Mantenere in vita i dinosauri avrebbe dato all’essere umano poche speranze di primeggiare e soprattutto di vivere.
Mi infilo spesso e volentieri in progetti. Li porto avanti finché non danno segni di cedimento.
In alcune circostanze si può mettere mano al modello di business e capire cosa non funziona per salvare la barca. In altre è meglio lasciare che affondi per evitare di affondarci assieme.
L’articolo potrebbe finire qui ma sono un tipo prolisso e mi piace borbottare come una pentola di fagioli che bolle.
Come qualsiasi cosa, anche i progetti hanno dei cicli di vita. Nascono e muoiono, performano o falliscono. MAI esiste un “per sempre”, di conseguenza perché in un’attività dovrebbe fare eccezione?
Si oscilla tra un minimo di partenza nella speranza di ottenere un massimo in termini di profitto (non necessariamente economico), ma poi la forza ribassista, che in questo caso può dipendere da centinaia di variabili e fattori, porta il nostro progetto a ridursi nuovamente ai minimi.
E’ vero che se si sta attenti, si analizza e si monitora questo “ciclo” non necessariamente si deve attendere un fallimento. E alcune aziende storiche come per esempio CocaCola o Ferrari ne sono un chiara prova.
La vedo dura, ad oggi affermarsi come le aziende citate ma nulla è impossibile.
Preferisco essere realista e dare ragione a Morandi quando canta uno su mille ce la fa. Anche perché mi pare anche una stima decisamente ottimistica.
Mettendo mano ai modelli di business però, non si favorisce necessariamente il benessere del proprio progetto. Ci sono molte attività che hanno fallito proprio a causa di cambiamenti anacronistici, o mai capiti.
Perché purtroppo sentirsi i migliori non significa necessariamente essere utili alle persone alla quale ci si rivolge.
E’ facile pensarla in stile Facebook Ads. Scelgo uomo o donna, dai 35 ai 60, di Milano, diplomato, in cerca di lavoro e faccio partire la campagna e inizio a guadagnare con la mia università online.
Vi piacerebbe vero?
Pensate alla fiat 500, un auto che per tantissimi decenni ha fatto solo parte del passato ma che oggi è forse l’unico modello che Fiat continuerà a produrre nel 2022.
E’ stato cambiato il perché dell’auto e se una volta si rivolgeva a tutti quelli che volevano possedere un auto ad una cifra permissiva, oggi è diventata la piccola auto di lusso che fare la differenza più sulla propria immagine piuttosto che sulla sua utilità.
Diciamocela tutta, tra SMART e 500 secondo me non c’è paragone.
Dunque si può continuare imperterriti? Fiat 500 si è fermata ma nel frattempo è diventata un mito. 126, 127, 131 hanno fatto poco di epocale e Fiat Tipo e Croma sono state riproposte ma forse loro avevano solo segnato una generazione e non un epoca.
Il marketing ha fatto il resto.
Detto questo, provate a pensare se FIAT (lo so che oggi si chiama FCA) avesse continuato a produrre tutti i modelli dal primo giorno all’ultimo? Avrebbe dovuto avere molti più stabilimenti, più dipendenti, ma molte più spese, meno auto vendute per singola categoria…insomma…non sarebbe ancora aperta.
E mentre sui Social ci sono i terrapiattisti che dicono stupidate a riguardo, mi rendo conto che le persone facciano fatica a comprendere che i robot che montano le portiere della 500 non potrebbero fare contemporaneamente anche quelle della 126 per un semplice motivo. Sono auto diverse e quindi ci vogliono robot diversi. O pensate che ci sia un omino che le monta a mano?
Oggi sono polemico.
Non basta essere bravi per avere un progetto con le gambe. Ci ricordiamo dei successi della 500 ma dimentichiamo i fallimenti della Duna o della Arna. Pensate che Fiat nella sua storia non abbia mai investito in auto che poi non hanno mai avuto la forza di presentare al mercato?
Pensate Che Agnelli (quello vero) abbia sempre fatto investimenti profittevoli?
Credete che chi ha i soldi non fallisca mai?
Vi sbagliate!
Si può essere bravi quanto si vuole ma nella vita parliamo di successi proprio perché esistono i fallimenti che si contrappongono.
Anche i migliori imprenditori collezionano, dunque sconfitte. Non se ne parla perché non fanno notizia, ma vincere sempre non aiuta a migliorarsi (io sono per il perdere il meno possibile).
Se non fallisci mai (non parlo economicamente, quello non lo auguro a nessuno) non saprai mai capire quando è il momento di lasciar perdere, o più semplicemente non saprai mai gestire una crisi con tempismo e freddezza.
Dico freddezza non a caso. I nostri problemi, quelli che ci fanno fallire sono tutti di carattere emotivo. Ci leghiamo alle cose e facciamo il possibile per salvarle. Definiamo le nostre attività come dei figli e ci comportiamo come tali nel momento del bisogno.
Ci sono diversi modi per prepararsi una tisana: Accendi il gas, usi bollitore, usi la cucina economica. Il processo è lo stesso: l’acqua bolle e metti le erbe (quelle legali, mi raccomando) per qualche minuto prima di filtrare e bere.
É un processo automatico. Come guidare (in molti fanno l’esempio del guidare)
Ma tra il bollitore e il pentolino c’è una differenza sostanziale. Il pentolino dipende dal nostro stato emotivo, siamo noi che spegniamo il gas e se lo dimentichiamo sul fuoco perché siamo troppo innamorati rischiamo di mandare in fumo la nostra casa. il bollitore si spegne quando l’acqua è in ebollizione (stop).
Avevo un professore di fisica alle Superiori che quando pronunciava la parola ebollizione si esaltava fino a rizzarsi sulle punte dei piedi mimando con le mani, nel contempo le bolle che dal basso andavano verso l’alto.
Bollitore = NO EMOZIONI
Professore di fisica = Tanti bei ricordi
So a cosa state pensando…ma sono così, non bevo tisane illegali.
Lo stesso vale per i progetti. Non è amore, non è rispetto per le persone che hanno messo impegno, non è nostro figlio…una volta che il progetto ha fatto bollire l’acqua STOP. Lo spegniamo.
Non ci facciamo mangiare da ciò che non ha più senso di esistere.
Questa settimana ho chiuso 3 progetti sulla quale avevo investito tempo e soldi e sono uscito da una società dove avevo investito pochi soldi ma davvero tanto tempo (anche poco compreso se devo dirla tutta). Non sono triste ma sono certo che se avessi continuato a investire tempo e soldi prima o poi lo sarei diventato.
L’acqua era in ebollizione e tac! Il bollitore si è spento.
Si perdono soldi è vero (ma magari si smettono di perdere) ma si recupera tempo ed è questo che a noi interessa.
Ti lamenti che non hai tempo per realizzare i tuoi sogni perché hai progetti che te ne levano e magari ti infilano quattro soldi in tasca?
TAC! Spegni il bollitore.
Ti dispiace “gettare” ciò che ti ha fatto vivere fino ad oggi perché è dal 1930 che la tua (cz) di azienda ereditata dal nonno fa le scarpe solo in quel dannato modo?
TAC! Spegni il bollitore
Preferisco dispiacermi a vita per la chiusura di un progetto che purtroppo, non funziona più, piuttosto che ridurmi sul lastrico perché per colpa di esso non ho potuto dare un’altra possibilità a me stesso.
Se ti hanno portato i dinosauri a leggere fino qui:
TAC! Spegni il bollitore.