Categoria: Storie di tutti i giorni

  • Scade Domenica

    Scade Domenica

    Da tempo tengo d’occhio un bellissimo telefono cellulare Android che mi piacerebbe davvero possedere. Due pollici in più del mio…si parla dello schermo ovviamente. Una fotocamera da 1250Mpx, un audio impeccabile, 9KMiliardi di colori in più rispetto alla concorrenza, infrangibile.

    C’è purtroppo un problema, il prezzo. Stiamo parlando di un oggetto che costa 1599,99 €.

    D’altronde è appena uscito quindi è normale costi così tanto. Ma io lo desidero a costo di sacrificare la mia stessa vita.

    Quando guardo gli Youtuber che ne parlano, provo invidia nei loro confronti ma allo stesso tempo godo per come lo decantano e per come mi espongono le caratteristiche.

    C’è un altro problema, che poi si lega al primo. Guadagno solo 1000 euro al mese e questo significa che per comprarlo dovrò lavorare almeno due mesi se non tre prima di comprarmelo.

    Già, purtroppo non ho risparmi da parte, come potrei averne con lo stipendio che mi danno per lavorare 8 ore al giorno?

    In più quella bestia del mio capo mi fa fare pure gli straordinari e non me li paga. Per tutelarsi l’anno scorso ha fatto firmare me e i miei colleghi su un foglio che vieta gli straordinari e dove le ore in più che vengono fatte, non sono retribuite. A sua opinione se ancora non abbiamo finito è perché siamo lenti. Lui intanto va veloce con la sua auto sportiva.

    Capite che brutta vita faccio?

    Per questo vorrei tanto questo telefono. Si vive una volta sola e qualche soddisfazione nella vita uno dovrà pur togliersela.

    Averlo mi completa, mi fa sentire più ricco. Quando esco al ristorante con la mia ragazza il solo pensiero di averlo sul tavolo mi fa sentire una persona importante.

    Insomma…comprendete quanto sia importante per me possederlo o no?

    Di post e discorsi simili ne sono pieni i Social e i bar e non sono sempre adolescenti a farli. Non lo dico tanto per dire. Siete schiavi degli oggetti. Vi sacrificate per loro. Vi fate identificare tramite loro.

    Non importa se non farete mai i fotografi e non sapete nemmeno a cosa servono i mega pixel o quanti possono esserne sufficienti. Volete sempre di più.

    Volere senza poter ottenere.

    Mai sentito parlare di scarsità? No, non quella dello scade domenica…quella che a grandi linee vi dice:

    Non potrete avere tutto ciò che volete perché nella vita ci sono delle priorità e i soldi non sono infiniti, nemmeno per il più ricco del mondo.

    Si è vero, è molto scomoda come regola ma è piuttosto realistica.

    Da tempo sono alla ricerca di un telefono con un vivavoce degno di questo nome. Non l’ho mai trovato. Questo perché chi produce telefoni non si ricorda più che produce telefoni e preferisce soddisfare tutte quelle esigenze che vanno al di fuori del telefonare.

    Non sono un “poco avvezzo alla tecnologia”, tutt’altro…ma per scrivere cazzate sui social e fare foto orribili, come del resto faccio anch’io, non serve un telefono sofisticato.

    Per lo stesso motivo l’acquisto di una Porsche 911 r4 non ci fa diventare automaticamente piloti.

    Quando ero piccolo questi concetti passavano anche attraverso la pubblicità in modalità Cinghiale.

    Forse ai tempi c’era il problema opposto! La scarsità la conoscevamo perché era ben distinta e distingueva.

    L’unica cosa che è rimasta uguale a quel periodo è che oggi utilizziamo ancora i soldi per misurare le attitudini delle persone. Ma nel 2021, non credete sia il caso di ribaltare un po’ questi concetti da museo?

    Per cominciare a farlo, qualora ci fosse la volontà, bisogna iniziare a capire che il mondo non è fatto di ricchi e poveri (non intendo i cantanti) ma fatto di persone con attitudini e capacità che vanno oltre il quanto guadagnano al mese.

    Per evitare di entrare subito nelle polemiche: Si ma Andrea vabbè…ma lo sai bene che chi ha i soldi campa meglio…

    Conosco persone che con 1000 euro al mese vivono meglio di persone che ne guadagnano 10.000.

    Non parlo di felicità! Sapete che per me se sei felice lo sei anche con un euro e non è detto tu lo possa essere con 10.

    Parlo di consapevolezza monetaria.

    Vivo in una zona di frontiera tra l’Italia e la svizzera (italiana ovviamente) e di conseguenza conosco e frequento diversi frontalieri. I frontalieri sono persone che lavorano in Svizzera ma risiedono e vivono in Italia. A parità di lavoro, molto spesso guadagnano quasi il doppio.

    Bene, non hanno un euro (o franco) da parte.

    Sapete perché?

    Come finirebbe Se al ragazzo del telefonino il suo capo gli dicesse: Bravo, da oggi ti meriti di guadagnare 3000 euro al mese oltre agli straordinari

    Il ragazzo comprerebbe immediatamente il telefono e successivamente, non soddisfatto acquisterebbe una nuova auto o accenderebbe un mutuo di 30anni per avere la casa con la piscina, ritrovandosi, nel giro di poco tempo come nella situazione iniziale.

    Avete mai visto The Cube? Guardatelo…centra poco ma ha il suo perché in quello che sto dicendo.

    Non gli basterebbero mai. Finché non si toglie dalla testa che i soldi guadagnati servono per pagare cose e spese che permettono di vivere nel benessere sarà sempre lì intrappolato negli stessi problemi.

    Cazzate?

    Non nasco di certo imparato, l’errore l’ho commesso io in prima persona ma è proprio capendolo che in breve tempo sono riuscito a costruirmi ciò che oggi mi permette di vivere (non stra-vivere) anche senza fare nulla.

    Non sono un lavativo, sia chiaro, diciamo che lavoro per il piacere di farlo e di conseguenza faccio solo cose che mi piace fare…se non c’è nulla che mi piaccia fare non lavoro e dedico il tempo alla mia crescita personale.

    Sapete quanti libri potete comprare con 1500 euro? Vero che su uno smartphone c’è il web che potrebbe formarci, ma lo trovi anche su un telefono da 150 euro.

    Quando mi sono messo in testa di scrivere i miei pensieri mi sono limitato sempre nel dare massimo uno spunto di riflessione per articolo, ma questa volta è diverso.

    C’era bisogno di aprire concetti diversi per metterne assieme uno unico.

    Piantatala di correre addietro alle cose che scadono domenica perché nella maggior parte delle volte si tratta di oggetti che hanno già una data di scadenza improrogabile e chi vende lo sa bene.

    Anche noi tutti abbiamo la data di scadenza. Chi lo dimentica è perché non ha obiettivi nella vita oppure lega i propri a momenti come: il Black Friday o al Prime day.

    Fate una prova…mettete da parte i soldi che vorreste spendere in questi momenti di marketing e feroce susseguito da acquisti compulsivi…forse tra qualche anno, potreste realizzare qualcosa di molto più grande e duraturo.

  • Sei un fallito, smetti di dare colpa agli altri

    Sei un fallito, smetti di dare colpa agli altri

    Puoi vivere in una fantastica casa in riva al mare, immerso nei fiordi della Norvegia, in Florida o semplicemente a Milano. Sei sei una persona felice lo sei e basta.

    Non importa dove vivi, chi frequenti, quante persone conosci. Se sei felice. Lo sei e basta.

    Ciò significa che si è felici ovunque. In qualsiasi posto si decida di abitare. Lo stesso vale per l’infelicità.

    Se sei triste dove vivi, è inutile che scappi.

    Se sei una persona triste avrai l’abitudine di ragionare per matrici già fatte e potresti dirmi: Vuoi confrontare la vita a Milano rispetto al sollazzarsi sulle spiagge della Florida?

    E le persone ancora più tristi potrebbero dire: si ma se vivo in Florida posso permettermi tante di quelle cose che non potrei certo essere infelice.

    Ma la verità è che puoi avere tutti i soldi e le spiagge che ti pare, se sei triste…sei triste.

    La nostra felicità non dipende dal luogo, non dipende dai soldi ma dipende da ciò che ci hanno o che ci siamo inculcati nella testa.

    Che ne dici? Sei felice o triste?

    Ami la tua vita o credi di poter meritare di meglio?

    Non sopporti il tuo capo o i tuoi genitori a capo dell’azienda di famiglia?

    Molla tutto e metti sul tavolo le tue attitudini. Non te la senti? Non hai il coraggio?

    Piantala di lamentarti!

    La maggior parte delle persone che conosco per lavoro soffre rinchiusa in questi contenitori ermetici. Sono ignari del fatto che il sigillo non è stato imposto da nessuno. Hanno deciso loro di chiudersi dentro., magari per la paura di perdere qualcosa.

    La paura di dire la propria, la mancanza di fiducia in se stessi, il vantaggio di mettersi i soldi in tasca a prescindere, la pigrizia. Tutte ragioni che vi portano ad un gioco di convenienza ma privo di soddisfazioni personali.

    Tuo padre ti oscura, ma tu non sei al suo livello per eliminare la sua ombra.

    Cosa ti aspetti? Credi che prima o poi arriverà qualcuno a salvarti le chiappe? O che qualcuno possa cambiare idea nei tuoi confronti?

    Oppure ti fai scivolare la cosa e piuttosto che dimostrare di essere un perdente decidi di non esporti, vantandoti dei successi dell’azienda di famiglia?

    Non ci crederai oppure ti darà fastidio ma è proprio qui che si gioca la tua dignità.

    Vivere alle spalle degli altri passivamente oppure diventare autonomo sotto tutti gli aspetti.

    Un mondo che non può includere i cacasotto.

    Tu invece ti ritrovi ad aver superato i tuo 45 o 48 anni e continui a dare la colpa ai tuoi genitori o a chi ti comanda.

    Credi sia lecito dover sopportare le tue angosce o le tue inutili lamentele?

    Perché al posto di lamentarti non ti metti in gioco?

    Rimboccati ste maniche di camicia di marca per far vedere quanto le tue idee possono fare la differenza. Metti in gioco il tuo culo, non quello dei tuoi genitori o del tuo capo. Usa il tuo potere e i tuoi soldi.

    Non so se comprendi la differenza.

    Forse se l’avessi compresa saresti già in prima linea a credere in ciò che pensi senza nasconderti dietro tutte queste scuse.

    Eppure ti ostini a far credere alle persone che hai attorno che il problema sono gli altri. Gli altri sono sempre il tuo problema principale.

    E mi piacerebbe chiederti: MA CHI DIAVOLO TI FA LAVORARE CON QUESTI ALTRI?

    Li scegli tu? Te li fai scegliere?

    Il datore di lavoro che si lamenta del suo dipendente. Ma chi l’ha assunto a seguito di un colloquio?

    Bene la colpa è sua e non del nuovo dipendente.

    Delegate alle persone sbagliate ma pur di non dire che la colpa è vostra vi lamentate incolpando gli altri.

    Ecco cosa siete capaci a fare…incolpare gli altri e togliervi dalla responsabilità di avere sbagliato in prima persona.

    Alcune persone non ammettono certi discorsi nemmeno sotto tortura. Ma io vi vedo quando andate a prendere un caffè al bar, quando mi chiamate per delle consulenze.

    Siete maledettamente insoddisfatti e con le persone come voi, personalmente, ho deciso di dare un taglio netto.

    Non realizzerete mai nulla da soli per un motivo solo. Portate sulle spalle solo le glorie di chi in passato ha costruito il luogo in cui vi trovate.

    Voi avete solo i benefit economici ma il vostro cervello è più vuoto di un imbuto.

    La storia, i soldi non guadagnati direttamente non vi faranno mai essere migliore rispetto agli altri.

    Puoi essere migliore se sei capace di prosperare dal fallimento. Ma se ti lamenti del fallimento e non muovi un dito, sei solo un fallito.

    La tua azienda è nata nel 1910. Nemmeno tuo padre a quel tempo sapeva di prendere vita a questo mondo. Tu vuoi realizzare il tuo sogno ma ad ogni modo stai cercando solo di tirare avanti quello di tuo nonno e sprecare tempo a non realizzarti.

    Hai ancora il coraggio di dire qualcosa?

  • Non ti regalo un bel niente!

    Non ti regalo un bel niente!

    Hai bisogno di perdere qualche chilo di troppo e sei alla ricerca della dieta miracolosa all’ultimo grido. Google diventa il tuo migliore amico e anche il medico preferito. Ci dice ciò che vogliamo sentirci dire. E la nostra soddisfazione si impenna (per dirla alla Pravettoni).

    Fantastico non è vero? Chiedi e ti sarà dato!

    Quando guardo gli annunci di Google, per quelli che non sanno di cosa parlo: sono i primi link sulle prime pagine di ricerca che a lato riportano la scritta annuncio o ann, per curiosità ci clicco sempre per capire cosa si nasconde sotto. Non lo faccio per sfiducia, tutt’altro! E’ solo che mi piace capire cosa mi viene dato gratis in cambio della mia identità virtuale.

    E non ditemi che non avete mai messo la vostra mail o una fake-mail per iscrivervi in cambio di qualcosa di gratuito che pensavate essere la soluzione al vostro problema!

    Che lo chiamiate freebie, lead magnet o ancora “campione”, il concetto è vecchio come l’uomo. Ti dò un assaggio e se ti piace compri.

    Scritta così mi fa venire in mente mia Mamma quando mi diceva, stai attento a quelli che ti offrono le caramelle. La prima volta è gratis e poi per tutta la vita gli darai soldi perché sono drogate! (in realtà le caramelle a prescindere da tutto creano dipendenza!)

    Insomma il concetto è questo!

    Quando facciamo una ricerca su Google, o su qualsiasi altro motore diamo dati e informazioni e riceviamo dati e informazioni. Per questo Google ha sempre la risposta, quasi corretta alla nostra domanda.

    Provate ad aprire il vostro browser e provare a ricevere risposte fissando l’home page.

    Provato? Successo qualcosa?

    Se la risposta è affermativa io mi preoccuperei.

    I motori di ricerca vanno interrogati. Per questo c’è quella finestrella dove noi andiamo a inserire:

    Dieta natale 2021

    Torta paradiso senza uova

    Idraulico Roma

    etc…

    La velocità di restituire risposte alla nostra domanda è straordinaria ma quello che in pochi magari conoscono è il motivo per cui si ha l’opportunità di cliccare su un link piuttosto che su un altro.

    Bene, il concetto è spiegabile in poche parole: Se non sei autorevole devi pagare.

    Questo significa che Google da opportunità a tutti di essere in prima pagina ma farlo non è gratis.

    Quindi, colui che ha scritto l’articolo che voi state andando a leggere ha pagato con soldi oppure con il proprio tempo il “sistema” che gli permette di essere visibile più degli altri.

    Non voglio approfondire concetti legati alla Seo o alle Ads, per me è importante comprendere una cosa:

    Chi sta in alto, non è detto che abbia ragione.

    Questo è un dato da tenere davvero in considerazione. Molti prendono per oro colato quello che le pagine Social e i motori di ricerca ci restituiscono come primo dato. Siamo pigri e ci accontentiamo, ignari del fatto che la risposta su misura per noi, potrebbe trovarsi alla pagina 22 di Google.

    Quindi, è per la nostra pigrizia che permette a Google di farci stare in prima pagina pagando?

    La nostra pigrizia, inoltre va ad alimentare un algoritmo che in base alle nostre abitudini di ricerca restituisce o consiglia sempre contenuti inerenti lo stesso argomento. (mamma che palle!)

    Per me che sono curioso e poco pigro mi infastidisce molto ricevere pubblicità o consigli riguardanti fatti o cose che ho già risolto. E per quelli come me qualsiasi piattaforma mette a disposizione la possibilità di dire…sta pubblicità o questo articolo non mi interessa oppure ho già fatto l’acquisto.

    Ci sono ancora persone che si stupiscono quando vedono che lo stesso paio di scarpe che vorrebbero acquistare gli vengono mostrate in sconto mentre leggono notizie di gossip?

    Se è così significa che il sistema funziona ancora.

    Ieri sera durante un webinar ho riflettuto assieme a chi mi stava sopportando:

    La pubblicità è persuasione, ci induce a compiere un’azione, ad acquistare, ad abbonarci. Provate a guardare una pubblicità anni 80. Ridereste oppure andreste ad acquistare il prodotto senza indugio?

    Una volta la pubblicità ci veniva martellata in modalità push dalle televisioni e dai giornali con lo stesso criterio dell’essere al posto giusto e al momento giusto. E quando vedevamo il giovane che risolveva il suo problema di brufoli con un sapone andavamo a comprarlo, se avevamo lo steso problema.

    Oggi non è più sufficiente:

    Che composizione ha?

    E’ biologico?

    E’ vegano?

    Dove lo creano?

    Chi l’ha pensato?

    Ha parabeni?

    Olio di palma?
    È km zero?

    Insomma, oggi la nostra consapevolezza è a dei livelli per cui non ci basta più vedere uno spot da 30 sec.

    Quindi ci documentiamo, andiamo alla ricerca di opinioni, e fatte le dovute valutazioni proviamo a risolvere il nostro problema con il consiglio che più ci garba (anche se non è un professionista a darcelo, mentre la pubblicità era fatta da “professionisti”)

    I consigli, con l’avvento del web sono diventati più umani, paradossalmente. Perché abbiamo l’impressione di leggere opinioni di persone come noi ma che purtroppo…per la maggior parte delle volte è gente pagata oppure ha un vero e proprio business che parte da una semplice recensione.

    La pappardella di oggi è per dirvi che ci vuole la giusta consapevolezza nel fruire contenuti gratuiti e che il web va esplorato. Non fermatevi per la pigrizia di non andare oltre. Cercate sempre il pelo nell’uovo e magari potreste scoprire di avere una risposta davvero su misura per voi ed evitare di incappare in articoli generalisti (quelli con migliaia di parole e che danno la risposta richiesta nelle ultime due righe) che portano solo soldi in tasca a chi li scrive ma che nella realtà risolvono il nostro problema solamente in parte.

  • Ma che ne sanno i vecchi dei giovani

    Ma che ne sanno i vecchi dei giovani

    Quando ero piccolo facevo da telecomando umano per mio Padre: Andrea, metti sull’uno, metti sul due. A volte mi trasformavo anche in un’antenna umana: Andrea vieni a spostare l’antenna, così fermo, mmm no, no, no aspetta, ecco sta fermo lì

    Ma che ne sanno i giovani d’oggi.

    E cosa ne sanno i vecchi di ieri, di oggi.

    Perché parliamoci chiaro. Se ai tempi guardare la TV era una cosa così complessa e faticosa. Capisco, gli anziani che crede che noi giovani (e mi ci metto anch’io) non facciamo nulla dalla mattina alla sera e stiamo sempre col cellulare o il PC in mano a giocare.

    Per gli operai di un tempo fare il famoso pezzo costava fatica, tanta fatica. Ora il numero di pezzi mensili li facciamo in un giorno, ma questo non significa che non lavoriamo.

    In Italia pare che lavorare sia sinonimo di fare visibilmente fatica e se non la fai ma hai uno stipendio, sei una persona fortunata: Beato te, a miei tempi…

    Il mondo è cambiato e continua a cambiare giorno per giorno. Ho aperto questo articolo con un aneddoto tratto dal mio libro: “Futurazienda” proprio perché l’altro giorno mentre ne stavo spendendo delle copie (poche) mi sono andato a rileggere proprio quella piccola storiella.

    Nel 1969 Neil Armstrong metteva piede sulla luna, grazie anche alla tecnologia del tempo. Non stiamo parlando di secoli fa ma dell’altro ieri.

    All’epoca l’ Apollo Guidance Computer era il PC che aveva permesso l’operazione così epocale. Stiamo parlando di un “computer” che aveva un processore di 0,04 Mhz, mentre oggi sappiamo che i nostri processori sono mediamente da 2,6 GHz.

    Lungi da me fare una lezione di informatica, non è più tempo a mio parere. Voglio solo farvi riflettere su un concetto banale ma che la mia testa ancora non riesce a chiarire.

    Vi do un paio di dati e considerazioni:

    1 – Il mio smartphone, quello che ho sempre tra le mani, ha un processore con 6 core da 2.1 GHz;

    2 – Di Apollo Guidance Computer ne esisteva solo uno, di smartphone circa 80Mln (fonte);

    3 – Senza dimenticare che abbiamo un numero elevato di PC, anche se la percentuale non è elevatissima;

    4 – Con un Apollo Guidance Computer siamo andati sulla luna;

    5 – Con gli smartphone e i PC non abbiamo combinato una mazza;

    E’ vero…

    Sono nati milioni di “medici” che non hanno studiato medicina, un sacco di opinionisti, giornalisti che parlano come scienziati, persone che si auto-curano e non vanno più dal medico di base, sono tutti chef e possono permettersi di criticare Cracco, sono tutti marketer, manager, CEO e addirittura c’è chi si arroga il diritto di mettere sotto i piedi i premi Nobel.

    Non sono qui a dire dire che non siano serviti.

    Voglio solo dire che ognuno di noi ha in surplus, apparecchiature che hanno una potenza di calcolo almeno 1000 volte più elevata rispetto all’Apollo Guidance Computer e non siamo stai ancora capaci di fare nulla di epocale!

    Nemmeno un video epocale, visto che il famoso allunaggio si dice sia solo un documentario girato in studio. (però siamo capaci di criticare qualsiasi cosa e c’è sempre chi dice)

    Viviamo passivi.

    Elon Musk, Jeff Bezos vanno sulla Luna, su Marte e noi stiamo li a guardare passivi. Li osserviamo come osserveremmo un qualunque Reality show. Non curanti che si parla di persone, come noi e non di alieni.

    Stai pensando che loro hanno i soldi e tu no?

    Hai mai pensato di “fare” i soldi al posto di vivere fino all’ultimo centesimo la tua giornata?

    Oppure pensi che certa gente sia nata milionaria e che chi ha i milioni li ha per sempre e da sempre?

    Faccio queste domande perché spesso abbiamo un’idea della ricchezza un po’ distorta. Avere Milioni e vivere la giornata fino all’ultimo centesimo non ti porta ad essere “ricco”.

    Ti porta ad essere una persona che guadagna molto ma che in sostanza è povera.

    Elon Musk ha un obiettivo da quando è piccino. Si certo si contano sulle punte delle dita le persone con le idee così chiare e ne ho già parlato già qui e non mi voglio dilungare, ma la cosa che più fa la differenza è che Lui ha sempre avuto obiettivi da raggiungere e si è messo in gioco per raggiungerli.

    Stessa cosa Bezos. Ci sono anche altre persone che si sono comportate così ma se devo giocare a fare le proporzioni, l’avvento della tecnologia e le possibilità comunicative che abbiamo al giorno d’oggi sono state usate come si deve solo da pochissime persone…e gli altri a guardare per criticare.

    La tecnologia è diventata uno status symbol, una spesa usa e getta.

    Pensiamo sempre ci manchi qualcosa per realizzare i nostri sogni. Ma non è così. Il limite alla nostra realizzazione siamo noi stessi e il modo scorretto di ragionare.

    Se Musk avesse ragionato come la maggior parte delle persone, non sarebbe esistito nulla di ciò che oggi imputiamo a lui e probabilmente non sarebbe mai stato “ricco” e l’unico Musk famoso sarebbe quello della Denim.

    Tu che obiettivi di vita hai? Alzarti alla mattina per rotolare nella ruota del criceto fino a sera e generare soldi da spendere per avere sempre di più?

    Oppure sei in una fase in cui stai comprendendo che si può fare, come diceva il dottor Frankenstìn interpretato dal fantastico Jim Wilder?

    La prima volta che vidi Frankstein junior ero piccino, e quel film in bianco e nero mi mise addirittura paura, per fortuna che ad un certo punto, a sfavore della felicità di mio padre, il segnale dell’antenna iniziò ad avere problemi irrisolvibili. Non risolvibili nemmeno da me, che se ai tempi ci fosse stato Linkedin avrei certo saputo cosa scrivere sotto il mio nome.

    Andrea Dainotti

    Human Antenna Manager.

  • Sai leggere?

    Sai leggere?

    Il primo giorno di militare lo ricordo come un qualcosa di surreale. La pittoresca sveglia fatta di urla e colpi sui letti a castello, tutti che scattavano alla velocità della luce per vestirsi, per la prima volta con mimetica e anfibi. Tutto doveva essere rigorosamente impeccabile. Il primo giorno nessuno sa nemmeno come si indossa una divisa o un paio di anfibi.

    La corsa nei bagni, file di ragazzini a farsi la barba dividendosi 3 unici specchi su cui cercare di capire se restava schiuma da barba da qualche parte, oppure no.

    Tutto per scendere a fare il famoso alzabandiera. Non vorrei passare per uno che non tiene alla propria patria ma sinceramente, salutare il simbolo più importante della nostra nazione vestiti a casaccio, con le scarpe slacciate o senza lacci, con la barba un po fatta e un po’ no mi pare più una clamorosa confessione alla bandiera: Buongiorno Italia, io dovrei essere quello che può salvarti in caso di pericolo, abbi pietà di me.

    Senza raccontare il resto della giornata che poco ci interesserebbe, posso concludere il racconto con il fatto che subito dopo si andava a fare colazione.

    Non tutti abbiamo vissuto questa esperienza ma c’è qualcuno che non ha mai smesso di viverla.

    Andiamo tutti di corsa, ci svegliamo al mattino e cominciamo una vera e propria gara all’ultimo secondo, questa volta abbiamo uno specchio tutto per noi e usciamo di casa quasi impeccabili per affrontare una nuova giornata di lavoro.

    Pubbliche relazioni con i colleghi, le solite frasi del lunedì e di tutti gli altri giorni della settimana ci accompagnano fino al venerdì, dove stanchi ci prepariamo a vivere il nostro meritato weekend.

    Stanchi poi, perché continuiamo a correre senza mai fermarci. Anche il fine settimana lo viviamo di corsa cercando di fare mille cose in poco tempo, mettendo il riposo all’ultimo posto.

    C’è gente che al Lunedì si lamenta della fatica fatta nei weekend. La maggior parte di loro avrà speso di più di quello che ha guadagnato durante tutta la settimana, ma è dura far comprendere che c’è poco da correre e che il nostro reddito dipende da altri fattori.

    Si paragona spesso la vita di tutti i giorni alla ruota del criceto, chi non ne ha mai sentito parlare può leggere qualsiasi libro di finanza personale per comprendere di che parlo, primo fra tutti Padre ricco padre povero di Robert Kiyosaki, un libro e un autore che non necessita di nessuna presentazione ma che se non avete mai letto, forse potrebbe farvi capire molte cose.

    Viviamo davvero così, senza renderci conto di cosa abbiamo attorno, senza tregua, correndo come dei criceti e dedicando i nostri minuti di lentezza a mangiare, bere e dormire (male).

    Uno scenario davvero inquietante ma che nonostante tutto, in molti si ostinano a vivere.

    Vivi in un modo diverso?

    Questo il motivo per cui molti si lamentano non appena mettono piede fuori dal loro posto di lavoro, non curanti del fatto che nessuno ha mai puntato loro il dito obbligandoli a fare quella vita.

    So che questo è un argomento spinoso, ogni volta che ne parlo la gente mi sputa in faccia sentenze come: Si bravo ma come mangiamo? Come pago le spese? Come finisco di pagare il mutuo?

    Insomma vengo trattato come uno che fa discorsi alieni e da radical chic. Mi additate solo perché il continuare a correre sulla ruota del criceto, vi ha fatto fare scelte non ponderate, scelte di massa e ora siete nella emme.

    Nella emme perché siete bloccati a uno stadio più preoccupante di quello del criceto. Voi non potete più fermarvi perché non avete scelta e vi siete puntati il dito da soli, obbligandovi ad avere problemi.

    Scelte non ponderate e scarsità, due concetti troppo sottovalutati. Concetti che dovrebbero essere insegnati sin dalla scuola materna ma che fino alle generazioni dei miei figli, impariamo sulla nostra pelle.

    Nella vita non si può avere tutto, quindi è essenziale soddisfare le nostre necessità e preoccuparci di non farci mancare ciò che realmente serve alla nostra esistenza.

    La casa in cui si vive è importante ma non vitale (e non venite a farmi il discorso che con l’affitto si buttano soldi mentre voi avete fatto un investimento, perché il fatto di non potervi permettere il mutuo e di essere soffocati dal mutuo è già una risposta soddisfacente) anche l’auto e tantissime cose che godiamo non servono alla nostra esistenza.

    Nessuno è qui a dire che dovete smettere di comprare soddisfazioni ma il grande problema è che non fare scelte ponderate ci porta ad avere cose inutili e a non farci permettere le cose vitali. Proprio perché la scarsità ci insegna che non possiamo avere tutto ciò che desideriamo (per chiunque i soldi sono limitati).

    Internet è pieno di informazioni che possono aiutarvi a migliorarvi, le librerie sono piene di libri che parlano di questi concetti, ma voi non leggete perché non avete tempo.

    Personalmente ho sempre reputato assurdo parlare dell’inflazionata ruota del criceto ma a quanto pare bisogna che qualcuno continui a dirlo, visto che troppe persone sono ancora schiave di essa.

    Non sono un promotore finanziario ma credo di potermi permettere di darvi un consiglio a proposito d’ investimenti.

    Investite su voi stessi, investite sulla vostra cultura economica, diventate un alieno come me e soprattutto smettete di lamentarvi per aver voluto ciò che vi crea problemi.

    Leggete, al posto di spendere 20€ per un aperitivo per dimenticare la giornata, compratevi un libro e usate ogni giorno per diventare persone migliori.

  • Posso farti una domanda?

    Posso farti una domanda?

    Ad un certo punto ho detto basta. E credetemi non era per soldi. Chiunque lavori dovrebbe avere un’ entrata che gli permetta di poter vivere. Quando manca…c’è un problema di base.

    Il mio problema era non essere padrone del mio tempo. Come può un imprenditore non essere padrone del proprio tempo?

    Per anni questa domanda mi massacrava il cervello. Ma non avevo nemmeno il tempo di pensare ad un’alternativa. La vita scorreva velocemente, senza darmi spazio.

    Avevo deciso di lavorare in proprio ma ero diretto dipendente dei miei clienti. Loro chiamavano e io correvo. Proprio come erano abituati ai loro dipendenti.
    Correvo anche quando non pagavano, anzi…in quei casi correvo di più proprio perché speravo che vedendo la mia disponibilità avrebbero deciso finalmente di mettere mano al loro conto corrente per farmi il tanto atteso bonifico.

    Questa è la vita di molti professionisti di tutto il mondo. Tenuti per le palle dallo stato e sotto scacco dai propri clienti. Persone destinate ad ammalarsi e sentirsi dare come diagnosi da tutti i medici un bel: Lei soffre d’ansia, è troppo stressato, dovrebbe dedicare del tempo anche a se stesso.

    E sapete perché tutto questo accade? Perché si crede non possa esserci alternativa.

    Ora ho deciso di dirvene una che vi farà ridere: La soluzione c’è. 🙂

    Ti viene da ridere vero?

    Sai bene che in questo momento mi sto inventando che esiste una soluzione solo perché ho un pacco o un servizio da piazzarti, vero?

    Questo è il gioco. Tu hai bisogno e c’è qualcuno che per guadagnare, approfitta delle tue preoccupazioni dandoti una speranza.

    E’ normale! Sei debole, ti fai trasportare ovunque. Basta il primo col sorriso che ti dice che hai la soluzione davanti agli occhi, che ci credi.

    Un vero peccato che il mondo giri così non credi?

    E’ un mondo sterile, fatto da persone che pur di venderti un corso per scrivere o qualsivoglia altra cialtronata sono disposte a fare leva sulle tue insicurezze.

    Ecco il commercio moderno su cosa si basa. Sulle tue insicurezze.

    Siamo padroni della nostra vita, per me è scontato. Ma non lo è da sempre. L’ho capito a pedate.

    Non vendo rimedi anti-stress o corsi di crescita personale, a dirla tutta non ho proprio nulla da venderti, anche perché non so nemmeno chi sei…ciò che posso dirti è che se ti ritrovi in quello che ho scritto e non hai ancora reagito. Presto sarai sull’orlo di una crisi di nervi.

    Avrai voglia ad appellarti a tutti quelli che credi possano essere la causa di tutto questo, ma non avrai il coraggio. Sei loro dipendente e i loro soldi (quando te li danno) sono quelli che ti danno da vivere (magari anche alla tua famiglia).

    Sei in trappola…Ti viene ancora da ridere?

    Quando ti dicevo che la soluzione c’è non stavo scherzando. Non è sotto al tuo naso ma può essere avviata dalla vostra testa. Ma per farlo hai bisogno di tempo e per avere tempo devi imparare a eliminare ciò che nell’immediato è inutile.

    Sai quanta monnezza ti occupa tempo durante la giornata e non lo sai nemmeno? Anch’io non ci credevo ma poi quando ho cominciato a fare una cernita delle azioni che svolgevo per abitudine mi sono dovuto ricredere.

    O gestisci il tuo tempo partendo da questo principio, oppure non c’è nessuna soluzione.

    Da quando ti alzi al mattino a quando ritorni nel tuo letto c’è una giornata fatta di ore, di minuti e di secondi.

    Bene è qui che devi cercare di lavorare.

    Io ad esempio ho iniziato a dire ai clienti non paganti che li avrei assistiti con delle video conferenze e che il mio modo di lavorare stava cambiando al punto da rendere le riunioni in presenza rare.

    Alcuni mi hanno scartato perché non comprendevano il mio nuovo modo di lavorare altri hanno accettato il compromesso.

    Tanto erano clienti non paganti, perché avrei dovuto aver paura di perderli?

    Una volta accettato il compromesso della video conferenza ho fatto loro un discorso definitivo.

    Lavoravo ad ore e avevano due modi per avermi come professionista:

    60 euro all’ora fatturati a fine consulenza

    10 ore con pagamento anticipato al costo di 499 euro.

    Anche a questo giro ho perso clienti non paganti e qualcuno ha iniziato a pagare.

    Come inizio mi è andata bene, non tanto per i pochi clienti che acquistavano i pacchetti da 10 ore ma per le ore che ho guadagnato e non gettato in auto in mezzo al traffico e spese in inutili riunioni inconcludenti.

    A questo punto mi sono dato un’altra regola: Nessuno dovrà mai appropriarsi del tempo che sono riuscito a conquistare e lo stesso lo userò solo per migliorare me stesso.

    Oltre alle ore buttate alla guida ho scoperto di gettare molto tempo a parlare di cose inutili tra un viaggio e l’altro solo per sentirmi in compagnia.

    Dopo qualche mese, guadagnavo gli stessi soldi con il vantaggio di avere minori spese, avevo più tempo a disposizione per la mia crescita e mi sentivo meno stressato.

    Da qui è iniziata la vera e propria rivoluzione.

    Hai voglia a imparare l’arte della vendita, della lettura, della scrittura e di qualsiasi altra arte in cui ti credi carente.

    Impara a guadagnare tempo per te stesso e se proprio non puoi fare a meno di scambiarlo fallo per soldi o per qualcosa che ti dia soddisfazione.

    Si raccoglie ciò che si semina, come ho scritto in questo piccolo articolo.

    Prenditi il tempo per raccogliere altrimenti smettila di seminare.

  • Vuoi un pugno?

    Vuoi un pugno?

    Ho sempre lavorato in proprio e di conseguenza non mi sono mai posto il problema del volere qualcosa di più o qualcosa di meno.

    Mentre seguendo i Social noto che molti di voi non sono per nulla soddisfatti della propria vita e altri cercano di farsela andare bene magari perché indebitati.

    Un po’ come quelle famiglie dove non si va più d’accordo mi si sta assieme per i figli. Nulla di più sbagliato a mio parere e a mia esperienza.

    Se i miei genitori avessero continuato a vivere sotto lo stesso tetto, avremmo fatto tutti una vitaccia. Così, invece ognuno di noi ha sofferto ma tutti abbiamo trovato la pace e la tranquillità.

    Ci vuole un grande coraggio nella vita. Ci vuole il coraggio di fare come si pensa. Ci vuole il coraggio di mettere da parte ciò che si ha, se non lo si ritiene più alla nostra portata e cambiare vita.

    Non esistono limiti che possano condizionarci a tal punto dal tenerci immobili. Tutti noi abbiamo cose che vanno bene e altre che vanno male, a volte si scambiano di posto…ma è la vita.

    Come tutti i cicli, pensate a quello economico c’è un momento pro e un momento contro. Certo, se si è capace di comprendere i cicli e sfruttarli, possiamo trarne molti benefici ma diciamocela tutta, nessuno può trarre beneficio a prescindere.

    Se tu perdi c’è qualcuno che vince. Altrimenti il discorso non sta in piedi.

    Nella vita di tutti, se molli c’è sempre qualcuno che raccoglie ciò che hai mollato. Nella vita se credi non possa funzionare e smetti, c’è qualcuno che crede e concretizza.

    Hai mai sentito, oppure hai mai detto: Alla fine si è arricchito con una stupidata, ci avevo pensato anch’io ma sai com’è lui ha sempre avuto i soldi e io no.

    Questo è il modo di pensare dei falliti. Quelli che falliscono lasciando spazio ai vincitori. Quelli che hanno sempre una scusa da vomitare: Mi mancano i soldi, non sono fortunato quindi non ci provo nemmeno, e tante altre cazzate come queste.

    Sono frasi che ti rendono più fallito di quello che già sei.

    Se stai perdendo, in questo momento c’è chi sta vincendo. Può capitare che si perda in molti e si vinca in pochi. A cosa vi fa pensare questo?

    Tu perdi soldi, ne guadagni pochi ma i soldi non svaniscono. Entrano nelle tasche di chi li ottiene e li vuole ottenere. Ora ti è chiaro? Uno che compra una casa e si indebita per 30anni come può pensare di potersi arricchire?

    Chi costruisce le case per lavoro, non le abita.

    Hai mai provato a pensare a quanti soldi ti servono per realizzare la tua idea? Stai rischiando per la casa! Perché non hai rischiato per le tue idee?

    Non hai fiducia in te stesso? E cosa ti fa avere così tanta fiducia nel mercato immobiliare? Soprattutto di un mercato in cui le case vengono acquistate per essere vissute?

    Basta dare la colpa al mutuo per piangerti addosso, alla rata dell’auto, e a tutti i beni che nella vita possono attendere…dai spazio a ciò che ti rende felice davvero.

    E quelli che dicono: gli affitti costano come un mutuo, spendere per spendere “investo” e compro casa.

    Si, in parte è vero ma ti inchiodi i piedi su quel pavimento per 30 anni, a patto che la tua famiglia andrà sempre d’accordo altrimenti farai fatica a venderla e se tutto andrà bene sarai vecchio nel momento in cui il tuo investimento sarà di tua proprietà e potrai toglierti i chiodi dai piedi.

    Cos’hai concluso? E’ un investimento questo? Ti scazzava essere diverso dagli altri? Volevi far vedere che anche tu puoi avere la casa belle e l’auto bella?

    Bene…peccato che dovrai aspettare sia davvero tua prima di dire la mia casa e la mia auto.

    Non chiamarlo investimento…

    Forse con un decimo di questo mutuo, investito in una tua idea, ti avrebbe permesso di vivere le tue giornate liberamente. Se proprio hai la fissa della casa di proprietà l’avresti certamente vissuta meglio e di più, piuttosto che entrarci la sera per cenare e dormire e per svegliarti, andare in bagno e uscire.

    Questi discorsi fanno incazzare lo so. Io la casa non l’ho mai comprata e non perché non abbia mai avuto i soldi per comprarmela (anche chi fa il mutuo non li ha). Ho sempre deciso di vivere liberamente e stando lontano dallo sfarzo.

    Ho scelto un lavoro che mi potesse permettere di vivere ovunque, senza essere legato ad un posto preciso. Si l’ho fatto a fatica e nel tempo. Ma ora non ho i piedi inchiodati da nessuna parte e faccio quello che voglio (come Rovazzi).

    Se ti stai chiedendo il motivo per cui mi arrabbio così tanto e sparo sentenze, te lo spiego subito.

    E’ pieno il mondo di santoni che ti parlano con l’aria santificata e nonostante ti dicano che la vita è facile ancora sei li a fare fatica e a leggere un mare di stupidate sulla crescita personale. Bene…visto che con le coccole non reagisci…preferisco prenderti a pugni.

  • E’ un periodo brutto per alcuni

    E’ un periodo brutto per alcuni

    Come posso uscire da questo problema economico?

    Questa sembra essere un’ottima domanda da porsi nel periodo che stiamo vivendo, che poi…che periodo stiamo vivendo?

    Forse stare chiusi in casa ci ha permesso di stare più tempo con noi stessi ed ora siamo diventati più esigenti.

    Ho sempre dato molto spazio al pensiero e a volte l’ho reputato addirittura un problema.

    Mi dicevo: Penso troppo!

    Ci sono stati momenti della mia vita in cui credevo fossero i miei continui pensieri a crearmi problemi.

    Continuare a pensare, pensare, elaborare ogni giorno il futuro imminente, racchiuso solo nel domani.

    Nottate insonni regalate al pensiero e alla voglia di cambiare definitivamente e finalmente per se stessi e basta. Senza più dare nulla a chi non merita.

    Ma poi, al mattino, forse per stanchezza o per abitudine: Il vuoto… e tutto ciò che era stato millimetricamente pianificato svanito o mangiato da un nuovo progetto.

    Avete mai visto “50 volte il primo bacio”?

    Un film all’apparenza superficiale, con Adam Sandler. Uno di quei film che si iniziano a guardare per passare un po’ di tempo in armonia e senza pensieri ma che si rivela essere tutt’altro.

    Non guardo molti film di questo tipo anzi, non guardo molti film in genere, soprattutto ora che ci sono solo serie che continuano all’infinito. Personalmente quando una cosa non finisce mai, non mi soddisfa. Le serie sono lontane dal concetto di film.

    Gli obiettivi devono avere una data di scadenza, è obbligatorio.

    Mia moglie anni fa mi fece vedere questo film. La ringrazio ancora oggi.

    Il film non ha a che fare con ciò che vi sto scrivendo, quindi non abbiate timori di eventuali spoiler.

    Quando ci si sente insoddisfatti, si passa molto tempo ad architettare strategie incredibili che potrebbero far risuscitare qualsiasi forma di vita in totale decadenza oppure migliorare se stessi senza l’alcuna minima ombra di dubbio.

    Ma ci dimentichiamo. Oppure per insoddisfazione non ci basta la soluzione trovata ed andiamo alla ricerca della perfezione.

    Perfezione che ci fa dimenticare la strada maestra e di conseguenza il nostro obiettivo.

    Gli anni passano ma alla fine ci troviamo ogni maledetta mattina a “voler” ricominciare tutto daccapo.

    Lo vogliamo noi, Chi ci farebbe fare uno sforzo simile?

    E mentre ci torturiamo siamo anche convinti che lo stiamo facendo per un motivo ben preciso. Un motivo che cambia ogni giorno, ogni conversazione con amici e conoscenti.

    Per anni ho creduto che fosse la notte a cancellare tutto e non ditemi che non vi siete mai trovati in questa condizione!

    Eppure la maggior parte delle persone che si trovano a vivere una condizione simile, vorrebbero la perfezione.

    Ma non ottengono nulla.

    Per farla breve, visto che non mi va di mandare in paranoia nessuno, vorrei una volta per tutte attaccare un’etichetta a questo modus operandi.

    VELENO

    E’ proprio così. E’ un abitudine che avvelena lentamente, che offusca le idee e che rende, chiunque continui a prenderlo inconcludente. Un Veleno che si nutre dell’autostima e che lascia vuoti.

    Inconcludenza

    Forse il periodo che stiamo vivendo centra poco con il fatto che riusciamo a concludere nulla.

    Dall’altro lato ci sono i PerForzaPositivi che non sono felici. Semplicemente hanno il veleno di far credere agli altri di esserlo.

    Credo di esser uno dei pochi, per non dire l’unico che tratta argomenti di finanza personale senza definirsi un super eroe.

    Siamo esseri umani! E da una parte, se non abbiamo mai sbagliato e ci sentiamo perfetti, forse abbiamo fatto poco. Dall’altra se continuiamo a sbagliare…be…forse è ora di migliorare.

    La vita non è la scuola dell’obbligo.

    Ho conosciuto tante persone con grandi qualità, destinate, per scelta a vivere passivamente le proprie giornate. Ognuno trova la propria felicità dove meglio crede, ma se stai ancora leggendo questo piccolo pensiero forse non ti va così tanto di vivere passivamente la tua vita. Forse vorresti realizzarti ed è proprio qui che ti voglio:

    – Non vivere mai nella speranza di ottenere qualcosa dall’aiutare gli altri a realizzare se stessi.

    – Non dare mai energia solo perché vuoi dimostrare di essere capace di realizzare ciò che gli altri fanno fatica a realizzare.

    -Se proprio decidi di dare il tuo tempo, fallo per imparare qualcosa di grande.

    -Lascia perdere i falliti.

    -Smettila di trovare scuse! La crisi economica è solo nelle tasche di chi non ha voglia di rattopparsele

    -Scrivi tutto quello che fai e che vuoi e al mattino, non partire mai con una pagina bianca davanti agli occhi, fai il punto della situazione e vai avanti.

    -Non tornare indietro, se hai valutato bene seu sulla giusta strada, o meglio sulla tua strada.

    Lo so, sono consigli banali per tutti quei saccenti che leggono cazzate americane sulla crescita personale…ma è fantastico sentirsi liberi di scrivere ciò che passa per la testa, alzarsi dalla propria scrivania, farsi una doccia e andare liberamente dove si vuole senza dover dare conto a nessuno.

  • Quello che i clienti non dicono

    Quello che i clienti non dicono

    Quello che i clienti non dicono.

    Il nostro progetto è il migliore e non capisco proprio il motivo per cui non parte.

    Noi ci occupiamo di tutto, qualsiasi cosa serva al cliente noi possiamo fornirla. Siamo avanti, vero?

    Certamente dovremmo essere in molti perché altrimenti come faremmo a fornire tutti questi servizi?

    Non siamo mica dei tuttologi, noi!

    Siamo tutti professionisti, e la scelta di essere tali è dettata dal fatto che non avendo qualcuno a libro paga, possiamo preventivare ai nostri clienti solo ciò che gli serve…senza fare spendere di più.

    Hai presente quanti soldi spende unìagenzia per mantenersi?

    Allora, non è che tutte le attività del mondo necessitino di un lavoro grafico di fino o di un social media manager dedicato ma se li ho a libro paga è difficile non consigliarli.

    Lo so che può essere sbagliato ma i dipendenti devono mangiare e io di conseguenza, e senza nulla togliere a nessuno, nelle agenzie strutturate può capitare si facciano pagare servizi che si potrebbero evitare e quindi recuperare budget da investire proprio perché è dura mandare avanti la baracca.

    Con questo sistema invece si elimina il problema alla radice. E’ chi ha le agenzie strutturate che vogliono per forza far pagare servizi accessori inutili, è giusto che si innovi o che chiuda!

    Non è più tempo per far pagare tanto i clienti. I clienti sono al centro di tutto il sistema di acquisto, vero?

    Ma, perché facciamo fatica a trovare clienti?

    Siamo bravi a comunicare e stiamo investendo anche molto e tu lo sai, gli appuntamenti non mancano ma le aziende non si fidano di noi.

    Ecco qual è il nostro problema. Le aziende non si fidano del nostro modus operandi nonostante porteremmo loro a risparmiare un mucchio di soldi.

    Cosa c’è che non va in tutto questo?

    Gli fa forse schifo risparmiare? Ma allora perché si lamentano che non hanno soldi da spendere?

    Vogliono a tutti i costi essere su Facebook e spendere soldi in una cosa che non gli servirà mai a nulla? Ma che problema hanno?

    Mi viene da pensare: Ma se loro trovassero un modo per far risparmiare i propri clienti, glielo comunicherebbero o si intascherebbero la differenza?

    Forse il mondo dell’imprenditoria e quello delle buone azioni si tengono a dovuta distanza?

    Siamo disperati.

    Non capiamo perché non riusciamo a convincere possibili clienti e a dirla tutta anche i fornitori stessi.

    Ad esempio, un professionista dividerebbe le spese con noi del suo lavoro e non si dovrebbe nemmeno occupare di cercarsi i clienti, perché lo faremmo noi per lui e non so se ti rendi conto.

    In sostanza farebbe il suo lavoro e prenderebbe soldi da noi. Certo, per fare girare la baracca abbiamo bisogno anche noi di tirare su qualcosa da quell’importo, ma diciamocela tutta: quanti soldi dovrebbe tirar fuori lui se fosse da solo? O quanti ne tira fuori da anni visto che è da solo?

    Forse condividere non è il comportamento preferito dai professionisti?

    Eppure quando li senti parlare, sembra siano tutti in difficoltà e sulle prime sembra che il nostro progetto sia il salvagente del futuro professionale, ma poi si dileguano.

    Quando ti incontrano però ti chiedono a che punto sei e di tenerli aggiornati.

    Allora ci chiediamo, forse non vogliono rischiare, ma la domanda successiva è sempre…rischiare cosa?

    Siamo noi che rischiamo?

    Loro rischiano di lavorare.

    Forse si lamentano ma tutto sommato lo fanno per inerzia e alla fine della fiera gli va bene così?

    Massì dai! Forse è davvero così…è inutile menarsela, non c’è altra ragione.

    Vi lamentate per una mazza e alla fine dei conti e alla fine del mese, non va proprio come andate in giro a raccontare per far pena ai clienti.

    Sai cosa mi viene da Pensare Andrea? Io chiudo questo progetto e chi se ne frega di far spendere meno a clienti e professionisti! Non mi volevo arricchire alle spalle degli altri ma soltanto fare un progetto più etico e meno dispendioso per tutti e che soprattutto potesse essere d’aiuto a tutti per ripartire in questo brutto periodo ma ci sto rimettendo soldi e salute.

    Facciano tutti una bella cosa…spendete e fate quello che volete, prima o poi arriverà il primo 12enne statunitense che farà una piattaforma del genere e tutti gli correranno appresso come se avesse trovato la formula segreta della fusione a freddo.

    E gli daremo del genio mentre io dirò ai miei figli quanto sono stato coglione.

    Va be dai Andrea, ti saluto…altrimenti passo io per quello che continua a lamentarsi. Saluta casa e dai un bacio ai bambini. Quest’anno tra covid e soldi non potrò rientrare a casa ma il prossimo natale ti prometto che lo passeremo assieme!

    Non smettere mai di sognare!

    Ciao.

  • Multilevel Marketing? No Grazie

    Multilevel Marketing? No Grazie

    La prima volta che mi avvicinai al concetto di libertà finanziaria, oltretutto per me discutibile e ne parlerò sicuramente prima o poi, mi parve di aver scoperto un mondo parallelo.

    Ai tempi studiavo ancora e un amico mi invitò a partecipare ad una riunione (all’epoca il meeting non si sapeva cosa fosse) in un albergo vicino a Linate (MI).

    Bisognava vestirsi bene e io, da buon metallaro non avevo così tanti abiti con giacca e cravatta a disposizione e quello della comunione non poteva certo rimediare al problema.

    Non si conoscevano ancora le Multilevel marketing e di conseguenza c’era ancora quella credulità di aver scoperto un modo per arricchirsi senza fare una mazza e a chi non servivano soldi? Chi non voleva pensarsi ricco in un futuro?

    L’amico mi aveva convinto con la sua capacità oratoria. Il giorno dell’appuntamento cercai di sistemarmi il meglio possibile, raccogliendo i miei capelli lunghi per darmi un aria poco trasandata e scegliendo un paio di jeans senza strappi e una camicia scura. A corredare il tutto una giacca di pelle leggera.

    Arrivato mi ritrovai in un posto davvero strano. Una signora di mezza età era li ad attendermi per registrarmi. Mi sentivo a disagio. Domande strane sui soldi, sulla ricchezza, sui sogni, da comunicare a una perfetta sconosciuta. Risposi lo stesso e mi accontentai del suo: Visti i tuoi sogni con noi li realizzerai molto velocemente, e mi fece entrare nel salone adibito per la conferenza.

    Non si parlava di prodotti e servizi ma solo di soldi. A dire la verità ancora non sapevo di cosa si trattasse. Per come mi era stata presentata sembrava una buona cosa e mi avrebbe fatto fare soldi.

    Un presentatore diede a tutti noi il benvenuto e ci mise a nostro agio raccontandoci il perché fossimo li seduti ad ascoltare e chi avremmo sentito parlare. Di primo acchito non ci capivo nulla sentivo solo applaudire ad ogni nome che lui presentava e che a breve avrebbe parlato. Sembrava la notte degli oscar in piccolo, ma non capivo cosa c’era da acclamare.

    Piano piano, tutti fecero la loro uscita raccontando come in breve tempo e proprio con il lavoro che avrei potuto fare io, si fossero arricchiti collezionando montagne di soldi. Più passava il tempo e più chi parlava aveva quantità di soldi da sbandierare.

    Le altre persone in sala erano di due tipi: Il 90% erano loro il 10% noi. Ossia il 10% erano i polli che ascoltavano applausi e giganterie legate ai guadagni.

    Ecco perché erano famosi.

    Negli ultimi cinque minuti e dopo 2 ore di elogi ai santi del MLM ci presentarono la loro azienda (oggi la conosciamo tutti) che rivendeva prodotti per dimagrire.

    Solo allora mi resi conto che il 10% del pubblico, me compreso era in sovrappeso.

    La dieta iniziava lì stesso, visto che nonostante i fantamilioni che guadagnavano non ci avevano offerto nemmeno un goccio d’acqua in cambio del nostro tempo.

    Ci lasciarono andare affidandoci a chi ci aveva fatto entrare…quando dissero sta frase guardai negli occhi il mio amico che sorrise, come se avesse dovuto dimostrarmi qualcosa o per chiarire che ero roba sua.

    Il mio amico era dimagrito bene, tutto sommato ma forse se mi chiedeva se volevo fare altrettanto avrei evitato di perdere un pomeriggio a sentire cazzate.

    Dimagrii anch’io in quel tempo ma senza i loro prodotti e senza diventare loro rivenditore. Limitai il consumo di birra e di conseguenza risparmiai anche soldi.

    Quando vidi il mio amico ringrassare capii anche velocemente il perché. Alla fine aveva deciso anche lui di non diventare ricco assieme a loro.

    Quando ci vediamo ancora oggi ci facciamo delle “grasse” risate grazie a questo evento. Per questo ho deciso di scriverla e condividerla.

    Questa fu solo la prima esperienza con il network marketing. Quando vedevo qualcuno parlarmi di soldi e mi invitava negli hotel di lusso sapevo già cosa mi avrebbe aspettato. Arrivavo pronto, con la mia bottiglietta d’acqua pronto ad ascoltare cazzate mezze vere e a volte buone opportunità.

    Non può non appassionare la logica del network marketing (allora si chiamava vendita diretta) per questo ho sempre creduto nel prima o poi troverò l’azienda che fa per me.

    Ne ho trovate diverse, devo essere sincero. Dove ho guadagnato molto, dove ho perso solo tempo.

    Provate a pensare ad un’attività che può essere svolta anche nel tempo libero e senza la necessità di riconoscerla come strumento di ricchezza futura. Se poi ci mettiamo il settore di cui siamo appassionati, il gioco è fatto. E’ a causa di queste esperienze che ho iniziato a fare corsi di crescita personale, vendita etc… e devo dire che grazie a ciò che ho imparato oggi ho un lavoro.

    Non sono libero finanziariamente ma ho il tempo che voglio a disposizione.

    Con la pandemia ho assistito ad alberghi di lusso trasformati in stanze Zoom e persone in giacca e cravatta trasformate in cadaveri in pigiama alla ricerca di metodi facile per guadagnare.

    Il diamante del caso che in giacca e cravatta parla con massimo entusiasmo a degli zombie in tuta casalinga cercando di vendere robaccia e kit della speranza.

    I libri USA di Network marketing e alcune riviste di settore dei miei tempi facevano vedere meeting da ricchi, maestosi, cene nei castelli.

    Che collasso.

    Social bersagliati solo con l’intento di piazzarti qualcosa, telefono che squilla con amici che non senti da secoli che hanno l’opportunità della vita, persone che non ti hanno mai cagato di pezza che saltano fuori con entusiasmo pensando che non aspettavamo altro…insomma chi di voi non ha vissuto questa esperienza grazie al covid! (grazie al covid non è un’esclamazione).

    Come dico sempre il mondo è cambiato e nonostante ci siano persone che ancora sono distanti dal mondo delle MLM diventa sempre più difficile trovare persone con i quali poter costruire assieme dei piccoli o grandi business.

    Il mondo cambia…ma la gente continua a comportasti come negli anni ‘90. Ultimamente c’è sempre qualcuno che dalla povertà e dal menefreghismo per se stessi decide di cambiare per una settimana e ti parla di opportunità cercando di convincerti.

    Il mondo delle Network marketing offre notevoli opportunità ed è sacrosanto, ma il modo che avete di comunicarlo fa schifo. Vi rivolgete a chiunque perché pensate di diventare liberi finanziariamente ma siete solo il fallimento delle aziende che rappresentate e di voi stessi.

    La gente seria non ha voglia di farsi programmare la mente. A volte assisto a Zoom di presentazione dove si parla di PNL dal nulla…pensate di fare bella figura? Pensate di dimostrare di essere realmente degli esperti di PNL oppure avete letto un (cz) di libro e fate della psicologia il fenomeno da baraccone del momento?

    Il MLM (io conosco quello italiano) è fatto principalmente da falliti. Dal primo all’ultimo arrivato. Quelli che si arricchiscono per sei mesi e poi spariscono non significa facciano parte di una categoria di persone migliori o capaci.

    Ma mi rivolgo alle aziende? Avete coscienza di chi vi rappresenta oppure guardate solo il fatturato? Sapete che così facendo arriverà il momento in cui il fatturato inizierà a scendere? Quindi state solo speculando?

    Mi rendo conto che non ci sarà mai un’azienda che leggerà il mio articolo ma ho la speranza che qualcuno di voi, prima di intraprendere una strada qualsiasi pensi al futuro e che si renda conto che i soldi facili in modo lecito non esistono e mai esisteranno.