, per i primi sei mesi paghi lo stato, con tutte le spese che ci sono non si riesce ad arrivare a fine mese, è colpa di tutti quelli che non pagano le tasse (di solito chi dice così è il primo a evadere), aumentano i costi ma non gli stipendi, i politici gli stipendi non se li abbassano mai e piove governo ladro.

    Non ditemi che non vi siete mai imbattuti in personaggi che vomitano ste frasi fatte perché non ci credo.

    Ma non sono qui a dire che non abbiano ragione. Nella vita ho imparato che se due piatti di polpette della mamma, anche se ottime, sono pensanti…ne devo mangiare uno.

    La maggior parte delle persone ne mangia tre e poi si lamenta che le polpette della mamma, essendo fritte restano sullo stomaco.

    Siamo abituati a dare la colpa a qualcosa, spesso di stra sentito per ricevere approvazione immediata. Non ci sforziamo nemmeno di trovare scuse più articolate perché la pigrizia del nostro cervello si ferma li, sul divano a sbuffare frittura e a lamentarsi.

    Inutile dire che la colpa è solo nostra (e della mamma che potrebbe evitare di fare quattro chili di polpette se le mangio solo io).

    La cosa bella è che quando faccio notare queste cose a clienti, amici e parenti (metaforizzando il loro stato economico) mi danno tutti ragione. Poi a Natale tutti sul divano con i soliti sintomi ad abusare di bicarbonato (sempre metaforizzando lo stato economico).

    Lamentarsi e non fare nulla per cambiare sono due errori tipici delle persone che si fanno scivolare la vita addosso. Einstein diceva (e lo dico spesso) Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. E credo che questa frase racchiuda tutto il succo del discorso.

    E’ come quando ti lasci trasportare dalla bella vita, bevendo, fumando e poi, al primo problema di salute, tutto si ferma! Cominci a correre al mattino, fai dieta, diventi promoter di qualche azienda di vendita diretta e inizi a postare foto su come stai meglio cerchi di far capire al mondo quanto tu sia cambiato in meglio.

    Ma i tuoi amici non vivono come te e il declino è presto vicino.

    Stai meglio, hai perso 10 chili, ma per non perdere le buone e vecchie abitudini ricominci a bere e a fumare come se non ci fosse un domani e fino al prossimo problema di salute.

    Una frase che si sentiva spesso dai newage(ari) era: In oriente si va dal medico quando si sta bene per imparare a non ammalarsi. Noi facciamo l’esatto contrario e poi ci stupiamo che le cose non vanno per il verso giusto.

    Non so se hanno ragione gli orientali ma certamente imparare a gestire la propria salute ci porta ad avere maggiore consapevolezza e a preservare il più possibile il nostro stato di salute.

    Ma è un fatto culturale. Finché frequenti persone che si scassano tutti i giorni non cambierà nulla, perché sarai sempre portato a cedere alle tentazioni.

    Con i soldi è la stessa identica cosa. Se non comprendi a cosa servono e non cambi “stile di spesa” resterai indebitato a vita. Essere poveri credo sia uno stadio migliore dell’essere indebitato, giusto per rendere l’idea.

    Guadagni i famosi 1000 euro al mese, ma fai una vita da 5000 mila e ti lamenti che lo stipendio non basta?

    Ma il motivo è davvero questo?

    Questa frase fa incazzare tante persone che incrocio durante la mia giornata.
    Io non posso capire, con 1000 euro al mese non si può vivere visto che solo di mutuo pago 700 euro, visto che l’affitto ne costa 600, visto che la luce mi costa 100, visto che internet ne costa 30 e chi più ne ha più ne metta…

    Dentro queste risposte trovo sempre assurdo il perché vi trovate in una situazione che già a priori non potevate permettervi.

    Non me lo leva nessuno dalla testa.

    Se hai la tosse e fai fatica a correre una maratona è perché probabilmente fumi. Fuma pure ma non pretendere di diventare un maratoneta e soprattutto non incolpare le scarpe o il tempo dei tuoi insuccessi.

  • Risparmio, protezione e Guru in contrasto

    Risparmio, protezione e Guru in contrasto

    Ho speso un mare di soldi per seguire i più disparati corsi indirizzati al miglioramento personale.

    Non sempre ho fatto la cosa giusta.

    Fino a pochi anni fa la “crescita personale” era sulla bocca di poche persone e a dirla tutta ne parlavo il meno possibile perché l’opinione pubblica non accettava e derideva chi si appassionava alla PNL o a tutto il pacchetto di finanza personale.

    Mi vergognavo e lo facevo di nascosto, ma oggi pare sia diverso.

    Credo che il covid (scritto apposta in minuscolo e senza il suo -19 per renderlo poco rispettabile) abbia aperto la mente di tantissime persone, visto che oggi sui social ci si definisce educatori patrimoniali con tanto di iscrizione ad associazioni e attestati rilasciati dal Miur (persino lo stato approva).

    Negli USA (non perché io sia pro America) l’educazione patrimoniale è un interesse molto diffuso e non perché sia pieno di santoni che si ostinano a spillare soldi dalle tasche delle persone credulone.

    Non sono mai stato negli USA e ho pareri controversi da chi ci abita nei confronti del fatto che li l’educazione finanziaria si studia a partire dalle scuole elementari, quindi non mi sento di darla come notizia certa. Possiamo dunque dire che c’è una grandissima percentuale di persone che ha compreso l’importanza di gestire i propri soldi per incrementare il proprio patrimonio e per preservarlo.

    Tutti parlano di investimenti.

    Ormai trading, forex etc sono termini sulla bocca di tutti (soprattutto dei cazzari che guadagnano sull’ignoranza altrui…ne parlo già in questo articolo) ma, soprattutto nel nostro bel paese ci focalizziamo molto sul come fare soldi e poco, per non dire nulla su come proteggerci da perdite di denaro.

    Non faccio l’assicuratore, quindi non scrivo per proporvi polizze e guadagnare 20 euro. Scrivo solo il mio punto di vista.

    Eliminare la parola protezione dalla pratica di investimento è sbagliato. E l’ho scrivo senza troppi giri di parole perché voglio sia chiaro.

    In Italia vediamo le compagnie assicurative come una rottura di scatole a cui pagare un premio (chissà perché lo chiamano così se i soldi se li prendono loro) per non incorrere in verbali nel caso in cui si dovessimo essere fermati dalle forze dell’ordine.

    STOP.

    Dai…la pensiamo davvero così…perché se la RC Auto non fosse obbligatoria quanti la pagherebbero?

    Chi penserebbe a priori di farsi proteggere economicamente pagando una quota annua e a fondo perduto ad un’assicurazione in caso di incidente o situazioni peggiori?

    Quanti di voi sono protetti in caso di propria morte anticipata?

    NO, non parlo di polizze vita travestite da pac o viceversa, parlo proprio di premi unici (come la RC Auto) che mettono al sicuro i nostri cari in caso di nostra premorienza?

    Quanti di voi hanno deciso di sottoscrivere un’assicurazione in grado di darci un aiuto nel caso in cui la salute o qualsiasi altra disavventura dovesse impedirci di lavorare?

    Quindi…se non teniamo al nostro futuro e a quello della nostra famiglia, ce ne fregherebbe qualcosa degli altri? A mio parere la risposta è: NO e credo che l’obbligo di sottoscrizione della polizza auto, sia tale proprio per questo motivo.

    Non so voi…ma per me non lavorare significa ancora non guadagnare e con tutte le conseguenze del caso.

    Molti anni fa, ad un corso di un noto Oratore italiano (non so come altro chiamarlo) feci una domanda sulla protezione e la sua risposta fu:

    Non mi occuperei di ciò che non può andare bene nella vita, perché noi siamo quello che vogliamo essere, Pensa positivo, altrimenti non andrai molto avanti…ancora sento gli occhi addosso di tutti gli altri paganti che mi guardavano come fossi uno che pensava negativo.

    In effetti se avessi avuto una cultura protettiva, avrei evitato di spendere soldi per presenziare a un corso del genere, ma oggi la penso così grazie anche a queste esperienze.

    Al tempo mi vergognai della domanda posta e incassai la risposta con altrettanto sentimento. All’epoca mi sentivo negativo ed ero li proprio perché volevo imparare a levarmi tutte le paranoie e finalmente riuscire a prendere la vita di petto vincendo in tutte le battaglie.

    L’oratore è ancora presente su tutti i social a raccontare il metodo infallibile per farcela nella vita e nonostante la nostra evoluzione continua ad essere in positivo con il suo portafoglio (o almeno questo è quello che dice) ma sta di fatto che maturando ho reputato davvero stupida la sua risposta e mi auguro che ad oggi abbia pensato al suo futuro e a quello dei suoi corsisti inserendo anche dei moduli sulla protezione.

    Alla fine la vita è fatta di esperienze e tutti crescono.

    Prima di qualsiasi investimento, quindi dobbiamo essere in grado di poterci permettere di vivere la nostra vita in qualsivoglia condizione di salute e permettere alla nostra famiglia di fare altrettanto, soprattutto se il reddito famigliare proviene solo da noi.

    Lavoratori indipendenti che spendono 700 euro al mese per pagarsi la rata dell’Audi Q8 e non spendono mille euro all’anno per proteggere se stessi e la propria famiglia, hanno poco da parlare circa gli investimenti.

    Eppure alla mattina, mentre bevo il caffè al bar dopo aver parcheggiato la mia Ford Tourneo Connect tutti discutono di mercato come se non ci fosse un domani e poi si recano sul posto di lavoro perché sanno bene che la Q8 a fine mese bussa.

    Se non investi per il futuro in che termini stai investendo? E se non proteggi te stesso, il tuo capitale e la tua famiglia?

    Attenzione, questo è solo il mio punto di vista! C’è gente che scommette in borsa, gioca a Wall Street e investe sul poker online. Io non giudico nessuno, ma se devo sorbirmi le lamentele di chi crede che investire significhi questo mentre sorseggio il mio Illy al bar:

    Anche No! Come dicono i medio giovani.

    So bene che a livello emotivo è brutto scoprire di avere un risparmio al mese ridotto e dover pensare a “spenderli” per proteggersi al posto di caricare il conto per fare forex. Ma credo sia la scelta più giusta da fare.

    Quando si è in questa situazione non significa che non si otterrà mai un proprio patrimonio da far crescere. Una volta raggiunta la giusta protezione, imparando a spendere i propri soldi, pochi o tanti che siano, gli investimenti possono velocizzare di molto il processo di crescita del patrimonio stesso.

    Se la Q8 l’acquisti a priori delle tasse e non hai capito che devi proteggerti il fondo schiena, come diceva il noto oratore: Non andrai molto avanti!

    Non me ne voglia l’Audi e nemmeno il noto oratore.

    Ho speso un mare di soldi per seguire i più disparati corsi indirizzati al miglioramento personale.

    Non sempre ho fatto la cosa giusta.

    Fino a pochi anni fa la “crescita personale” era sulla bocca di poche persone e a dirla tutta ne parlavo il meno possibile perché l’opinione pubblica non accettava e derideva chi si appassionava alla PNL o a tutto il pacchetto di finanza personale.

    Mi vergognavo e lo facevo di nascosto, ma oggi pare sia diverso.

    Credo che il covid (scritto apposta in minuscolo e senza il suo -19 per renderlo poco rispettabile) abbia aperto la mente di tantissime persone, visto che oggi sui social ci si definisce educatori patrimoniali con tanto di iscrizione ad associazioni e attestati rilasciati dal Miur (persino lo stato approva).

    Negli USA (non perché io sia pro America) l’educazione patrimoniale è un interesse molto diffuso e non perché sia pieno di santoni che si ostinano a spillare soldi dalle tasche delle persone credulone.

    Non sono mai stato negli USA e ho pareri controversi da chi ci abita nei confronti del fatto che li l’educazione finanziaria si studia a partire dalle scuole elementari, quindi non mi sento di darla come notizia certa. Possiamo dunque dire che c’è una grandissima percentuale di persone che ha compreso l’importanza di gestire i propri soldi per incrementare il proprio patrimonio e per preservarlo.

    Tutti parlano di investimenti.

    Ormai trading, forex etc sono termini sulla bocca di tutti (soprattutto dei cazzari che guadagnano sull’ignoranza altrui…ne parlo già in questo articolo) ma, soprattutto nel nostro bel paese ci focalizziamo molto sul come fare soldi e poco, per non dire nulla su come proteggerci da perdite di denaro.

    Non faccio l’assicuratore, quindi non scrivo per proporvi polizze e guadagnare 20 euro. Scrivo solo il mio punto di vista.

    Eliminare la parola protezione dalla pratica di investimento è sbagliato. E l’ho scrivo senza troppi giri di parole perché voglio sia chiaro.

    In Italia vediamo le compagnie assicurative come una rottura di scatole a cui pagare un premio (chissà perché lo chiamano così se i soldi se li prendono loro) per non incorrere in verbali nel caso in cui si dovessimo essere fermati dalle forze dell’ordine.

    STOP.

    Dai…la pensiamo davvero così…perché se la RC Auto non fosse obbligatoria quanti la pagherebbero?

    Chi penserebbe a priori di farsi proteggere economicamente pagando una quota annua e a fondo perduto ad un’assicurazione in caso di incidente o situazioni peggiori?

    Quanti di voi sono protetti in caso di propria morte anticipata?

    NO, non parlo di polizze vita travestite da pac o viceversa, parlo proprio di premi unici (come la RC Auto) che mettono al sicuro i nostri cari in caso di nostra premorienza?

    Quanti di voi hanno deciso di sottoscrivere un’assicurazione in grado di darci un aiuto nel caso in cui la salute o qualsiasi altra disavventura dovesse impedirci di lavorare?

    Quindi…se non teniamo al nostro futuro e a quello della nostra famiglia, ce ne fregherebbe qualcosa degli altri? A mio parere la risposta è: NO e credo che l’obbligo di sottoscrizione della polizza auto, sia tale proprio per questo motivo.

    Non so voi…ma per me non lavorare significa ancora non guadagnare e con tutte le conseguenze del caso.

    Molti anni fa, ad un corso di un noto Oratore italiano (non so come altro chiamarlo) feci una domanda sulla protezione e la sua risposta fu:

    Non mi occuperei di ciò che non può andare bene nella vita, perché noi siamo quello che vogliamo essere, Pensa positivo, altrimenti non andrai molto avanti…ancora sento gli occhi addosso di tutti gli altri paganti che mi guardavano come fossi uno che pensava negativo.

    In effetti se avessi avuto una cultura protettiva, avrei evitato di spendere soldi per presenziare a un corso del genere, ma oggi la penso così grazie anche a queste esperienze.

    Al tempo mi vergognai della domanda posta e incassai la risposta con altrettanto sentimento. All’epoca mi sentivo negativo ed ero li proprio perché volevo imparare a levarmi tutte le paranoie e finalmente riuscire a prendere la vita di petto vincendo in tutte le battaglie.

    L’oratore è ancora presente su tutti i social a raccontare il metodo infallibile per farcela nella vita e nonostante la nostra evoluzione continua ad essere in positivo con il suo portafoglio (o almeno questo è quello che dice) ma sta di fatto che maturando ho reputato davvero stupida la sua risposta e mi auguro che ad oggi abbia pensato al suo futuro e a quello dei suoi corsisti inserendo anche dei moduli sulla protezione.

    Alla fine la vita è fatta di esperienze e tutti crescono.

    Prima di qualsiasi investimento, quindi dobbiamo essere in grado di poterci permettere di vivere la nostra vita in qualsivoglia condizione di salute e permettere alla nostra famiglia di fare altrettanto, soprattutto se il reddito famigliare proviene solo da noi.

    Lavoratori indipendenti che spendono 700 euro al mese per pagarsi la rata dell’Audi Q8 e non spendono mille euro all’anno per proteggere se stessi e la propria famiglia, hanno poco da parlare circa gli investimenti.

    Eppure alla mattina, mentre bevo il caffè al bar dopo aver parcheggiato la mia Ford Tourneo Connect tutti discutono di mercato come se non ci fosse un domani e poi si recano sul posto di lavoro perché sanno bene che la Q8 a fine mese bussa.

    Se non investi per il futuro in che termini stai investendo? E se non proteggi te stesso, il tuo capitale e la tua famiglia?

    Attenzione, questo è solo il mio punto di vista! C’è gente che scommette in borsa, gioca a Wall Street e investe sul poker online. Io non giudico nessuno, ma se devo sorbirmi le lamentele di chi crede che investire significhi questo mentre sorseggio il mio Illy al bar:

    Anche No! Come dicono i medio giovani.

    So bene che a livello emotivo è brutto scoprire di avere un risparmio al mese ridotto e dover pensare a “spenderli” per proteggersi al posto di caricare il conto per fare forex. Ma credo sia la scelta più giusta da fare.

    Quando si è in questa situazione non significa che non si otterrà mai un proprio patrimonio da far crescere. Una volta raggiunta la giusta protezione, imparando a spendere i propri soldi, pochi o tanti che siano, gli investimenti possono velocizzare di molto il processo di crescita del patrimonio stesso.

    Se la Q8 l’acquisti a priori delle tasse e non hai capito che devi proteggerti il fondo schiena, come diceva il noto oratore: Non andrai molto avanti!

    Non me ne voglia l’Audi e nemmeno il noto oratore.

  • Sei Tuttologo? Si.

    Sei Tuttologo? Si.

    Sono un tuttologo.

    Quando è il momento di dire la verità ritengo opportuno mettermi a nudo e dire davvero ciò che nascondo da sempre per il timore di essere escluso dalla società.

    Ebbene: sono un tuttologo.

    E non sono io a dirlo. Io mi ritengo una persona curiosa, che ama leggere, che ama ascoltare musica e passerebbe giornate intere a guardare documentari di qualsiasi natura.

    Ho molti interessi insomma. Con me si può parlare davvero di tutto. Certo non su tutto ho le massime competenze ma devo dire che me la cavo bene in quasi tutti gli ambiti.

    La prima volta che mi è stato dato l’appellativo di TUTTOLOGO è stato fatto in modo dispregiativo. Mi è stato dato del tuttologo per dire…è arrivato lui…mi pareva strano che non conoscesse qualcosa sull’argomento…dai Andrea sentiamo…non avrai mica fatto anche questo lavoro o esperienza?

    Sono un tipo permaloso lo ammetto e quando vengo attaccato così, posso avere due reazioni.

    Un giorno Sergio Leone che non credo abbia bisogno di presentazioni disse: Clint Eastwood mi piace come attore perché aveva solo due espressioni: una con il cappello e l’altra senza.

    Ecco allo stesso modo di Eastwood solitamente è difficile che abbia una terza reazione.

    1- Mi offendo

    2- Rido

    Mi offendo quando vengo definito un tuttologo alla stregua del cazzaro. Per alcune persone pare sia complesso allontanarsi di un metro dalla propria vita e dalle proprie passioni per imparare altro o fare nuove esperienze e l’essere considerato una persona che mente non mi sta per niente bene.

    Da più giovane mi offendevo davvero…oggi il “mi offendo” è diventato un semplice: Manco ti ascolto.

    Rido, e ho imparato a farlo da pochi anni proprio per la conseguenza del: manco ti ascolto.

    Non voglio apparire cattivo o essere presuntuoso ma rido perché oggi abbiamo l’opportunità di conoscere miliardi di cose e siamo bombardati ogni secondo da pc e smartphone e io trovo assurdo che ci siano ancora persone in grado di parlare solo di calcio o che fanno lo stesso lavoro da quando hanno iniziato a lavorare (pur continuando a lamentarsi del lavoro che fanno).

    Tra le due reazioni devo dire che ridere, oggi è quella che mi da maggiori soddisfazioni.

    Ma ora che ci penso c’è anche una terza reazione…e l’ammetto proprio perché ho detto di dire tutta la verità. Anche se mi scoccia non potermi più associare a Clint Eastwood.

    Cerco di spiegare e se necessario mostro delle prove inconfutabili. Mostrare prove oggigiorno è davvero semplice. Basta uno smartphone.

    La maggior parte delle persone che incontro durante le mie consulenze o webinar sono persone tuttologhe o cazzare come me. Persone che hanno stimoli che vanno oltre la banalità. Persone che nutrono quotidianamente la propria curiosità per migliorare se stessi.

    Non che i miei webinar siano necessariamente migliorativi, ma se ne segui uno e ti fa schifo puoi sempre non seguirne più…e come puoi notare hai comunque migliorato un aspetto e certamente nutrito la tua curiosità :-).

    Mi chiedo spesso perché quando scrivo inizio parlando di me per passare a voi e per finire al tu, ma credo di farlo apposta.

    Le truffe e i menzonieri sono sempre esistiti ed hanno sempre fatto leva sull’ignoranza della gente. Più non conoscevi più rischiavi di essere esposto a truffe di qualsiasi genere. Oggi avviene tutto come prima quindi i truffati restano gli ignoranti (sappiamo ormai tutti cos’è l’ignoranza e non credo sia il caso di specificare che significa etc etc…basta con ste cazzate).

    Quello che mi auguro è che ci siano sempre meno truffe proprio perché la gente si informa di più e fa scelte che negli anni 80/90 non aveva il potenziale nemmeno di pensare.

    Faccio spesso l’esempio degli occhiali venduti come strumento per guardare sotto i vestiti delle donne (non ho mai capito perché non veniva pubblicizzato il fatto che allo stesso modo si potevano usare per guardare sotto gli abiti degli uomini…forse il tasso di ignoranza maschile era superiore a quello femminile? Boh), se li ricordate, a partire dall’immagine disegnata del pervertito che li usava, la pubblicità era esplicita e al tempo nessuno o pochi consideravano la cosa una stupidaggine.

    Mio cugino li aveva, per esempio (se ha il coraggio di ammetterlo eviterebbe di farmi passare per cazzaro).

    Piccole truffette pubblicizzate su riviste e se non ricordo male anche su qualche quotidiano. Oggi chi li acquisterebbe? Credo solo chi non conosce. Chi lo venderebbe? Qualcuno che si rivolge ad un target davvero di nicchia.

    Personalmente sono anni che non vedo ste boiate sui giornali ma devo dire che non leggo più riviste da altrettanto tempo.

    Insomma, non abbiate vergogna di essere appellati come tuttologi, l’importante è esserlo per migliorare se stessi ed evitare di diventare ignoranti, perché diciamocela tutta, avere 10 lauree e non avere nessun interesse non serve a una mazza.

    Continuate a seguirmi quotidianamente se volete farvi due risate, arrabbiarvi, offendervi e perché no riflettere o più semplicemente per perdere qualche minuto della vostra vita assieme a me.

    Ultima verità:

    Qualche anno fa mi sono ostinato ad acquistare occhiali per vedere sotto i vestiti delle mie amiche. Ho continuato a comprarne perché pensavo mi arrivassero sempre difettosi.

    Ora li vendo…se volete acquistarne un paio potete farlo direttamente a questo link: https://bit.ly/3Bbadjt

  • Occhiali

    Non ci credo! Ma già che sei qui mi piacerebbe sapere una cosa:

    Pensavi li avessi comprati davvero oppure li volevi acquistare?

    Ti meriti comunque un premio…puoi seguire il mio corso base sul business model canvas cliccando qui:https://bit.ly/3uBTfIN

  • Cosa farò da grande?

    Cosa farò da grande?

     Cosa vuoi fare da grande?

    Da piccino volevo fare il medico. Non mi è mai interessato fare l’astronauta anzi. In famiglia la fantascienza era all’ordine del giorno e a dirla tutta non mi è mai piaciuta.

    Ho avuto il periodo che ero appassionato di stelle e mi piaceva osservarle col telescopio dal quarto piano della mia casa d’infanzia a Milano.

    A dire la verità non ne ho mai vista una, infatti dopo poco tempo ho preferito trovare altro da fare.

    Mio padre voleva che facessi l’avvocato perché a parer suo avevo un’ottima parlantina mentre mia madre non si è mai espressa a riguardo. Forse per lei andava bene qualsiasi lavoro purché fosse ben pagato, sotto casa e con orari flessibili.

    A 5 anni ho iniziato a suonare la chitarra. Il mio primo amore. Ero portato di natura e nonostante studiassi davvero poco Musica suonavo bene. Ero talentuoso e non credo di passare per arrogante ad ammetterlo.

    Sicuramente se avessi studiato con costanza sarei riuscito a ottenere maggiori risultati a livello tecnico ma a me piaceva suonare e non studiare.

    Ad un certo punto della mia vita mi sono accorto che i ragazzi che frequentavo, anch’essi musicisti miglioravano a vista d’occhio.

    La chitarra per molti è uno strumento virtuoso (per me l’unico strumento virtuoso è il violino) e quando sentivo gli altri andare veloce mi chiedevo…come fanno a farlo?

    Nonostante tutto anche quelli che reputavo migliori di me continuavano a portarmi sul piatto d’argento.

    Per un po’ ho pensato addirittura di aver sbagliato strumento e non mi sentivo per nulla adatto ai complimenti che ricevevo…a volte anche da persone che non mi avevano mai sentito suonare.

    Nonostante mio padre disegnasse sempre i musicisti come dei morti di fame io, testardo come un mulo e disinteressato alla ricchezza sono riuscito a mantenermi fino al 2012 saltando da un palco all’altro e non solo alle varie sagre di paese.

    Mio padre aveva ragione. Non mi sono arricchito economicamente.

    Ma nemmeno gli amici studiosi di musica ma che trovavano lavoro in banche o grandi aziende si sono mai arricchiti.

    Forse se avessi fatto l’avvocato come diceva mio padre, mi sarei ritrovato assieme agli oltre 300.000 avvocati che oggi spopolano in Italia. Ma ho deciso di fare il chitarrista.

    Finite le scuole medie ho intrapreso la strada della chimica. I professori delle medie non consigliavano licei perché riscontravano dei limiti nel mio apprendimento.

    Ero felice…pensavo che avrei fatto esperimenti tutti i giorni e inventato nuove sostanze. Ricordo che ci portarono in una scuola per farci vedere di cosa si trattava ed ero rimasto affascinato da quei ragazzini vestiti col camice che potevano mischiare sostanze senza le urla della mamma di turno che non voleva si sporcasse il pavimento o il tavolo della cucina.

    Una scuola di una pesantezza enorme…dove gli esperimenti, come li definivo io da piccino facevano parte della milionesima parte dell’anno scolastico. C’era da studiare davvero tanto e a me non piaceva studiare (altrimenti avrei studiato musica).

    Che errore aver scelto un percorso sbagliato e che triste non aver avuto la possibilità di poter cambiare.

    Bisogna avere le idee chiare sin dalla terza media. Non è permesso sbagliare. Per questo la mia generazione è fatta di persone che hanno sì compiaciuto i genitori diventando avvocati ma non hanno realizzato se stessi e i loro sogni e i migliori ora sono store-manager di qualche catena retail (che con l’avvento commercio elettronico…boh).

    A fatica mi sono portato a casa il diploma di perito chimico…che credetemi, ancora oggi faccio fatica a comprenderne l’utilità…a parte i genitori sereni e la possibilità di suonare senza rotture di scatole

    Anzi…non è andata per niente così…appena finiti gli studi ho scritto e stampato con una stampante ad aghi il mio primo curriculum e raccomandato dal mio migliore amico Marco, che purtroppo oggi non è più tra di noi mi sono presentato in Pirelli per fare il mio primo colloquio (ed ultimo) di lavoro.

    Un ingegnere senza capelli di giovane età era il mio esaminatore…interessato e quasi stupito del mio curriculum ricco di attestati più disparati sport, musica, teatro…

    Ad un certo punto mi chiese quale fosse il mio sogno nel cassetto e io gli risposi…vivere facendo il chitarrista!

    Voi cosa avreste risposto ad una domanda del genere?

    Mi rispose, vede Dainotti (poi dare del lei a un ragazzino mi ha sempre fatto ridere) lei è troppo confuso, guardi quanti attestati ha e noi cerchiamo persone con le idee chiare. Per esempio, perché si presenta qui con un diploma di perito chimico a chiedere un lavoro in un’azienda che si occupa di meccanica? E soprattutto perché è qui se nella vita il suo sogno nel cassetto non è lavorare in Pirelli?

    Gli risposi: Scusi Ing Y ma lei a 10 anni aveva il sogno di lavorare in Pirelli ed è per questo che ha studiato ingegneria meccanica?

    Mi sorrise ma non mi diede il lavoro.

    Lo ringrazio ancora oggi. Perché nonostante per lui fosse inconcepibile il mio comportamento e quella specie di confusione che emergeva dal mio curriculum e dai miei sogni avevo capito una cosa…se il mio sogno nel cassetto era suonare…cosa ci facevo in Pirelli?

    Il mio amico Marco mi diede dello scemo per la risposta che diedi all’ingegnere. E quest’ultimo lo rimproverò per non aver portato una persona con il sogni di lavorare in Pirelli.

    Da allora ho sempre lavorato in proprio e non ho mai più avuto il coraggio di fare un altro colloquio di lavoro.

    Giusto o sbagliato, fino ad oggi ho fatto esattamente quello che ho voluto e ovviamente non mi è andata sempre bene. Come dico sempre non sono un Guru infreddolito che necessita di far vedere la propria maestosità per convincere gli altri a comprare il suo corso di crescita personale.

    Ho collezionato più errori che successi ma credetemi, ho sempre vissuto liberamente la mia vita.

    Da sempre mi alzo quando voglio, se voglio lavorare lavoro altrimenti facci altro, se ho voglia di uscire esco e se voglio stare a casa sto a casa. Hey non ho 20 anni ne ho 43 e ho una famiglia con figli…e a dirla tutta sono al secondo matrimonio.

    Non mi ritengo fortunato ma ritengo solo di aver raggiunto una capacità di gestione economica e del mio tempo, importante.

    No non sono ricco e non lo sono mai stato, la mia ricchezza è la libertà di poter vivere la vita come meglio credo…si certo lavoro come tutti.

    Oggi è domenica e mentre la maggior parte della gente cerca di non pensare al lavoro…io ho voglia di lavorare.

    Non è mai facile scegliere, a qualsiasi età e i consigli lasciano il tempo che trovano. Da padre, da amico e da guru.

  • Si semina ciò che si raccoglie e chi semina raccoglie!

    Si semina ciò che si raccoglie e chi semina raccoglie!

    Quante volte ho sentito questi proverbi e quante volte le persone mi hanno detto:

    L’hai voluto tu, non lamentarti…si raccoglie ciò che si semina!

    E’ una verità che può essere dolorosa oppure no, ma chiunque di noi c’è passato più di una volta nella propria vita.

    Tante volte ci si sente parte lesa anche senza motivo…perché diciamocela tutta…non sempre lo prendiamo in quel posto per partito preso e per colpa degli altri.

    Avete presente quando state girando con l’auto ad un semaforo che ha l’obbligo di andare diritto e c’è chi prontamente non vede l’ora di sfoggiare il proprio clacson e la sua cultura urbanistica per darvi degli incivili?

    Bene, avete mai chiesto loro con gentilezza: Voi nella vostra vita non l’avete mai fatto?

    Se provate a farlo, a parte che potete rischiare il linciaggio se non siete corpulenti come me, quindi state attenti, noterete che le persone si arrabbiano ancora di più e vi faranno il gesto manuale “tipico” di chi vuole mandarti al luna park ma sa bene che non gli è stata fatta una domanda così infondata.

    Per seminare è fondamentale capire cosa si vuole raccogliere ed è qui che cade il rimprovero che spesso si sente uscire dalla bocca di amici e parenti o da chi usa frasi fatte e ci viene incontro senza darci alcuna soluzione.

    I miei nonni erano dei contadini e per raccogliere i pomodori sapevano bene che dovevano trattare il terreno in un certo modo, in certi periodi dell’anno e che nulla era o poteva essere dato per scontato per poter vivere di quello che la terra, a distanza di mesi avrebbe dato loro.

    Ci lamentiamo spesso di non raggiungere i nostri obiettivi e ci sentiamo dire spesso…cosa ti aspettavi? Alla fine raccogli ciò che semini.

    Allora mi viene la voglia di non chiedermi più cos’ho seminato per raccogliere qualcosa che inaspettatamente devo raccogliere a fatica, ma piuttosto:

    Cosa vorrei raccogliere?

    Il famoso proverbio prende un’altra faccia in questo modo.

    Pensate se un amico vi dicesse, hey…cosa vorresti raccogliere che ti aiuto a seminare come si deve?

    Non sarebbe meglio di sentirsi dire a pappa pronta…hai sbagliato tu…se volevi questo non dovevi seminare quello.

    Non credo molto nei consigli dati col il senno del poi. Mi fanno sempre immaginare i guru che cercano di spiegarti come fare trading con i grafici storici dove è normale vincere visto che il trend futuro è proprio sotto gli occhi di tutti.

    Ma la vita non è così e ogni volta che penso o vivo certe sfaccettature, ci resto male.

    E poi mi dico…forse se ho ascoltato il guru del trading online o, insomma mi è capitata una certa cosa, altro che semina sbagliata! è solo il risultato che mi fa restare male.

    Di conseguenza se ragionassi a priori sul risultato che voglio ottenere, potrei avere un raccolto non proprio perfetto ma quanto meno a tema.

    Se mio nonno avesse piantato a caso, avrebbe potuto mai dare da mangiare alla sua famiglia e progettare il futuro della stessa?

    Si, poteva avere culo ma purtroppo questo non è un fattore misurabile.

    Ho passato ogni estate della mia infanzia in quella casa isolata nelle campagne della Basilicata, circondata da pomodori, pesche e grano e quando grandinava e vedevo mio nonno uscire prendendosi il ghiaccio in testa. Mi divertiva e allo stesso tempo pensavo…non deve essere normale uno che fa così…forse mio nonno ha esagerato col vino.

    Poi col tempo ho capito.

    Ho capito che puoi avere le idee chiare per qualsiasi necessità o obiettivo che puoi raggiungere ma ci sarà sempre qualcosa di velenoso o dannoso che può rovinare il raccolto.

    Un’altra variabile da non trascurare!

    Chi semina raccoglie e chi non semina non può certo lamentarsi di non raccogliere e allo stesso modo chi raccoglie qualcosa di negativo nonostante abbia seminato è bene che smetta di lamentarsi e comprenda ciò che vuole per seminare come si deve.

    E intanto tutti scrivete, parlate come se fosse sempre delle povere vittime del sistema. Tutti credete che il nulla si possa materializzare all’improvviso portando solo benefici. Proprio come un superenalotto non giocato che non riesce comunque a placare il vostro dispiacere di non aver vinto.

    Il cosa vogliamo raccogliere è un po’ il cosa vogliamo ottenere nell’attesa che cresca ciò che abbiamo seminato. E quindi cosa vuoi ottenere? Hai tempo per attendere che cresca il tuo raccolto ma se ti ostini a seminare a caso, sarai demoralizzato e penserai che la vita ce l’ha con te o ti arrabbierai con quelli che ti hanno dato i loro semi o con coloro che ti hanno aiutato a innaffiare e a zappare.

    Tutti avranno sbagliato tranne te che ti ritrovi a non raccogliere o a raccogliere qualcosa di sbagliato.

    Vista da questa prospettiva non ti fa pensare?

    Che intenzioni hai? Vuoi capire a priori cosa vuoi raccogliere? Oppure è più facile continuare a incolpare gli altri o gli eventi?

    Mio nonno se ricordi la storiella prendeva la grandine in testa pur di riuscire a mantenere integro il suo raccolto. Perché per lui era tutto quello che aveva. Se alla prima difficoltà molli o continui a lamentarti dando la colpa agli altri…forse tu non hai ancora capito cosa vuoi dalla vita.

    La prossima volta che mi suoni perché giro dove non si può, fallo pure perché è corretto e non si violano le leggi ma tieniti l’adrenalina che spendi per gridare di andarmene a fare in culo per avere il coraggio di salvare ciò che per te è realmente importante…e se non hai nulla…non arrabbiarti con chi hai attorno, arrabbiati con te stesso.

  • Ripartire da zero e davvero

    Ripartire da zero e davvero

    Posso ricominciare da zero?

    E’ la domanda che più spesso sento farmi.

    Ma altrettanto spesso è una domanda che indica un: ma secondo te posso realmente cominciare da zero, alla mia età e con una famiglia, rischiando tutto? Ma sei scemo?

    Vi racconto la mia esperienza…sono un educatore patrimoniale atipico, che non ama far vedere che tutto è possibile o che se sono riuscito io potete riuscire anche voi.

    A me piace dire…se riesco io (nel presente) perché non dovete riuscirci voi? (nel presente)

    Vi scrivo una confessione personale…anche perché se vuoi partire da zero…devi metterti a nudo. Mi scuso fin da ora se qualcuno potrà offendersi ma ci tengo a dire che se ti senti parte lesa…è perché hai approfittato. Mi scuso anche se alcune parole possono essere al limite della volgarità…ma la vita reale è, appunto…reale…sopportate i reality show…sopporterete anche questo.

    Forse in pochi leggeranno quella che io definisco una pappardella…ma vi dirò:

    Andrò avanti lo stesso…non perché mi sento infallibile o arrogante…ma solo perché ad ogni modo si deve andare avanti a prescindere…e il coraggio di mettersi a nudo e in gioco, credo sia fondamentale per incominciare da zero.

    Buona lettura.


    Ho dedicato gran parte della mia vita a cercare di insegnare agli altri come poter migliorare la propria vita professionale e dando consigli su come poter migliorare anche se stessi.

    Dubito ci possano essere persone che possano dire il contrario a riguardo. Quelli che avrebbero da dire…li prenderei a colpi di mail e whatsapp che giustificherebbero la perdita della pazienza di un santo.

    Sono stato per molti un punto di riferimento, una spalla su cui piangere, un muro su cui battere la testa, un sacco da prendere a pugni e un cesso in cui cagare.

    Ho sempre fatto tutto questo senza avere paura di perdere il mio tempo, perché ho sempre pensato che aiutare gli altri fosse una missione.

    Certo, alcuni li ho abbandonati al proprio destino perché non ero in grado di poterli aiutare. Non sono un guru che aiuta tutti in cambio di soldi. Sono solo una persona normale con la voglia di aiutare il prossimo.

    Spesso non sono stato capito, sono stato odiato, ho avuto persone invidiose e gelose che distruggevano i miei progetti e di conseguenza anche quelli delle persone da cui volevano allontanarmi.

    Mi sono ammalato perché mi sentivo incompreso e alcuni di loro mi hanno addirittura imposto un percorso psicoterapeutico per convincermi che avevo cose da risolvere e altre su cui lavorare.

    Spesso erano gli psicologi mancati a consigliarmi questi percorsi. Quelli che si laureano ma decidono che nella vita è meglio farsi mantenere oppure fare un lavoro diverso.

    Ma sono andato avanti lo stesso.

    Alcuni di loro sono stati miei clienti. Gli parlavo di strategie Marketing da applicare nelle loro aziende e la maggior parte delle volte finivano per smettere di pagarmi solo perché in tre mesi ancora non erano diventati milionari oppure perché al dipendente addetto al marketing, magari uno psicologo mancato, gli dava fastidio avere uno alle costole che, a parere suo, poteva rubargli chissà cosa.

    Tutti che credono di conoscermi e di potermi manipolare a piacimento. Io ho sempre aiutato senza chiedere soldi a nessuno e mi sono sempre fatto pagare per il mio lavoro.

    C’è chi ha confuso le due cose…

    Da qui ad allontanarmi sempre di più dal mio lavoro. Cercando di aiutare tutti senza neppure più avere clienti a cui chiedere soldi.

    Per essere credibile ho cominciato a regalare la mia professione a chiunque.

    Anche qui…quanti di voi avete avuto benefici dal mio lavoro tirando fuori solo le spese o addirittura senza pagare un centesimo?

    Dall’inizio della pandemia la mia esasperata voglia di aiutare il prossimo ha causato una serie di problemi:

    – A furia di spiegare come poter realizzare i vostri sogni io sono diventato povero.

    – Io non ho mai voluto nulla in cambio ma voi avete preso avidamente e finché ne avete avuto bisogno (ci sta…non c’è mai stato accordo differente)

    – Vi ho pagato siti, domini, server, strategie e ancora continuo a pagarle regolarmente e voi manco rispondete al telefono (ci sta…non c’è mai stato un accordo differente)

    – Vi ho regalato un mare di tempo. Tanto da non averne avuto per la mia famiglia e per me stesso.

    Ma è ciò che ho voluto, perché si raccoglie ciò che si semina.

    Questa è la differenza tra me e uno che fa ciò che faccio io per lavoro.

    Ho sbagliato?

    Si!

    Lo rifarei?
    No!

    Sono pentito?

    No! se non l’avessi fatto avrei dovuto dare ragione a chi mi diceva…attento che ti farai solo del male.

    Ma stamattina mi sono svegliato con il piede giusto e ho deciso che da oggi, un giorno qualunque…il tempo sarà tutto mio

    Resto povero vero…ma ricco di tempo per poter ricominciare a seminare.

    Sono anni che non ho tempo per me stesso e ve ne regalo in cambio di nulla…penso di aver sufficientemente pagato il mio debito, o appagato la mia stupidità.

    Chiaro, non si vuole fare pena a nessuno con questo messaggio e nemmeno scatenare polemiche. Prendetela come la mia prima lezione di educazione patrimoniale, che approfondiremo giorno per giorno:

    Usate il vostro tempo prima di usare il mio.

    Non scambiate la mia gentilezza come pretesto per consumarmi.

    Non restate delusi se ad un certo punto non sapete da che parte andare, perché se pensate di crescere passivamente non esiste nessuna direzione da prendere.

    Avete bisogno di soldi? Chiedetemi come farli o chiedetemi soldi…ma dimenticatevi del mio tempo.

    Siete in questa situazione? Sarò scemo…ma voi dovete cambiare se non volete diventare come me.